Occhi verdi e tristi che custodiscono un segreto sovrannaturale. La fame e l’amore come motori dei mali del mondo. Sono gli elementi dell’atmosfera noir della Napoli degli anni Trenta in cui si muove il commissario Luigi Alfredo Ricciardi. Dai romanzi di Maurizio De Giovanni, una nuova trasposizione per la tv, diretta da Alessandro D’Alatri: la fiction con Lino Guanciale che interpreta il commissario ha debuttato ieri sera, conquistando quasi 6 milioni di spettatori.
Un successo doppio, perché più o meno lo stesso numero di persone segue già da due settimane le avventure di un’altra creazione di De Giovanni, Mina Settembre, l’assistente sociale dallo straordinario altruismo interpretata da Serena Rossi nella Napoli contemporanea.
La città dai mille colori ospita questi due protagonisti che si fanno compagnia nel palinsesto di Rai 1 la domenica e il lunedì, ma nei suoi vicoli camminano altri personaggi che aspettano di tornare sullo schermo, sono I Bastardi di Pizzofalcone. La serie, prima letteraria e poi televisiva, di cui si attende la terza stagione, due anni fa ha consacrato la penna di Maurizio De Giovanni in declinazione fiction.
La città riveste un ruolo importante nella scrittura di De Giovanni, nei romanzi come nelle trasposizioni televisive, e anzi ricorre come elemento di identità anche in altri autori della generazione degli scrittori del noir italiano che si contendono i primi posti delle classifiche dei best-seller, basta ricordare la Roma di Giancarlo De Cataldo o di Antonio Manzini, che attraverso le parole del vicequestore Rocco Schiavone trasporta le espressioni romane anche nella piccola Aosta innevata.
Commissari, vicequestori, malviventi, sono loro i personaggi del noir, un giallo che si tinge di nero, dalle storie a tinte fosche, violente, in cui il confine tra bene e male è avvolto dalla nebbia, un genere letterario che continua a trasformarsi e non smette di appassionare i lettori. Dalla Milano degli anni ’60 di Giorgio Scerbanenco, mitico autore di Venere Privata e Milano Calibro 9, all’esplosione de Il commissario Montalbano di Andrea Camilleri all’inizio degli anni Duemila, dai romanzi di De Cataldo, De Giovanni, Manzini a quelli di Carlo Lucarelli e Massimo Carlotto, fino ai casi giudiziari dell’avvocato Guido Guerrieri firmati da Gianrico Carofiglio e ai gialli “umoristici” di Marco Malvaldi.
Ma la dimensione tetra del noir non accomuna questi autori allo stesso modo. Se il commissario Ricciardi ha un’anima cupa, sorretta anche dalla macabra dote di riuscire a parlare con i morti – per di più con gli assassinati in modo violento – non è lo stesso per Rocco Schiavone, personaggio che già solo per il fatto di essere stato trasferito da Roma ad Aosta e per i suoi comportamenti fuori dagli schemi stimola la risata, in una commistione di dolce e amaro che mostra al lettore, e allo spettatore della fiction, anche il male nella sua più cruda brutalità. Già in Camilleri il noir veniva “addolcito” dal carattere del suo eroe. Montalbano a volte sembra burbero ma è incapace di provare cattiveria, e ad accompagnare la dimensione del giallo, che spesso viene declinato in storie perverse, ci sono dei personaggi ben caratterizzati. Si pensi solo alle iconiche battute di Catarella che va a sbattere sullo stipite della porta o alle passioni di Mimì Augello.
Anche la Rai parte da lontano, con gli indimenticabili sceneggiati degli anni ’60 che hanno reso famosi poliziotti e marescialli. Domenica 27 dicembre 1964 andava in onda la prima puntata del Maigret preferito dallo stesso Simenon, quello interpretato da Gino Cervi e introdotto dalle note di Luigi Tenco. L’inizio di una tradizione che non si è mai fermata, con Ubaldo Lay nei panni del Tenente Sheridan, Tino Buazzelli in Nero Wolfe, Gigi Proietti con Il Maresciallo Rocca, fino a Luca Zingaretti che ha dato il volto a Montalbano. C’è così tanto materiale che il Museo di Roma in Trastevere il 7 ottobre ha inaugurato Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai, una mostra di oltre 200 fotografie e video sulle produzioni Rai del giallo e del noir dagli anni ’50 alle fiction di oggi.
E ancora ci sarà molto altro da leggere e da vedere. Maurizio De Giovanni, in un’intervista a Fanpage, si è lasciato sfuggire che «Arriverà anche il turno di Sara», la profiler dei servizi segreti protagonista della serie di romanzi Sara al Tramonto.