In un secondo Amazon guadagna 3.715 dollari, in un anno la cifra si aggira intorno agli 11 miliardi. Ma nell’anno della pandemia, oltre ai 9 miliardi di dollari guadagnati solo nell’ultimo Black Friday, nel terzo trimestre del 2020, ha registrato il triplo dell’utile rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. In questi mesi la società ha raggiunto i profitti più alti della sua storia, prosperando in un momento invece di crisi economica per tante altre categorie di aziende e lavoratori.
Oggi l’azienda dà lavoro a 840mila persone nel mondo, oltre 8mila 500 solo in Italia. Nel nostro Paese, Amazon dispone di 25 sedi sparse su tutto il territorio. Nei magazzini si lavora a ritmi elevati, «Non tutti riescono a stare al passo», dicono le nostre voci, che si inseriscono in un contesto in cui si sa che chi prova a dire qualcosa, viene rimpiazzato. In Italia, per esempio, ha stupito la storia di Massimo Straccini, 58enne di Ferrara, che viveva in camper nello stabilimento Amazon di Rovigo in cui lavorava e a cui non è stato rinnovato il contratto dopo che aveva raccontato della sua situazione precaria.
Le voci che abbiamo raccolto, restringendo il campo al territorio del Lazio, sono state modificate per garantire loro l’anonimato.
Le difficoltà economiche di un periodo devastante hanno colpito tutti e in Amazon si è sicuri di poter lavorare, «Il colloquio almeno te lo fanno». Nei magazzini e come corrieri per Amazon lavorano persone di tutte le età, giovani con sogni spezzati dalla pandemia, come un designer che aspettava di fare un master, o adulti costretti a tirare avanti barcamenandosi con contratti a scadenza di tre mesi in tre mesi, come sono molti di quelli che regolano i rapporti di lavoro in Amazon Italia.
Leggi le precedenti puntate: L’inchiesta e Una città di poveri sempre più poveri