Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Marzo 19 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 22 2020
Coronavirus, Italia supera Cina. Lombardia, salgono i contagi

Lombardia in crisi, l’Italia segna il record di singoli nuovi casi in un giorno. Salgono i guariti. Uno studio tedesco: «Struttura familiare italiana causa dell’outbreak lombardo»

Il bollettino della protezione civile delinea uno scenario preoccupante: sono oltre trentamila i malati di Coronavirus in Italia, molti di più se si contano anche vittime e guariti (manca però il dato della Campania). Sono in particolare due elementi a preoccupare gli esperti: il primo è il numero di contagiati in un solo giorno, 475, che porta l’Italia in cima alla classifica dei Paesi con il maggior numero di positivi al virus nell’arco di 24 ore, scavalcando la Cina; il secondo dato è quello degli operatori del servizio sanitario contagiati dal Covid-19 al 18 marzo, ben 2.629, pari a circa l’8,3% del totale. Lo annuncia con un tweet Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, che si occupa di formazione e ricerca medica.

Le istituzioni, però, sottolineano i lati positivi. Durante l’ormai quotidiana conferenza stampa, Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, ha sottolineato il numero dei guariti: «Oggi sono 1084 in più, un numero veramente importante, che li porta […] a 4025, più 37% rispetto a ieri. Ci sono 2648 positivi in più, un trend stazionario in questa settimana».  Borrelli pone poi l’accento sui comportamenti da seguire: «I dati di oggi ci fanno pensare positivo, ma vanno adottati comportamenti corretti». Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro analizza invece lo stato della sanità e l’andamento della curva dei contagi, sostenendo come «alcune regioni del nord sono maggiormente coinvolte […]; nelle altre aree c’è una crescita, ma non così veloce. Non deve illuderci che non ci siano numeri così elevati altrove – prosegue – solo se ci comportiamo come stabilito possiamo rallentare la curva. Dobbiamo mantenere le misure se vogliamo vedere davvero degli effetti e proteggere le persone più anziane».

A saltare all’occhio la grande incidenza della Lombardia sul totale delle vittime del Coronavirus: basti pensare che, su 8790 morti in tutto il mondo, oltre duemila provengono dalla regione italiana, quasi un ottavo. Preoccupa anche il rapporto fra guarigioni e decessi nell’area, al momento di circa due a uno. Il totale dei contagiati non accenna a diminuire la sua corsa. Il governatore Fontana ha speso parole di preoccupazione sulla situazione della sua regione: «I numeri del contagio […] continuano ad essere alti. Fra poco non saremo più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala». Nel suo discorso non sono mancate dichiarazioni forti: «Ora lo sto dicendo in modo educato, ma fra poco bisognerà cambiare il tono […]. Se si dovesse andare avanti – prosegue – chiederemo al governo le maniere forti».

A cosa sarebbe dovuto questo “caso Lombardia”? Il lavoro degli esperti, pur fortemente condizionato dalla relativa novità del fenomeno e dai set di dati difformi, ha iniziato a tracciare delle teorie. Secondo un’analisi in corso di perfezionamento di Moritz Kun e Christian Bayer, docenti di Economia all’università di Bonn, la causa della rilevanza del dato lombardo è da ricondurre principalmente nella struttura familiare tipica dell’Italia, abbinata al ritardo di individuazione del virus nella regione e all’enorme mole di spostamenti delle persone nell’area per questioni lavorative.

Partendo dalla premessa che i vettori umani del virus possano essere stati individui in età lavorativa e dunque non soggetti particolarmente a rischio, questi potrebbero averlo trasmesso inconsapevolmente ai loro cari. La struttura familiare italiana, secondo l’ipotesi dei due ricercatori, prevede una stretta rete di rapporti intergenerazionali all’interno dei singoli nuclei, diversamente da altri Paesi europei dove questo non avviene. Per cercare di dare valore scientifico a questo assunto, si è utilizzata una variabile proxy (ossia una variabile osservabile simile a quella non osservabile, nel caso di specie i rapporti intergenerazionali), la percentuale di adulti che ancora vivono con i genitori, e come variabile dipendente il tasso di mortalità.

Coronavirus Lombardia

Il grafico qui riportato, che prende in esame diversi campioni (tutti gli Stati, gli Stati industrializzati e gli Stati industrializzati Italia esclusa), sembra avvalorare l’ipotesi di una relazione positiva fra le due variabili in esame, pur essendo questo studio in una fase ancora embrionale. I prossimi giorni saranno decisivi per comprendere la reale incidenza della demografia italiana sui numeri della Lombardia. Di fondamentale importanza, al netto della reale veridicità dei dati, saranno i numeri registrati in Paesi con strutture demografiche simili all’Italia.