Tra gli anfratti di Spaccanapoli, dentro le antiche mura del palazzo Marigliano sede di archivi e di storia, si nasconde una delle botteghe artigianali più tenere e preziose, dedicata al recupero e alla cura dei ricordi. Il centro storico di Napoli è ricco di attività antiche che si occupano della riparazione e della costruzione degli oggetti più vari: dalle sedie a dondolo ai pianoforti, dagli orologi a pendolo ai presepi. Alcuni di questi negozi vivono da cento o duecento anni.
La bottega Luigi Grassi, oggi nota al pubblico come l’Ospedale delle bambole, si è trasformata in un vero e proprio museo dove poter ammirare pezzi d’antiquariato e scoprire i segreti del mestiere dell’artigiano che aprì questa attività nel 1895. Il laboratorio ebbe come scopo principale quello di riparare scenografie e oggetti di scena per il teatro dei pupi, ma ben presto i bambini cominciarono a portare all’artigiano bambole da riparare, tanto che decise di ribattezzare il laboratorio con il nome che porta ancora oggi.
Camminando all’interno del museo si viene avvolti da un’atmosfera dolce e da un tepore confortante. Il negozio è pieno di scaffali riempiti da carillon, burattini, maschere e pezzi di ricambio per giocattoli rotti. Si riconoscono diverse zone, ognuna sistemata in modo tale da ricreare un diverso reparto ospedaliero ma tutte con un unico scopo: quello di curare tutti i tipi di giocattoli e restituire dei ricordi. Ogni giorno arrivano giocattoli non solo dall’Italia ma da tutto il mondo.
L’idea del recupero e del restauro di giocattoli, dice a Zeta l’attuale amministratrice del laboratorio Tiziana Grassi, sembra essere vincente. Ogni giorno adulti e bambini decidono di affidare i loro oggetti alle sue mani. I giochi vengono spediti non solo dall’Italia ma anche da Spagna, Norvegia, Grecia e, fino a poco prima dell’inizio della guerra, anche da Israele. Nel periodo natalizio vengono restaurati oggetti decorativi e arrivano commissioni particolari per regalare sorprese ad amici e familiari. Si procede con la cura di giocattoli ormai vecchi, che poi verranno impacchettati e messi sotto l’albero.
La direttrice del museo mostra giochi antichi, di cui ormai è difficile recuperare le tracce e spiega in che modo aiuta i bambini di tutto il mondo a tenere in vita i propri peluche. Tutti i giorni i suoi dipendenti si adoperano per garantire le cure ai “pazienti” del loro ospedale. Ogni giocattolo è importante, spiega, i bimbi passano le giornate preoccupandosi per i giochi e aspettando con ansia di poter tornare a dormire stringendo il loro orsacchiotto. Dalle mani degli artigiani dipendono i sogni e i ricordi dei più piccoli ma anche degli adulti. Tiziana ci racconta di quando un uomo anziano commissionò il restauro di una bambola legata al momento del suo primo incontro con la moglie.
“Educare le persone al ricordo e alla tranquillità che può esistere nel luogo della cura del giocattolo lascerà in loro la memoria di una consapevolezza fondamentale, quella dell’importanza dei ricordi”.
Leggi anche:La notte prima di Natale e il realismo magico di Gogol’