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Esclusiva

Febbraio 26 2020
«Qui in Cina va tutto bene, ma cosa sta succedendo da voi?»

Mentre in Cina i contagiati diminuiscono l’Italia è diventato il terzo paese per numero di casi. Molti cinesi guardano ora all’occidente con preoccupazione e si chiedono cosa stia succedendo nel nostro Paese

«Voglio capire cosa sta succedendo da voi. Spero che tu stia bene, prenditi cura di te stessa». Zhou Jin, è spaventato dal veloce diffondersi del virus. «Ho molti amici italiani, ma non so nulla sulla situazione. Ho visto in un breve video su “Tik Tok” in cui gli scaffali venivano svuotati nei supermercati in una città italiana. Molti nei commenti non sapevano neanche cosa stesse succedendo. Sono molto preoccupato, spero che tutti i miei amici in Italia possano resistere alla situazione. Credo che il governo riuscirà a controllare l’epidemia». Mentre in Cina si comincia a tornare alla quotidianità la preoccupazione è tutta rivolta verso l’Italia. Giornali e media cinesi riportano i dati dei contagiati in modo sintetico e schematico, senza commenti o analisi, ciò che permette negli altri paesi una maggiore comprensione della situazione nel nostro paese è, ancora una volta, il mondo dei social.

“Contro il terrorismo mediatico e un infondato panico la Cina riapre le sue fabbriche”, dicono alcuni post su internet per accompagnare la riapertura di negozi e industrie. «Tutto sta tornando alla normalità-spiega Hua Fei-la gente ha ripreso a lavorare e i negozi sono di nuovo aperti, ma le strade sono ancora vuote. Il traffico di Pechino ci manca, per molti macchine e caos per strada sono un segnale che va tutto bene». Soltanto scuole e università sono sempre chiuse: «Gli studenti vengono da ogni parte del mondo, anche dall’Italia. Penso sia meglio tenere tutto chiuso finché l’epidemia non si plachi ovunque, non solo in Cina». Il semestre è però ricominciato per alcune università che hanno messo a disposizione dei loro studenti lezioni online organizzate in base al proprio orario scolastico. I ragazzi accedono tramite link al rispettivo corso e seguono le direttive dei propri insegnanti via chat.  «Ho letto che anche in Italia hanno chiuso università e 850 teatri, la situazione sembra molto seria. Usate le mascherine ed evitate zone affollate, prendete la Cina come esempio», consiglia Hua Fei. Anche i media cinesi evidenziano il successo del governo cinese nella lotta contro il COVID-19 e invitano gli stati colpiti maggiormente, come Italia e Corea del sud, a seguire questo modello. Il Renmin ribao (People’s daily),quotidiano della Repubblica Popolare Cinese, scrive: “Esperti e studiosi stranieri ritengono che le misure preventive e di controllo adottate dal governo cinese siano efficaci e che abbiano dimostrato capacità di leadership, risposta, mobilitazione organizzativa e attuazione eccezionali, creando un modello per la prevenzione dell’epidemia mondiale”.

«In Corea del Sud i contagiati sono circa 1000, aumentano di 200 al giorno. Qui, a Seoul, ci sono 30 persone infette per il momento». Emilee racconta che la situazione nella sua città è tranquilla per il momento: gli spazi pubblici sono chiusi e le scuole riprenderanno tra una settimana per il momento. «La gente cerca di non uscire, ma non vedo particolare panico come ho visto in Italia», anche se molti giornali hanno evidenziato un elevato aumento dei biglietti aerei da Seoul o addirittura l’impossibilità di trovarlo poiché sono tutti terminati.

Il video degli scaffali vuoti nei supermercati milanesi si è diffuso velocemente e ha creato un’immagine di panico e paura del nostro paese. Dopo i blocchi aerei verso la Cina, adesso sono gli altri paesi a sconsigliare ai propri cittadini di andare in Italia. «Ma pensare che sia una giusta punizione per l’Italia, visto i precedenti blocchi verso il nostro paese, è un errore-continua Hua Fei- Nessuno merita questa epidemia, e credo sia solo una coincidenza il fatto che l’Italia è al terzo posto per contagi adesso. Dovete essere forti».