Da quando c’è il coprifuoco sono in pochi a camminare tra le strade della capitale. C’è chi si affretta a tornare a casa per evitare le sanzioni e chi, invece, di notte lavora ancora.
«Porto un libro sempre con me per affrontare la noia» dice Renato appoggiato al suo taxi, in piazza Vescovio, mentre schiaccia il cartone della pizza che ha appena mangiato. «Lavoro tutta la notte ma non ci sono persone per strada. Da quando c’è il coprifuoco al massimo riesco a fare 6-7 corse, niente rispetto a prima».
Sono le 22.30 quando dalla cucina della Città d’Oriente escono gli ultimi pasti d’asporto. Giorgio, il proprietario, sistema gli incassi della giornata dietro la cassa mentre lo staff si prepara alla chiusura del ristornate.
Gian Paolo, volontario Scout Giordana e il suo cane Panda
«La riunione degli scout per le attività di volontariato è finita tardi» dice Gian Paolo mentre a passo svelto si dirige verso casa. Dall’altro lato della strada ci sono Giordana e Panda. «Dopo una giornata piena al lavoro sono scesa solo per far fare una passeggiata al mio cane prima di andare a letto».
Stefano, autista ATAC Dennis, magazziniere Carrefour
C’è il 310 fermo al capolinea deserto. «Da quando c’è il coprifuoco è sempre così – racconta Stefano, autista Atac-. In periferia sale qualcuno ma soltanto per perdere tempo e fare un giro. In centro il bus resta vuoto, a volte sale qualche clochard per stare al caldo e dormire». Dennis, nascosto dalla porta scorrevole del supermercato Carrefour 24/h, con le mani indica di andar via. «È chiuso, non posso aprire. Stiamo sistemano la merce per domani».
Il supermercato Carrefour di viale XXI Aprile, prima aperto 24/7, da novembre chiude alle 21. Non c’è più nessuno davanti all’ingresso dove gli studenti si ritrovavano per uno spuntino prima di andare a dormire, alle luci dell’alba.
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