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Esclusiva

Marzo 9 2023
No, non è vero che la Nato ha inviato 20.000 soldati polacchi in Ucraina

Alcuni siti di disinformazione stanno riproponendo una frase di un ex colonnello americano, Douglas MacGregor, ma è una fake news. L’Ambasciata Polacca a Roma smentisce a Zeta la notizia

Domenica 5 marzo, sul quotidiano on line “Affari Italiani” è stato pubblicato un articolo così intitolato: Nato, inviati 20.000 soldati polacchi in Ucraina. Rivelazione choc. E dagli Stati Uniti laboratori per la guerra biologica.

L’articolo risulta a firma di Alfredo Tocchi, autore di diversi articoli per “Affari Italiani” e per “Il Giornale d’Italia” su cui, lunedì 6 marzo, viene ripubblicato lo stesso articolo (identico parola per parola) dal titolo leggermente diverso: Ucraina, Douglas MacGregor: “NATO ha inviato 20000 soldati polacchi. Combattiamo l’inevitabile”.

In parallelo, l’articolo si trova pubblicato in inglese – identico, ma Tocchi non è segnalato come autore – su altri siti online, come Time.news e Breakinglatestnews.com. Stabilire se sia stato Tocchi a copiare l’articolo inglese o viceversa è complicato, data la coincidenza della data di pubblicazione (in italiano e in inglese domenica 5 marzo): è possibile sottolineare, tuttavia, che la tendenza a copiare e riproporre articoli identici sia tipico dei siti e dei canali Telegram che diffondono informazioni false o difficilmente verificabili.

Check n. 1 L’invio di soldati polacchi in Ucraina da parte della Nato

Nell’articolo, la prima informazione che viene data è che:

«In un’intervista del 1° marzo 2023, il Colonnello Douglas MacGregor ha dichiarato che 20.000 soldati polacchi sono stati inviati a combattere in Ucraina dalla NATO».

L’autore, tuttavia, non inserisce alcun link all’intervista a cui fa riferimento: o meglio, lo fa tre paragrafi dopo, allegando all’articolo un video pubblicato su YouTube in cui lo scrittore americano Stephen Gardner intervista Douglas MacGregor.

MacGregor è un ex colonnello, ora in pensione. Ha lasciato l’esercito nel 2004 e negli anni successivi ha cercato di entrare in politica. Nel 2020, il presidente americano Donald Trump lo aveva proposto come ambasciatore della Germania, ma il Senato ne ha bloccato la nomina. Fin dal 2014, quando la Russia ha invaso la Crimea, MacGregor ha manifestato posizioni filo putiniane. Ad oggi è opinionista televisivo per “Fox News” e, dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, sostiene l’azione militare della Russia: dopo i primi tre giorni di guerra, ha detto che Putin era stato troppo gentile nei confronti dell’Ucraina.

Il colonnello in passato ha definito il presidente ucraino Zelensky un burattino, un neonazista, e fin dall’inizio del conflitto sostiene che le forze militari ucraine siano al collasso. Per queste posizioni filorusse, le dichiarazioni di MacGregor vengono proposte spesso negli articoli della “Tass” – l’agenzia di stampa russa. Le sue frasi, inoltre, proprio per queste posizioni, sono spesso citate – oltre che manipolate come dimostra il sito di fact checking StopFake.org – nei siti che fanno disinformazione sul conflitto russo in Ucraina.

Tralasciando il fatto che il video è datato 3 marzo 2023 e non il primo del mese – potrebbe essere una svista, Douglas MacGregor quasi ogni giorno rilascia interviste su diversi canali YouTube e in televisione per Fox News – andiamo a verificare quali sono le sue parole:

«In questo momento, le persone che godono della fiducia di Zelensky sono gli Yes Men, persone che fanno incondizionatamente tutto ciò che lui dice loro di fare. E ricordate che [Zelensky] ha questa forza neonazista all’interno del Paese che si assicura che la gente obbedisca ai suoi ordini. Per quanto riguarda gli effettivi, la forza militare della NATO è aumentata drasticamente. Secondo fonti attendibili, ci sono almeno 20.000 soldati polacchi in uniforme ucraina e i russi ascoltano continuamente i discorsi dei polacchi alla radio e in combattimento. A questi, bisogna aggiungere un numero imprecisato di mercenari, molti dei quali sono ex soldati statunitensi. E poi ci sono persone che sono lì come “appaltatori!”»

Il fatto che Douglas MacGregor sia un ex funzionario dell’esercito non significa che le sue dichiarazioni non debbano essere verificate. Quali sono le fonti attendibili di cui parla? MacGregor non le cita. Nessuna testata registrata, italiana o estera, dà notizia dell’invio della Nato di soldati polacchi in Ucraina: peraltro, affermazioni sull’invio di truppe dalla Polonia all’Ucraina vengono debunkate dall’inizio del conflitto (anche dall’agenzia stampa “Reuters”).

Zeta ha chiesto all’Ambasciata Polacca di Roma di commentare la dichiarazione di MacGregor. L’Ambasciata ha risposto così: «Questa è definitivamente una fake news. Le autorità polacche non hanno preso alcuna decisione sulla partecipazione dei soldati polacchi al conflitto».

