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Esclusiva

Giugno 9 2022
Super cinquina, sono sette per il premio Strega

“Spatriati” di Marco Desiati primo in classifica, seguito da “Quel maledetto Vronskij” e “Randagi”

Sono sette i titoli finalisti che concorreranno a vincere il Premio Strega 2022. Per la prima volta nella storia non solo un quinto e un sesto posto in ex aequo, ma un settimo posto guadagnato da Nina sull’argine di Veronica Galletta. Secondo il regolamento, infatti, se nei primi cinque titoli non è presente un libro di una casa editrice medio-piccola, entrerà automaticamente in finale il primo romanzo in classifica di un piccolo editore, in questo caso il lavoro della Galletta, appunto.

Circondati dalle pietre grigie e i fiori gialli del teatro romano di Benevento, i finalisti salutano il pubblico in un abbraccio con sorrisi entusiasti e qualche sguardo stupito. Davanti alla notizia del quinto posto, Fabio Bacà dichiara solo «un delirio, un delirio!»

La decisione è stata presa dai membri storici della giuria, i 183 lettori legati agli istituti di cultura italiani all’estero, il gruppo Amici della domenica e i lettori delle librerie italiane. I favoriti nelle varie votazioni parziali, che sono state presentate nella serata dello scorso 8 giugno, sono stati Niente di vero, Spatriati, Randagi ed E poi saremo salvi.

Super cinquina, sono sette per il premio Strega
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Ma al primo posto della classifica finale, con 244 voti, spicca Spatriati di Mario Desiati che, come ha affermato lo stesso autore, non significa ‘senza patria’ ma «colui che ha perso la strada». Spatriati è un viaggio alla ricerca di sé stessi attraverso l’amore tra due adolescenti: Francesco e Claudia. «Ma è anche la mia storia. Anche io mi sento spatriato ed è stata la letteratura a salvarmi. I romanzi, i film, sono come dei fantasmi, ti lasciano qualcosa di intangibile che resta per sempre e ti fa stare bene».

«Non mi aspettavo di vincere. Dicono che questi sette finalisti siano degli outsider: ne sono felice perché anche il mio libro, a suo modo, parla di emarginati, di diversi».

Nell’arco della serata i vari artisti si sono alternati in terzetti per parlare nel loro romanzo. Una finestra sul processo creativo delle varie storie in gara e un modo per comprendere le motivazioni che hanno mosso gli autori, non senza momenti di ironia e autoironia, come per Storia Aperta di Davide Orecchio: «Il romanzo parla di un rapporto travagliato tra padre e figlio, in particolare quello con mio padre». Quando all’autore, non finalista, è stato chiesto se un libro fosse sufficiente per poter sanare un rapporto con un genitore, la risposta è stata «beh per me sì… sono 600 pagine!».

«Non so se il mio romanzo dovrebbe vincere il premio. Credo solo che Randagi sia un romanzo classico che guarda ai grandi romanzi di formazione, ma che si rivolge alle nuove generazioni». Marco Amerighi accede alla finale con un romanzo che racconta le difficoltà di sopravvivere a un destino già scritto, come quello di Pietro Benati che vive nella paura della “maledizione degli scomparsi” che aleggia sui membri della sua famiglia, in particolare sugli uomini Benati.  

Solo quarto Niente di vero di Veronica Raimo, già vincitore del premio Strega giovani lo scorso sette giugno, votato dagli studenti di alcune scuole superiori italiane. Il suo romanzo, autobiografico e dall’ironia tagliente, si trasforma in una riflessione sui ricordi e la memoria.

«Vincere il premio Strega mi ha dato la possibilità di dedicare il giusto tempo ai miei futuri romanzi. Si affronta il proprio lavoro con una consapevolezza diversa» questo è quello che augura Melania Gaia Manzucco, vincitrice del premio Strega 2003 con Vita, ai finalisti di quest’anno. Non resta che attendere il prossimo sette luglio per la proclamazione del vincitore.

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