
foto di Anna Priore
«Ora di punta»

foto di Fabio Ala
Vivo da 3 anni e mezzo in un appartamento vicino la stazione Tiburtina, la finestra della mia camera dà sui binari ferroviari e le miei giornate sono state sempre accompagnate dal suono dei treni sui binari. Da quando però è iniziata la quarantena, il sottofondo delle mie giornate è soltanto un profondo silenzio intervallato da suoni o rumori a cui prima non facevo tanto caso: i passi dell’inquilino del piano di sopra, le chiacchiere dei vicini e la musica degli altri condomini. Fuori dalla finestra della mia stanza, adesso, solo il rumore della pioggia delle poco frequenti “brutte” giornate e il canto degli uccelli che si posano sul davanzale. Niente di più!

foto di Francesco De fiori
“La rotonda” è uno dei punti d’incontro preferiti dal paese. Quando il cielo è limpido si può vedere Taranto e l’intero golfo ionico, la linea sottile tra cielo e mare. La gente si siede sul cornicione per mangiare un gelato, chiacchierare con gli amici o fare una foto al tramonto, godendosi d’estate un vento fresco. In questi giorni, però, non c’è più nessuno che dice: ”Ci vediamo alla rotonda!”

foto di Giacomo Notaristefano
Non c’è nessuno seduto ad aspettare la chiamata del proprio aereo tra le valigie, non c’è fila per il check-in o gente che corre per paura di perdere il viaggio. Lo scenario di un film apocalittico in cui non è rimasto più nessuno, solo io

foto di Giacomo Notaristefano

foto di Fabrizio Goria
Anche la via dello shopping dei torinesi chiude i battenti a causa della pandemia

foto di Eddie Kaza
Le calli vuote, nessun turista a fotografare i tramonti sulla città. L’acqua è pulita e le gondole immobili, una accanto all’altra in attesa di poter tornare a navigare tra i canali della città, circondate da folle di turisti e gondolieri.

foto di Eddie Kaza

foto di Eddie Kaza

foto di Michele Antonelli
«Il Castello tocca il cielo. È maestoso, ma è solo. Il lastricato di Corso Appio Claudio è deserto, vuoto. La piazza, cuore pulsante della comunità, è muta. Fondi, zona rossa del Lazio dal 19 marzo al 13 aprile, ha vissuto i suoi giorni di festa in totale lockdown»

foto di Claudia Rolando
«Una nuova quotidianità.
La spesa».

foto di Fabrizio Farinati e Paolo Campedelli
La città dell’amore tormentato, famosa per la lirica ospitata dalla sua arena, oggi si presenta così. Là dove i Montecchi e i Capuleti si fronteggiavano, non c’è più nessuno. La musica si è fermata. Il Covid-19 ha messo in Stand-by Verona.

foto di Fabrizio Farinati e Paolo Campedelli

foto di Giacomo Notaristefano
«Le mie vacanze pasquali le ho trascorse in un monolocale, con una finestra e questa unica visuale. Solo con me stesso a farmi forza, in attesa di poter riabbracciare la mia famiglia in Puglia. La voglia di uscire fuori e respirare l’azzurra libertà aumenta ogni giorno»

foto di Francesca Fiore
«Un venerdì Santo particolare, che rimarrà per sempre nei nostri ricordi. Siamo abituati a vedere tanta gente per strada e a ricordare ogni momento della Passione di Cristo con i tanti simboli portati in processione. Oggi a farci compagnia solo i lumini sui tanti balconi della nostra città e la Via Crucis in filodiffusione. Non c’era nessuno per le strade, ma si sentiva fortissima la presenza di tutti.
Da un mese è cambiata radicalmente la nostra quotidianità, abbiamo l’impressione di vivere in apnea. Una condizione che però ci sta facendo riscoprire tanto, fornendoci sempre più spunti di riflessione».

foto di Mattia de Nittis
L’armonia dei colori spenti – Il giorno e la notte
«Alterno momenti di euforia e gioia a momenti di tristezza ed angoscia che mi fanno cadere in un abisso, dal quale però pian piano risalgo.Ogni giorno sembra identico a quello precedente: cupo, grigio, piatto. Ma è realmente così? Senza rendercene conto ora più che mai stiamo intensamente, pienamente e totalmente VIVENDO».

foto di Alessandro Insolia
Dove due mesi fa il Festival riempiva le strade, ora c’è il vuoto.
Via Matteotti è deserta. Al civico 212 le luci del teatro Ariston sono spente: “Chiusura temporanea”.

foto di Claudia Rolando
«A Villa Bonelli questo tabacchino è un punto di riferimento per il quartiere, tutti conoscono e amano il suo proprietario. E mentre la gente fuori in fila per entrare invade le strisce pedonali, accanto alla sua porta un postino smista le lettere con mascherina e guanti prima di consegnarle al vicinato . Una giornata all’apparenza normale, fatta di sole e ombre, nel piccolo quartiere romano».

foto di Paolo Campinoti
«Non sono fissato con il fitness. Prima della quarantena andavo in piscina ogni giorno per un problema alla schiena. Solo in seguito ci ho preso gusto e ora Dio solo sa quanto mi manca. Ora sto chiuso in casa tutto il giorno quindi mi sono organizzato per cercare almeno di arginare gobba e pancetta».

foto di Federica Zappavigna
«Se dovessi descrivere Firenze niente come “Odio ed amo” renderebbe meglio l’idea. La seconda casa che mi sono scelta, tante volte ho pensato di andare via eppure non l’ho mai lasciata, forte degli affetti e di quel lavoro al quale per amore non potrei rinunciare.
Da anni vivo a due passi da Santa Croce, un alternarsi di pace e caos in una delle zone più turistiche e belle della città. Non manca nulla.Su quella scalinata, da giorni deserta, l’anno scorso di questi tempi, ragazzi con la chitarra, racconti di vita, birra fuori al primo accenno di primavera, ricerca disperata di aria fresca nel caldo torrido d’estate. Il silenzio assordante di una città di solito viva, spiazza e disorienta, mentre echeggiano per le sue stradre i pensieri e le paure per un futuro che ci obbliga al cambiamento in primis umano nell’arduo tentativo di non farsi sovrastare dall’angoscia per il timore di ritornare a riabbracciarsi. Nei 10 minuti d’aria che ci si ritaglia una tantum per “ non pensare”, ho girato l’angolo e mi sono fermata, guardandola, sospirando inevitabilmente.
Oggi è:
Speranza: di ripercorrere quelle strade con il sorriso perché diretti verso ciò che hai solo momentaneamente lasciato, verso ciò che ami di più.
Voglia di : poter dire agli amici “ sono pronta scendo “ e ricominciare da una birra fresca in una tiepida serata di primavera».

foto di Valerio Lento
Sfiniti