Check n. 2 L’affidabilità della fonte

Alfredo Tocchi ha un proprio profilo Facebook in cui condivide gli articoli da lui scritti. Com’è possibile notare, le notizie riguardano teorie sulla pericolosità e gli eventi avversi ai vaccini o condanne alla libertà di stampa in Italia. Anche sulla guerra in Ucraina, a firma di Tocchi risultano articoli come 16enni chiamati alle armi. L’Occidente chiede il sacrificio umano, in cui l’autore scrive: «Secondo fonti autorevoli – more solito smentite dai censori della rete – l’Ucraina avrebbe richiamato alle armi i ragazzini di 16 anni. Non so se sia vera ma, ciò nonostante, il dolore che provo leggendo la notizia è direttamente proporzionale alla mia indignazione». Tocchi non è in grado di citare la fonte di questa notizia, ma dà per scontato che sia vera.

Nello stesso articolo – datato 23 febbraio 2023 – l’autore prosegue:

«In una meravigliosa intervista, il Colonnello Douglas MacGregor fa il punto della situazione. Ciò che dice è illuminante e conferma il ruolo determinante del Deep State. In sintesi, gli americani hanno violato gli accordi di Minsk, instaurato un regime neonazista ai confini della Federazione Russa e impiantato laboratori per la guerra biologica, finanziati anche dalla società partecipata da Hunter Biden. Douglas MacGregor – già consulente di Donald Trump – potrà essere considerato un oppositore di Joe Biden, ma difficilmente si potranno confutare le sue affermazioni.»

Le stesse parole che troviamo nell’articolo del 5 marzo 2023 sui soldati polacchi inviati in Ucraina:

«Douglas MacGregor – già consulente di Donald Trump – potrà essere considerato un oppositore di Joe Biden e come tale è certamente parziale, ma difficilmente si potranno confutare le sue affermazioni. Ancora una volta, ciò che dice è illuminante e conferma il ruolo determinante del Deep State. In sintesi, gli americani hanno violato gli accordi di Minsk, instaurato un regime neonazista ai confini della Federazione Russa e impiantato laboratori per la guerra biologica, finanziati anche dalla società partecipata da Hunter Biden.»

Soffermiamoci sulla frase «[Douglas MacGregor]è certamente parziale, ma difficilmente si potranno confutare le sue affermazioni».In pratica, l’autore ammette che le informazioni potrebbero essere state dette per partito preso e di non poterle dimostrare: ma questo non significa che siano vere, proprio perché non possiamo verificarle.

Check n. 3 I laboratori biologici finanziati dall’America in Ucraina e le manifestazioni di protesta

Tocchi prosegue scrivendo che l’America abbia quindi «instaurato un regime neonazista ai confini della Federazione Russa e impiantato laboratori per la guerra biologica» e che «gli europei ne hanno abbastanza della guerra, le manifestazioni di protesta in Germania (e che ora incominciato anche in Francia) lo dimostrano».

Per il primo punto: l’esistenza di laboratori di armi biologiche in Ucraina sostenuti dagli Stati Uniti è una delle notizie più frequentemente sostenute dalla Russia dall’inizio del conflitto e che sono state più volte oggetto di fact-checking, come dimostra questo articolo di facta.news – un sito che si occupa quotidianamente di debunkare notizie false – e questo di ZetaCheck.

Per il secondo: non vi sono notizie di manifestazioni di protesta in Germania e in Francia sull’azione degli Stati Uniti in Ucraina. Al contrario, negli ultimi mesi si sono svolte, in America e in Europa, manifestazioni a sostegno dell’Ucraina.

Check n. 4 Il colpo di Stato americano in Donbass

Nel penultimo paragrafo, Tocchi scrive: «Prima dell’invasione russa, la guerra nel Donbass – scoppiata nel 2014 a causa del colpo di Stato organizzato dagli Stati Uniti che provocò la fuga del Presidente democraticamente eletto Viktor Janukovyč – aveva già provocato circa 14.000 morti».

Si tratta di una notizia originata da una delle dichiarazioni che la Russia fece nel 2014 dopo l’inizio della guerra in Donbass e già smentita più volte.

Check n. 5 La frase di Giulietto Chiesa sul colpo di Stato nazista

L’articolo di Tocchi si conclude con una citazione di Giulietto Chiesa del 2015:

«“Siamo alla viglia di una guerra, di una grande guerra. … Io credo che ci troviamo in un grande pericolo. Hanno abbattuto Viktor Janukovyč con un colpo di Stato nazista. … Sessanta milioni di italiani sono totalmente ingannati tutti i giorni da tutti i canali televisivi e da tutti i più importanti giornali”».

È una frase di un convegno 4 giugno 2015 riproposta da anni su diversi siti di disinformazione – anche dall’ambasciata russa – come anche dallo stesso Alfredo Tocchi in precedenti articoli: un’opinione è però ben diversa da una profezia. Giulietto Chiesa – scomparso nel 2020 – è stato un giornalista italiano corrispondente a Mosca per “La Stampa” e “L’Unità”, autore di diversi libri sull’Unione Sovietica e sulla Russia. Nel corso della sua vita, ha sostenuto le teorie sulle scie chimiche e sull’autoattentato dell’11 settembre (ha scritto il libro “Perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso”) e ha spesso difeso Putin dalle critiche dei governi europei.

Conclusione

Le dichiarazioni dell’ex colonnello Douglas MacGregor non sono verificabili, ed eventuali fonti non sono fornite né da lui né da chi ripropone la notizia. Inoltre, l’Ambasciata Polacca in Italia, contattata da Zeta, ha ufficialmente smentito la notizia.

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