«Il bunker sotterraneo segreto, costruito a una profondità di 400 piedi (120 metri), ospitava diversi ufficiali e consiglieri della NATO (in pensione). Più di 300 persone in totale. Finora, secondo il portale greco, 40 persone sono state estratte da sotto le macerie della sede sotterranea, ma la maggior parte delle persone sono morte senza essere state ritrovate», si legge in un articolo pubblicato il 16 marzo dal sito Europereloaded.com, che sostiene di aver appreso l’informazione dal sito Pronews. Notizia ricondivisa in Italia dal profilo Twitter @_NSA_. La bio recita: «Fanculo NATO. Fanculo USA. Fanculo Ucraina». La notizia che parla di una presunta distruzione di un bunker NATO a Kiev è stata riportata anche da altri siti, come «Alternative Foreign Policy» e «Inteldrop».
Nell’articolo si fa riferimento anche alla provenienza degli agenti NATO uccisi dal missile ipersonico Dagger: «La maggior parte di loro sono inglesi e polacchi, ma c’erano anche americani e rappresentanti di aziende private che si occupano di comunicazioni e trasmissione dati».
ATTENDIBILITÀ DELLA FONTE
Il giornalista e ricercatore sulla disinformazione, Barrett Golding, in seguito allo scoppio della pandemia, ha aperto nel 2020 un hub digitale (Iffy News) in cui valuta l’affidabilità di più di 1500 siti online. Un indice di affidabilità «basso» è quello assegnato a Europereloaded.com, il primo che ha ripreso la notizia dal sito greco ProNews, media che fornisce notizie ingigantite ed esclusivamente a trazione filorussa nella narrazione dell’invasione dell’Ucraina.
IL DEBUNKING DELLA NOTIZIA
La propaganda di Mosca fa spesso riferimento alla possibilità che sul territorio ucraino siano presenti dei contingenti NATO, prova del fatto che, oltre al sostegno logistico e di rifornimenti, i paesi occidentali sarebbero direttamente coinvolti nel conflitto.
Gianluca Di Feo, vicedirettore de «La Repubblica» ed esperto di strategie militari, sottolinea come l’operatività di un bunker a Kiev sia improbabile anche dal punto di vista logistico: «La presenza di personale NATO in Ucraina è inverosimile. Sono presenti dei contractor che svolgono attività di addestramento e di combattimento, ma un centro di comando, per giunta a Kiev, non ha senso. I centri di comando si trovano – il più vicino è a Rzeszow in Polonia– a centinaia di chilometri dalle zone di combattimento. Faccio l’esempio delle missioni aeree che si svolgono nel Baltico e in Scandinavia e che sono gestite da una base che si trova in Germania, nell’Alta Renania. La fisicità dei comandi mai come oggi è stata stravolta».
Un altro aspetto da tenere in considerazione per quanto riguarda la narrazione dell’articolo è il fatto che l’Ucraina non è stata invitata formalmente all’interno della NATO, al contrario di quanto accaduto recentemente con Svezia e Finlandia. Come ha affermato a Zeta il terzo segretario dell’ambasciata ucraina in Italia, Yevgheni Voloshshenko: «sul nostro territorio non possono essere presenti oggetti e sedi NATO, in quanto non siamo un paese membro».
«Inoltre, se i russi avessero evidenze della presenza di un bunker NATO non lo bombarderebbero ma ne farebbero uno strumento di propaganda, perché non avrebbero alcuna convenienza nel distruggere un centro di comando occidentale che vorrebbe dire l’ampliamento del conflitto», continua Di Feo.
All’interno dell’articolo vengono presentate, per avvalorare la tesi, delle caratteristiche tecniche che posseggono i missili che hanno colpito il presunto bunker. «Il Dagger è l’ultimo sistema missilistico aerobalistico ipersonico russo trasportato da caccia MiG-31K appositamente equipaggiati. Il missile ha una bassa visibilità radar e un’elevata manovrabilità ed è progettato per distruggere bersagli terrestri e marittimi», ma «sebbene sia vero che questi missili sono difficili da intercettare – spiega Di Feo – questa artiglieria ha 450 kili di esplosivo ad alto potenziale, che non è in grado di distruggere un bunker a 120 metri di profondità».
CONCLUSIONE
Non ci sono prove del fatto che a Kiev sia presente un centro di comando sotterraneo della NATO e che questo sia stato distrutto dall’esercito russo facendo 400 morti. L’articolo presenta alcune verità tecniche, ma con una mancanza di prove documentali che avvalorino queste tesi.