Bellezza e corpi non conformi si riappropriano dello spazio che non hanno mai avuto all’interno della società eteropatriarcale. A Palazzo Merulana, dal 10 giugno al 3 luglio, la mostra ULTRAQUEER – Espressioni artistiche e metagender indaga il linguaggio espressivo e il modo di essere queer, offrendo un’occasione di approfondimento e rappresentazione a tutte quelle realtà identitarie, di genere e orientamento sessuale che finora non sono state rappresentate.
«UltraQueer è il nostro modo di essere, come immaginiamo il mondo da oggi in poi. È un progetto che va al di là di differenze e stereotipi e lo fa partendo dal nome. Ultra sta per guardare avanti, andare oltre il piano di genere, queer è l’oggetto di indagine e la modalità con cui ci siamo posti». Nicola Brucoli fa parte di TWM Factory, la realtà culturale e creativa che ha curato la mostra. «Dopo esserci calati in una dimensione urbana con Riscatti di città (precedente mostra di TWM Factory a Palazzo Merulana ndr.), oggi parliamo di identità di genere e cerchiamo di occuparci delle persone, che sono quelle che poi vivono la città ogni giorno».
La mostra è divisa in quattro sezioni tra loro interconnesse, che ripercorrono la dimensione queer con illustrazioni, fotografie, video e arte contemporanea. La sex positivity è l’area in cui la sessualità viene indagata nella sua pluralità di forme, con opere che sfidano i tabù della nostra società e mettono in discussione il concetto stesso di piacere. L’espressività di genere è la sezione in cui si dà ampio spazio alla libertà individuale, ai molteplici modi in cui si possono esprimere le identità di ognunə. Il corpo non conforme, invece, è il luogo in cui realtà considerate imperfette ritrovano la bellezza e la centralità che da sempre gli è stata negata dal regime eteropatriarcale. Infine il mostruoso queer è la sezione in cui opere perturbanti si allontanano con consapevolezza dai codici estetici eteronormativi, per riappropriarsi del processo di ‘mostrificazione’ a cui viene sottoposta la comunità LGBTQIA+ e farne uno strumento di lotta.
La mostra si conclude con un’area dedicata a manifesti, riviste e fanzine del Centro di Cultura Omosessuale Mario Mieli e al materiale del Centro di Documentazione Aldo Mieli. Un archivio storico che ripercorre le battaglie del movimento di liberazione omosessuale a Roma dai primi numeri della rivista FUORI! alle campagne degli anni Duemila. «È stato un onore poter avere accesso ai documenti del CCO Mario Mieli e a una storicizzazione del percorso fatto fino ad ora», commenta la direttrice di Palazzo Merulana, Paola Centanni. «Bisogna avere un punto di partenza e capire dove siamo arrivati, per trasmettere alle nuove generazioni l’accettazione della non conformità come uno status del nostro essere».
ULTRAQUEER è il frutto del lavoro di artisti e artiste che vivono ogni giorno l’essere queer, andando al di là di limiti ed etichette che non possono e non devono descrivere la società e le persone che la compongono. «È un percorso di inciampi, che noi speriamo porti a fermarsi e a riflettere. Vorremmo che da questa mostra scaturissero nuove consapevolezze, nuova autoriflessione, ma anche dei dubbi, che mettano in discussione quello che siamo abituati a credere», conclude Nicola Brucoli.
«Noi di TWM Factory viviamo questa mostra come il nostro coming out. Da oggi ancor di più prendiamo l’impegno di scardinare le ombre e tutti i muri che abbiamo di fronte. Da oggi ancor di più cercheremo di andare incontro a una libertà totale di espressioni, a una libertà individuale che ci caratterizza e che cerchiamo di promuovere. Io credo che UltraQueer siamo tutti noi. Da oggi, però, spero possiate esserlo un po’ di più anche voi».
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