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Esclusiva

Gennaio 28 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 16 2023
Lo sport del futuro? Ci giocano i pensionati

Negli Stati Uniti sono tutti pazzi per il pickleball, su cui hanno già scommesso star del settore come LeBron James e Tom Brady

Ve lo ricordate il padel? Il nuovo, fiammante sport che ha colonizzato ogni angolo d’Italia? Ecco, presto potrebbe essere già obsoleto. Dall’altra parte del mondo, oggi, non si parla d’altro che del Pickleball, «lo sport che sta crescendo più di tutti negli Stati Uniti». Scrive il New York Times che è «pronto per il prime time», sulle pagine del New Yorker si domandando: «Può il Pickleball salvare l’America?».

Le star dell’industria LeBron James e Tom Brady hanno investito milioni sulla Major League Pickleball, campionato professionistico nato un anno fa e già pronto a rompere il tetto di due milioni di dollari in premi. Merito anche di figure come Sam Querrey, che è passato dall’essere numero 11 al mondo nel tennis al reinventarsi professionista nello sport del momento. O di Nick Kyrgios e Naomi Osaka, che sono ancora in attività ma hanno comprato una squadra a Miami.

Che cosa è il Pickleball

Il Pickleball è uno sport di racchetta a metà strada fra ping pong, tennis e badminton. I puristi del tennis lo guardano con sdegno, perché la “pala” e la palla di plastica forata non producono il classico rumore della pallina che sbatte contro le corde e non c’è terra che si alzi nelle — rare — scivolate sul campo, che è di dimensioni ridotte (6,1×13 metri). Si può giocare in singolare, ma è più popolare il doppio. Le regole sono simili a quelle del padel, con una particolarità su tutte: la zona del no-volley, cioè i primi due metri di distanza dalla rete, nella quale non si può colpire al volo.

Dal 2020 al 2021 i praticanti in America sono cresciuti del 39% e oggi sono circa 5 milioni. Un mercato che vale $152.8 milioni e che, per Absolute Report, ne varrà $256.1 nel 2028. Il poco sforzo fisico richiesto agli amatori è stato un magnete per sportivi della terza età, che vogliono continuare a sferrare volée ma non possono più permettersi le corse sui lunghi e larghi campi da tennis. In generale, la chiave del successo è la facilità con cui si passa dall’impugnare la racchetta la prima volta all’essere capaci di giocare un match. «Bastano un paio d’ore per scambiare con disinvoltura».

A parlare è Zelindo Di Giulio, presidente e fondatore dell’Associazione Italiana Pickleball. Lui è anche giocatore, e la sua storia è l’esempio migliore del perché questo sport stia spopolando. Zelindo è un totale autodidatta. Ha cominciato nel 2017 copiando le mosse dai video su YouTube e in una manciata di mesi è arrivato a giocare un torneo internazionale, in Spagna. Caso volle che in quel momento si stesse disputando anche il mondiale e, essendo lui e il suo compagno gli unici italiani in giro, gli venne chiesto di rappresentare l’Italia. Senza mai aver fatto una lezione, certo, perché mica esistevano maestri. Quanti altri sport possono portarti così vicino al cielo in così poco tempo?

Un anno dopo ha fondato l’Associazione Italiana Pickleball. È nata nel 2018 e la sede non è a Roma né a Milano. La «capitale del Pickleball» è Tocco da Casauria, paesino in provincia di Pescara che ha dato i natali a Di Giulio e i suoi compagni di gioco. Potrebbe sembrare un segnale della provincialità del progetto, ma per il presidente è un modo di mantenere la storia dello sport vicina ai suoi pionieri.

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Chi gioca al Pickleball

Se «i milioni di giocatori in America sono soprattutto i pensionati», l’identikit per l’Italia è più vago: «sono i curiosi, gente di tutte le età che dopo aver provato torna sempre», spiega Di Giulio. Ma il boom a stelle strisce è ancora lontano. Si stima che qui siano «fra le 1500 e le 1800 le persone che hanno giocato almeno un paio di volte», mentre sono circa 300 gli agonisti iscritti in Italia, la maggior parte dei quali hanno scoperto il gioco nel 2022. Loro non sono professionisti, ma amatori che si allenano due o tre volte a settimana. Tanto basta per prepararsi ai più importanti tornei in Europa, «dove i professionisti, come li intendono negli Usa, saranno al massimo due o tre».

Il momento d’oro del Pickleball in Italia deve ancora arrivare, secondo il suo pioniere. L’Associazione è stata appena incorporata dalla Federazione Italiana Tennis e Padel, e Di Giulio è convinto che sarà quella la molla per arrivare a un pubblico sempre maggiore. E far scoprire agli scettici che «giocato a un buon livello non è solo spettacolare, ma proprio complicato, altro che racchettoni», come dice qualcuno. Bastava già l’approvazione di LeBron, che conta di aver piazzato l’ennesima schiacciata della sua carriera da investitore.