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Esclusiva

Febbraio 7 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 30 2022
«Il Papa in TV? Un evento naturale»

Il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda commenta l’intervista da Fabio Fazio definendola una semplice evoluzione del rapporto tra Chiesa e fedeli

“Intervista al Santo Padre”. Non è il titolo di un film, ma l’evento andato in onda a Che Tempo Che Fa. L’annuncio della partecipazione del pontefice al popolare talk show condotto da Fabio Fazio aveva suscitato grande clamore tra fedeli e semplici osservatori, trattandosi della prima volta che un Papa si concedeva ad un’intervista televisiva in diretta, evento da molti considerato epocale. Il direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, lo legge in una luce diversa.

Con Francesco parliamo infatti di un Papa che «azzera le distanze», che ha sempre «non solo predicato, ma praticato la vicinanza, senza mai perdere un grammo di autorevolezza». Proprio per questo secondo il direttore non è il concetto di “rottura” la chiave con cui decifrare l’evento, bensì quello di “continuità”. Una continuità non solo rispetto ad iniziative simili dei suoi più recenti predecessori, come la telefonata a “Porta a Porta” di Giovanni Paolo II o l’intervento di Bendetto XVI alla trasmissione “A sua immagine”, ma una continuità che ha a che fare con la natura e la storia stessa della Chiesa. «La Chiesa», spiega infatti, «ha un legame a doppio filo con la comunicazione fin dalla sua nascita, in quanto la sua missione è quella di annunciare il Vangelo». Una missione che inevitabilmente ha sempre dovuto seguire i rapidi sviluppi dei mezzi di comunicazione: «La tipografia vaticana esiste dai tempi di Gutenberg e Radio Vaticana è iniziata già con Marconi», sottolinea, aggiungendo che l’attuale pontefice ha aumentato fortemente la sua accessibilità, lasciandosi anche ritrarre dai fedeli nei selfie e utilizzando twitter, «ma va ricordato che l’account Pontifex è stato aperto da Benedetto XVI. Insomma dove la comunicazione si evolve, la Chiesa c’è».

Nonostante ciò, l’iniziativa di Papa Francesco ha comunque suscitato polemiche, anche sul fronte cattolico, in quanto secondo alcuni blog la concessione di un’intervista avrebbe contribuito a intaccare la ieraticità della figura del pontefice. Sta di fatto che Papa Francesco fin dall’inizio non ha voluto restare chiuso nelle stanze vaticane, ma agire concretamente. «Non mi sono neanche trasferito nell’appartamento pontificio», ha detto infatti il Santo Padre nel corso dell’intervista, «Perché io non sono un santo e ho bisogno del contatto umano». Un modo in più per abbattere quella “Cultura dell’indifferenza” che il Papa ha attaccato nel corso della conversazione, definendo «criminale» il trattamento dei migranti ed esprimendo preoccupazione per la totale indifferenza nei confronti dei palesi effetti del cambiamento climatico. «Il santo Padre ha predicato più volte contro le violenze contro i migranti e l’inquinamento», commenta il direttore Monda, «ma ha anche preso iniziative concrete con la creazione del Dicastero dello Sviluppo Umano e Integrale, che mette insieme vari uffici precedenti e monitora attentamente tali questioni».

Papa Intervista
Il Papa durante l’intervista (Frame RaiPlay)

La passione mostrata dal Papa su questi argomenti non ha evitato le critiche di chi ha sottolineato come non gli siano state poste domande sugli abusi all’interno della Chiesa. Ma la sensazione che ha provato il direttore dell’Osservatore Romano nell’ascoltare le parole del Papa, soprattutto nell’emozionante passaggio in cui ha detto di non comprendere il mistero della sofferenza dei bambini, «è stata che quelle parole facessero riferimento non solo alla morte e alle malattie, ma anche alla fame alle guerre e a tutti i tipi di violenza nei confronti dei più piccoli». Il tema degli abusi rientra, secondo il direttore, anche nella critica che il Santo Padre ha mosso alla Chiesa sul tema della mondanità, che significa «vivere la Chiesa secondo una logica di potere, che è la stessa da cui nascono gli abusi sessuali». Questo in tutti gli ambienti, non solo in ambito ecclesiastico. «Non a caso il pontefice nell’intervista ha portato l’esempio dei datori di lavoro che chiedono favori sessuali alle loro dipendenti. Ogni abuso è abuso di potere, una logica, quella del potere a cui il Santo Padre contrappone la “logica del servizio”».

L’intervista che ha avuto luogo nel salotto di Fabio Fazio rappresenta dunque la naturale evoluzione dell’opera comunicativa del pontefice, che «non è chiamato a essere in continuità con i suoi predecessori, semmai con Cristo, il più grande comunicatore della storia».

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