È trascorsa una settimana esatta dall’inizio del biennio del Master in Giornalismo e Comunicazione della Luiss e i 24 studenti selezionati hanno già vissuto un’esperienza significativa. Il direttore del quotidiano La Stampa Maurizio Molinari ha visitato le aule e gli studi della Scuola di Giornalismo “Massimo Baldini”, per poi condurre la riunione di redazione del suo quotidiano in diretta telefonica con i colleghi di Torino.
Gli studenti si sono stretti intorno al direttore, per ascoltare in silenzio il dibattito tra Molinari e i capo-redattori de La Stampa che decidevano l’impaginazione delle notizie sul quotidiano del giorno dopo. Per i 24 giornalisti praticanti si è trattato di un momento di alta formazione nonché di grande curiosità, dato che non era mai successo prima d’ora che un direttore di un quotidiano permettesse l’ascolto di una riunione di redazione.
Una volta terminata la riunione, sollecitato dal direttore della Scuola Gianni Riotta e dalle domande degli studenti, Maurizio Molinari ha tenuto una lezione sull’evoluzione del giornalismo digitale in Italia e nel mondo, passando in rassegna tutte le doti che il giovane giornalista del futuro dovrà fare proprie.
Passione, curiosità, creatività ma soprattutto umiltà e consapevolezza di affermare sempre “so di non sapere”: queste le caratteristiche imprescindibili da assumere se si vuole diventare dei professionisti del settore. Per il direttore de La Stampa, il giornalista deve abbandonare ogni giorno il proprio background culturale personale per scovare la notizia in tutto ciò che ancora non conosce e che è lontano dal suo modo abituale di pensare. Emblematico a tal proposito è stato l’esempio del percorrere ogni giorno la stessa strada della stessa città, ma sempre con occhi appassionati e quindi pronti a scoprire dettagli ignoti e diversi gli uni dagli altri.
Secondo Molinari, la carta stampata non morirà, così come il web non ha soppiantato la televisione, che a sua volta non ha tolto di mezzo l’uso della radio. «Bisogna essere consapevoli del fatto che il giornalismo così come lo conosciamo è in trasformazione. Dobbiamo conservare lo stile e il linguaggio del vecchio mestiere, ma saperlo adattare alla piena padronanza delle nuove tecnologie della comunicazione», ha affermato il direttore, invitando gli studenti a non tralasciare le doti della specificità e della specializzazione tematica.
Molinari è stato in seguito molto chiaro nel definire le tre particolari competenze che saranno richieste nei futuri colloqui di lavoro a tutti i giovani che si affacciano al mondo del giornalismo: 1) la scrittura per i siti online dei quotidiani dovrà essere breve, concisa, ricca di immagini e mai generica. La notizia di un giornale sul web sarà sempre più diversa da quella della carta stampata, che a sua volta sta diventando notizia di approfondimento e profondità. 2) il video-making, indispensabile per la creazione di brevi filmati della lunghezza massima di due minuti che raccontino storie molo più efficacemente delle parole. 3) forse la più importante, l’uso consapevole dei social network: nei giornali dell’immediato futuro non potrà mancare una figura professionale che moderi e incentivi le discussioni tematiche su Facebook, Instagram e Twitter, per far rimbalzare e diffondere le notizie il più velocemente possibile.
I giornalisti protagonisti del domani, sostiene infine Molinari, dovranno essere affiancati da due nuove figure professionali: il data scientist e il programmatore di intelligenza artificiale. Anche il giornalismo non potrà fare a meno dei robot, che grazie a sistemi di alta tecnologia informatica saranno in grado di incrociare e ordinare una mole impressionante di dati riguardanti tutte le notizie sulle quali si vorrà fare ricerca, che però dovranno essere individuati e raccolti dal data scientist. E il giornalista? «A lui/lei spetterà il compito più nobile e delicato: quello di scegliere e di assumersi la responsabilità di metterci la faccia e infine la firma». Solo la creatività e il senso di responsabilità potranno elevare il mestiere del giornalista e affiancarlo in modo critico e intelligente ai robot e ai dati, nostri futuri alleati.