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Esclusiva

Marzo 28 2023
Ristrutturare casa? Basta spostare un muro… di cartone

L’azienda Archicart realizza pareti ecosostenibili e facili da spostare. Il prossimo passo sarà costruire degli edifici solo con questo materiale

Ristrutturare casa. Due parole che significano mura sventrate, polvere, mesi di disagio e un sacco di soldi spesi. Immaginate ora che per cambiare la conformazione della propria abitazione bastino pochi minuti. Che sia sufficiente prendere una parete e… spostarla. Non è un videogioco, ma quello che è possibile fare installando delle pareti di cartone. Sì, il cartone utilizzato come materiale da costruzione: è quello che Archicart, una piccola azienda fondata nel 2015 a Giarre, in provincia di Catania. «Stiamo rivoluzionando il concetto di parete. Non più un elemento grezzo da costruire in cantiere, ma l’insieme di singoli elementi dal design unico e sostenibile». Questa l’idea che viene presentata sul sito dell’azienda. «L’iniziativa è nata dalla ricerca di uno dei soci che all’epoca si trovava ancora all’università e cercava un materiale non impiegato abitualmente in architettura che potesse rispondere alle esigenze di sostenibilità ambientale», racconta Nicola Timpanaro, amministratore delegato e co-fondatore dell’azienda.

Un intento nobile e una tecnica innovativa che si sono dovuti scontrare con un enorme scetticismo iniziale. Del resto quando si afferma “questa parete è di cartone” di solito non è un complimento. «All’inizio è stato complicato, nonostante ci fossero importanti precedenti», ammette Timpanaro «ma oggi esistono tanti nuovi materiali: il cartone è ecologico e permette di trasformare facilmente gli spazi». Tutto sta nel modo di comunicare la novità. «Se mi presento come uno che “costruisce pareti in cartone” è normale che si generi scettiscismo. Se invece dico che ho costruito pareti leggere, facili da montare, spostare e anche smaltire una volta che non ne ho più bisogno, allora creo una piccola rivoluzione».

Archicart è specializzata nella ristrutturazione degli ambienti interni attraverso la realizzazione di pareti fisse e mobili, capaci di dar vita a spazi dinamici in cui più locali separati possono velocemente trasformarsi in unico ambiente più ampio a seconda delle necessità. Ma si tratta davvero di costruzioni interamente realizzate col cartone? «Le pareti fisse sì, quelle mobili hanno delle parti lignee ma solo nei punti di collegamento». Ovviamente parliamo di un cartone più spesso che pochissimi stabilimenti producono e di solito viene usato per imballare carichi pesanti, come le moto. La difficoltà, come per tutti i materiali innovativi, sta nel fatto che l’azienda deve svolgere tutti i test di tenuta in sede e deve servirsi di macchinari progettati ad hoc.

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Il focus dello studio per ora è la modifica degli spazi esistenti facendo attenzione alla sostenibilità. «L’edilizia crea enormi quantità di rifiuti pesanti. Le nostre pareti sono pensate per essere facilmente smaltite una volta terminato il loro utilizzo, in modo da non creare scarti ingombranti. Una logica che non guarda solo al possibile riciclo». Le pareti di cartone possono anche funzionare come una sorta di cappotto interno che migliora l’isolamento termico delle abitazioni permettendo di risparmiare energia.

Un divisorio in cartone può dunque rappresentare una soluzione pratica e veloce, sebbene a costi non esattamente contenuti. Per una parete standard di 15 m2 si spendono circa 3mila euro, senza contare il costo dei trattamenti con vernici ignifughe e anti-umidità che far salire il prezzo di alcune centinaia di euro, mentre le pareti mobili possono arrivare a costare anche il doppio. Ma anche qui Archicart è all’avanguardia: «Siamo riusciti a trovare delle vernici che rendono la struttura più resistente e sicura, senza però comprometterne la riciclabilità, perché si tratta di sostanze prive di paraffine, un derivato del petrolio».

Quest’ultimo è un passo decisivo verso la costruzione di edifici interamente realizzati in cartone. Un esperimento che Archicart ha già realizzato, dapprima a scopo dimostrativo nell’Università di Catania e poi in quella della Corsica, dove è stato eretto un modulo di cartone per ospitare i professori di altri atenei. L’edificio è avvolto da un telo applicato a otto centimetri dalle pareti, che isola l’edificio dagli agenti atmosferici, ma allo stesso tempo garantisce una buona aerazione. In Italia la normativa non permette ancora di utilizzare il cartone come elemento strutturale, ma Timpanaro è ottimista: «Due anni fa nel mondo nessuno produceva pareti prefabbricate in cartone ondulato. Siamo allo stadio 1 di un processo di sviluppo a cui si devono sottoporre tutte le tecnologie innovative. Negli anni a venire la produzione verrà ottimizzata, riducendo i costi e i possibili errori». E chissà che tra qualche anno i nuovi superbonus non contengano inventivi per delle case di cartone.