Non sono mai stati così pochi i fiocchi nascita sulle porte degli italiani. 399.431, trecento novantanove mila quattrocento trentuno, il minimo dal 1861. È ancora un vuoto a perdere di nascite quello registrato nel 2021, per la prima volta sotto la soglia di 400 mila nuovi nati. Secondo l’Istat rispetto al 2008, anno in cui si era registrato il massimo relativo di nascite, il crollo è stato del 31%. A restituire la misura del fenomeno basti pensare che per ogni 100 bambini nati nel 2008, nel 2021 ne sono nati 69.
Un minimo storico influenzato dagli effetti sociali e psicologici della pandemia sui progetti di genitorialità dei giovani, ma anche un indice del profondo mutamento della società.
Già i primi dati relativi alle nascite avvenute dopo lo scoppio dell’emergenza Covid avevano fatto ipotizzare una correlazione tra la presenza del virus e il calo della natalità. Rispetto ai primi mesi del 2020, nei quali la discesa delle nascite era proceduta con un ritmo sovrapponibile a quello del periodo precedente, per tutto l’ultimo bimestre dell’anno le nascite sono diminuite. Questo faceva supporre che la scoperta dei primi casi di coronavirus in Italia registrati a febbraio 2020 si era riflessa nel calo delle nascite a distanza esatta di nove mesi, ovvero il tempo di una gravidanza.
La congettura è stata confermata dai dati relativi ai mesi successivi. Se, infatti, a marzo c’è stato un leggero rialzo corrisposto all’ottimismo, rivelatosi eccessivo, circa la fine della pandemia nei mesi di maggio, giugno e luglio 2020, nei primi mesi estivi del 2021 il trend è tornato negativo, in corrispondenza della recrudescenza pandemia registrata tra ottobre e novembre. Di nuovo ad agosto, ovvero di riflesso allo scemare della seconda ondata, la diminuzione delle nascite è rallentata fino a che il fenomeno si è completamente ribaltato facendo segnare un aumento a fine anno.
I dati dell’Istat vengono confermati da quelli messi a disposizione su Google Trends. Il picco dell’interesse per la query “sono incinta”, in un periodo che va da giugno 2020 ad oggi, si è registrato proprio intorno alla settimana a cavallo tra maggio e giungo 2021. Queste ricerche, in forza di logica, dovrebbero aumentare a ridosso di un risultato positivo del test di gravidanza, che in genere si effettua tra la sesta e la nona settimana di gestazione. Il volume maggiore di ricerche su Google, dunque, corrisponde al sesto o settimo mese precedente le nascite, il che è in linea con l’aumento registrato da Istat negli ultimi due mesi dell’anno appena conclusosi.
Anche geograficamente le nascite hanno seguito l’andamento della pandemia, motivo per cui in corrispondenza della seconda ondata, che ha colpito con maggior forza le regioni del centro-Sud, il conto delle nascite, specie tra giugno e luglio 2022, è più basso.
Dal punto di vista anagrafico si conferma un dato già emerso nei precedenti report dell’Istat: a scegliere di fare figli sono in numero sempre minore le donne under 35. Questo è indicativo di quanto l’incertezza economica e lavorativa, accentuata nelle giovani generazioni, rallenti l’attuazione dei progetti di genitorialità. Il sogno di costruire una famiglia, però, è ancora forte nei giovani, tanto che, come riporta l’Istituto nazionale di Statistica i matrimoni celebrati nel 2021 sono 179 mila, il doppio rispetto all’anno precedente.
Questo dato non è soltanto l’esito diretto della posticipazione all’anno successivo dei matrimoni fissati per il 2020 e non celebrati a causa della pandemia, ma anche spia di una possibile inversione di segno nell’andamento delle nascite. Le nozze celebrate tra luglio e agosto 2021 superano del 9% quelli celebrate nello stesso periodo del 2019 e, se si considera che oltre due bambini su tre nascono all’interno del matrimonio, l’auspicio è che l’impennata possa corrispondere anche a un aumento delle nascite.
Fiocchi bianchi che potrebbero colorarsi presto di rosa e d’azzurro, tornando a decorare le porte degli italiani.