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Esclusiva

Settembre 5 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Settembre 13 2022
La terza pagina del Web

Tre è il numero perfetto.  

Secondo la scuola pitagorica è una sintesi del pari e del dispari mentre secondo i cristiani il tre è legato alla Trinità.  

Oltre ad essere perfetto è sempre stato ricorrente sia nella mitologia greca (le tre grazie, i tre giudici di inferno, le tre teste del cane Cerbero etc.) che nella bibbia (per tre volte Gesù resuscita un corpo morto, le tre grandi tentazioni di Gesù nel deserto etc.).  

Per non parlare delle cose più comuni a cui possiamo pensare come i tre colori primari o le tre chiavi della musica. 

Non a caso, quindi, la sezione “cultura” nei giornali è storicamente a pagina tre.  

Con gli anni però la terza pagina ha cominciato a trasformarsi.  

In alcuni giornali prendeva altri nomi come, ad esempio, Società e Cultura della Stampa oppure veniva trasformata in supplementi, come La lettura del Corriere della Sera

Ancora, gli articoli prima ospitati dalla sezione cultura venivano collocati in varie pagine interne del giornale. 

Oggi, con l’abbandono graduale della carta stampata e un attaccamento crescente al mondo del web, le cose non possono che cambiare nuovamente.  

I siti web dei vari giornali non hanno pagine ma categorie, hashtags e una sezione home che si aggiornano costantemente; indirizzare quindi l’attenzione del lettore, di qualsiasi età, verso qualcosa di specifico risulta impossibile.  

Come si può mantenere il significato della pagina tre e l’importanza della cultura in sé sul Web?  

In un periodo storico dove la politica interna e internazionale calamitano l’attenzione riempiendo le prime pagine di tutti i giornali sia cartacei che online, prendendo uno spazio discreto dell’informazione di oggi, la cultura è messa quasi sempre in secondo piano e questo porta a credere che, essendo la rete un mezzo di comunicazione e informazione dispersivo, non ci sia più spazio per la cultura.  

Invece ci si dovrebbe concentrare su una produzione e trasmissione di sapere in maniera differente. 

Oltre ad aver visto nascere mezzi d’informazione indipendenti (come Will e Torcha) trattare argomenti di interesse socioculturale solo attraverso i propri profili social, l’internet stesso sta creando spazi culturali virtuali. Come, ad esempio, Google Arts & Culture. Creato nel 2011, nasce come raccolta di opere d’arte in alta definizione. Inizialmente prendeva sculture e quadri dai principali musei del mondo, con una tecnologia Street View (già utilizzata per Google Maps), mentre ad oggi permette di visitare virtualmente addirittura luoghi, musei, eventi e personaggi storici. Attraverso anche alcune simpatiche funzioni come Art Selfie “A che opera d’arte somigli?”, ha avvicinato migliaia di visitatori virtuali internazionali alla cultura universale.  

Ma il passaggio dalla carta stampata al Web non è così superficiale, immediato o tantomeno scontato. 

Il filosofo canadese Marshall McLuhan (1911-1980) afferma che bisogna studiare i media in base ai “criteri strutturali con cui organizzano la condivisione”. Il concetto ultimo è che “il medium è il messaggio” e non è neutrale proprio a causa della sua particolare struttura comunicativa che porta gli utenti alla formazione della forma mentis (modo di vedere). McLuhan fa una profonda riflessione su come l’invenzione di Gutenberg (stampa a caratteri mobili) sia la radice dell’evoluzione storica e culturale occidentale. Si passa infatti da cultura orale a cultura alfabetica e questo porta all’esperienza che, d’ora in avanti, si riduce ad unico senso: la vista.  

Secondo McLuhan la stampa è la tecnologia che ha reso possibile l’avvento dell’età moderna e afferma che la struttura mentale delle persone e della cultura siano influenzate dal tipo di tecnologia di cui tale società dispone. Il filosofo scomparso nel 1980 non ha però potuto assistere alla nascita e allo sviluppo di Internet. È qui entra in gioco il sociologo spagnolo Manuel Castells, che parafrasando Galassia Gutenberg di McLuhan, ha scritto a sua volta un saggio dal titolo Galassia Internet dove individua 13 caratteristiche fondamentali del paesaggio dei nuovi media: 

La terza pagina del Web

Il passaggio dalla carta stampata al Web quindi non è altro che la necessaria evoluzione della società di oggi. La terza pagina non è più unica e sola ma può contare su un metodo di diffusione e accessibilità migliore rispetto a vent’anni fa. Il lavoro che si dovrà fare per far sì che l’accesso all’informazione e alla cultura sia sicuro è quello di creare strumenti adatti per poter usufruire di fonti certificate senza cadere nella trappola delle fake news e informazioni manipolate. 

Sarà una sfida per le scuole, università e istituzioni che si occupano di promuovere la conoscenza, che insieme dovranno trovare il modo più sicuro per continuare questa trasformazione mantenendo la serietà e l’importanza che la terza pagina ha sempre avuto.  

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