Introduce così la vice presidente della LUISS Paola Severino la quinta edizione del progetto “Legalità e Merito“, organizzato in collaborazione con il ministero della Giustizia, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Csm, Dna, Anac e Lottomatico con l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura della legalità tra gli studenti e le studentesse delle scuole superiori, con particolare riguardo agli istituti scolastici collocati in contesti di maggiore disagio sociale.
Protagonisti di questo progetto, in una serie di incontri che si terranno tra marzo e maggio, saranno 121 studenti universitari LUISS “ambasciatori della legalità”, ragazzi di 18 istituti scolastici, di 4 istituti penali minorili e di 2 uffici di servizio sociale per minorenni, coordinati da 27 giovani dottorandi, assegnisti, ricercatori e tutor di Ateneo, nell’intento di rieducare alla legalità «perché solo questo abbatterà le recidive, sanzioni e rieducazione: non altro» commenta la Professoressa Paola Severino.
«Dobbiamo impegnarci perché la legalità entri a far parte del DNA dei cittadini». L’intervento della ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa risuona nell’Aula Magna, rompendo le distanze fisiche causate dal collegamento video. «Oltre all’educazione serve il diffondere la cultura della legalità in ogni modo possibile, per saper rendere ognuno più consapevole».
Una rieducazione non solo in senso civico, ma sociale, che fa sentire «come ognuno di noi partecipi alla vita collettiva e permette agli altri di essere cittadino attivo del nostro paese» aggiunge il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Il ministro si rivolge agli studenti in sala, sottolineando come legalità e merito, come in questo progetto, vanno di pari passo e come il merito non debba essere «un’ossessività valutativa», ma un’azione collettiva. «Se potremmo portare tutti nell’opportunità di esprimersi al meglio, avremo ristabilito il merito che permette a tutti di partecipare alla vita collettiva».
I giovani ambasciatori della legalità riempiono le fila dell’aula magna, consapevoli della responsabilità di dover diffondere le loro conoscenze “ma non solo, dovete essere portatori sani del virus della legalità” li incalza Giovanni Russo Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo f.f.
Dalla sua esperienza e nel suo ruolo istituzionale, Giovanni Russo ha ribadito come il contrasto all’illegalità non avviene solo a livello internazionale, ma si combatte anche nei semplici gesti “come far rispettare le regole di un gioco: le regole della quotidianità”.
“Queste sono le regole che tengono insieme la comunità” sottolinea anche Giuseppe Busia Presidente Anac. “Fare anticorruzione vuol dire lottare per la legalità e il merito che ti permettono di stare insieme al di là dei confini perché ci si riconosce come uguali. Si compete con regole uguali”.
“Il merito non esclude nessuno”, continua “arricchisce l’altro, non è un gioco a somma zero. È uno scambio del prendersi cura di un bene comune. Questo è il cammino al quale siete chiamati e adesso siete qui a scrivere cosa è legalità e merito”.
La conferenza non poteva non toccare gli eventi geopolitici che stanno sconvolgendo, in queste ultime settimane, il nostro mondo:“stiamo assistendo a spettacoli terribili e dobbiamo essere rispettosi della legalità anche in questo momento. L’Italia non può entrare in guerra perché è vietato dalla Costituzione, e un motivo importante c’è” sottolinea Paola Severino “bisogna rispondere alla violenza con la legalità e questo è il senso delle sanzioni che stiamo effettuando alla Russia. Giovanni Falcone diceva, ‘dire no all’illegalità sembra difficile, ma se si riesce a dire quel no, la tua vita cambierà verso un futuro di speranza”.
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