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Esclusiva

Febbraio 24 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 27 2023
«La cucina per salvare il mio Paese»

Il famoso chef Yevhen Klopotenko cucina gratis per i profughi ucraini nei suoi ristoranti

«Avevo 8 anni quando sono andato in Italia per la prima volta. La cucina italiana mi ha influenzato molto come chef. A 16 anni ho cucinato per la prima volta la pasta aglio e olio. Il mio cuore ha cominciato a battere e così ho capito che volevo diventare un cuoco». È curioso pensare che il più famoso chef ucraino abbia cominciato proprio dalla cucina italiana. La carriera di Chef Yevhen Klopotenko è iniziata da molto giovane prima come bartender, poi cameriere e poi ancora manager fino alla partecipazione del contest Masterchef Ucraina che gli valse la vittoria e il lancio verso una stellare carriera come cuoco.

Oggi, chef Klopotenko ha 36 anni e in nove anni di carriera è diventato uno dei più famosi cuochi ucraini che hanno influenzato la gastronomia e lo stile di vita del suo Paese.

«Ora è cambiato tutto». Non sembra mesto chef Klopotenko, cerca di raccontare la sua esperienza col sorriso, scherzando e mostrandosi sicuro del suo lavoro e della sua esperienza a Kiev, ma è facile immaginare la drammatica esperienza che ha vissuto. «Era notte quando iniziò l’attacco. Credo le 4.30 del mattino. Il mio primo pensiero è stata mia sorella e i suoi figli che non avevano la macchina per scappare. Così mi sono messo subito alla guida. Non sapevamo cosa fare, guardavamo le notizie e io cercavo di capire come potevo rendermi utile» ed è quello che fa.

Chef Yevhen Klopotenko decide di mettere la sua cucina a disposizione del suo popolo. Si sposta a ovest verso i campi profughi e comincia a cucinare per i suoi connazionali. Nella stazione dei treni, offre conforto, un pasto, un the caldo, un abbraccio. «Volevo che sapessero che non esistono persone famose o meno. Siamo tutti uguali, soprattutto davanti a questa situazione. Combattiamo tutti contro lo stesso nemico».

Chef Klopotenko cucina per il popolo ucraino
Chef Klopotenko cucina per il popolo ucraino

Chef Klopotenko ha due ristoranti, uno a Kiev e uno a Leopoli. «Nei miei ristoranti le persone possono venire a mangiare gratis. Non voglio che la sentano come elemosina, li tratto proprio come tutti i miei clienti». Un gesto semplice eppure fondamentale in un momento in cui il cibo è così importante. «Sono abituato a cucinare con prodotti particolari, mai visti prima, perché volevo far provare nuovi prodotti agli ucraini. Adesso cerco di utilizzare prodotti locali, per aiutare i contadini ucraini».

«I miei obiettivi sono cambiati. Volevo portare la nouvelle cuisine in Ucraina. Avevo tanti progetti, volevo andare in America e conoscere nuovi chef e ricette. Da quando è iniziata la guerra ho iniziato a reagire in base all’esigenza delle persone, dei loro bisogni, dei loro desideri. Ho creato delle ricette più divertenti per far distrarre gli ucraini e altre che sanno più di casa, di tradizione, per poterli abbracciare col cibo. Non ho lasciato il mio paese perché sapevo che non sarei stato d’aiuto altrove».

Ancora oggi chef Klopotenko cucina per i profughi, per chi è rimasto e chi è dovuto restare, per chi combatte, per chi vive al buio la maggior parte del tempo e sotto attacco almeno una volta a settimana: «il problema non sono le bombe o il buio, è l’assenza del wifi!» scherza, ma con un fondo di verità. Essere senza internet significa essere senza contatti esterni, senza informazioni, senza conoscenze: è davvero essere al buio.

«Voglio solo ringraziare gli italiani per il supporto e la vicinanza che stanno mostrando e perché senza di loro non avrei mai iniziato a cucinare. Il mio messaggio è che per quanto il cibo sia amore e non abbia confine, quando c’è la guerra questo cambia. Ci sono confini e ci sono barriere, c’è mancanza, c’è fame. Il cibo può salvare la vita, lo ha fatto per me e cerco di farlo per il popolo ucraino».

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