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Esclusiva

Giugno 14 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 15 2020
Citizen e Signal, rivolta digitale

Le due piattaforme social negli Stati Uniti stanno appoggiando i manifestanti con avvisi sugli spostamenti della polizia, volti oscurati e chat segrete

L’uccisione a Minneapolis dell’ex rapper americano George Floyd per mano dell’agente Derek Chauvin ha fatto schizzare il numero di download di Signal e Citizen, applicazioni per smartphone schieratesi a favore dei manifestanti e contro ogni forma di razzismo. Fra il 25 maggio e il 3 giugno sono state le più scaricate negli Stati Uniti, superando colossi come Facebook, Twitter e Instagram.

121 mila i download per Signal, il cui ultimo picco risaliva all’insediamento di Donald Trump, 234 mila invece quelli di Citizen, nata nel 2017 come supporto al servizio 911, il numero per l’ambulanza negli USA. A rivelarlo sono Apptopia e App Annie, due aziende che offrono agli sviluppatori digitali soluzioni di intelligence basate sul web e sui dati di mercato.

Citizen e Signal, rivolta digitale
Ricerche su Google delle parole “Signal” (linea blu) e “Citizen” (linea rossa) nel periodo fra il 25 maggio e il 3 giugno, Stati Uniti

Ricerche effettuate con: Google Trends

Signal è un software di messaggistica istantanea nato nel 2014. Garantisce agli utenti segretezza delle chat e riservatezza dei dati per via della gestione crittografica delle comunicazioni col sistema E2E (end-to-end). In pratica solo le persone coinvolte nella conversazione possono leggere i messaggi. Così l’app previene intercettazioni da parte di terzi come autorità governative e polizia.

«Diciamo subito che Signal è l’app consigliata da Edward Snowden, colui che fece venire a galla lo scandalo nella NSA (l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana). Offre una crittografia più accurata di WhatsApp: non solo assicura agli utenti che nessuno possa leggere i messaggi, ma permette anche di stabilire il tempo in cui lo stesso debba auto-distruggersi. Inoltre, cosa non da poco, i messaggi scambiati non restano memorizzati su nessun server. A differenza di quello che accade con WhatsApp, che li conserva sui suoi». Parla Franz Russo, social media strategist, blogger e fondatore del sito web In Time, inserito da Digital Scouting a gennaio nella classifica dei cento marketer più influenti al mondo.

In una sua recente pubblicazione online ha ridisegnato il quadro “digitale” delle ultime settimane di protesta negli USA. Per agevolare le proteste, le aziende proprietarie delle app hanno inserito funzionalità nuove come l’effetto blur. Esso consiste nell’oscurare i volti delle persone che compaiono in una foto. A introdurlo è stata Signal il 3 giugno con un annuncio sul proprio blog ufficiale.

«Citizen raccoglie gli alert sulla base del monitoraggio delle radio d’emergenza usate dalla polizia. Dall’analisi di quello che viene detto all’interno delle conversazioni, uno staff appositamente creato filtra le informazioni e le trasforma in avvisi che vengono poi notificati agli utenti», spiega Russo. L’app sta agevolando il percorso dei manifestanti permettendogli di organizzarsi evitando le forze dell’ordine. Il meccanismo di “allarme” è stato sperimentato con successo ma pone però un’annosa questione: dov’è il confine fra il lavoro e il profitto di un’azienda e il diritto delle autorità a tenere segrete mosse e strategie per placare le rivolte? E a conoscere, inoltre, i dati sensibili di soggetti ritenuti pericolosi?

Citizen e Signal, rivolta digitale
Franz Russo, social media strategist, blogger e fondatore del sito web In Time

«Molti dimenticano che la riservatezza degli utilizzatori è sancita dagli ordinamenti delle nazioni. L’Ue ci ha puntato molto, dando vita al GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) che il mondo guarda come un esempio da seguire. Le aziende devono rispondere alla legge ma allo stesso tempo, perché private, realizzano delle policy che a loro volta rispondono a leggi e codici in vigore. Spesso dalle indagini si scopre l’utilizzo di app e piattaforme per lo scambio di informazioni utili per scovare e arrestare criminali. Un esempio su tutti è stata la strage di San Bernardino, in California, quando Apple non volle “aprire” l’iPhone scoperto sul luogo del crimine. È una vicenda spinosa, che spesso si svolge nei tribunali. Da una parte c’è il principio a essere informati, dall’altra quello alla privacy degli utenti».

E mentre Signal e Citizen stanno appoggiando le cause dei dimostranti con soluzioni sul campo, Twitter e Instagram non sono da meno: la piattaforma di Jack Dorsey, nella prima settimana di giugno, è stata fra le più scaricate al mondo. Ha superato Facebook con 677 mila download. L’app ha subito cinguettato per correggere il tiro sulle dichiarazioni di Donald Trump, considerate infondate. Instagram invece sta spingendo con la condivisione nelle stories degli hashtag #BlackLivesMatter e #BlackOutTuesday. Dagli States al resto del mondo, dagli schermi alle strade, la gente sta declinando il proprio antirazzismo con i mezzi che ha. A volte può bastare anche solo un cellulare.