Esclusiva

Gennaio 1 2024
Giorgio Pitzianti: «I teatri rivivranno grazie all’IA»

Dalla Bohème di Puccini all’intervista col calciatore Zito Luvumbo, fino ad arrivare a Caravaggio. L’IA attira i giovani e genera cultura

Su Spotify digito “In Scena”, metto le cuffie e premo “Play”. Come per magia sono in un teatro, le luci si abbassano, l’orchestra inizia a suonare, e in poco tempo vengo catapultata in una soffitta parigina del 1800: inizia la Bohème di Giacomo Puccini. 

È proprio questa la sensazione che si prova quando si ascolta il Podcast scritto dal creator Giorgio Pitzianti. Un racconto unico ed originale narrato dall’Intelligenza Artificiale. Qualcuno lo chiamerebbe “visionario”, qualcun altro “pazzo”. Sta di fatto che questo artista sardo è arrivato dove altri solo immaginavano: far cooperare uomo e macchina creando storie. 

Già in passato Giorgio aveva ideato insieme al Cagliari Calcio il podcast “Terzo Tempo”. E proprio in una puntata di questa serie il calciatore Zito Luvumbo ha un’intima intervista con l’Intelligenza Artificiale . 

Lo stesso effetto di intimità e successo che ha saputo ricreare con il podcast sulla Bohème, ascoltata in soli sette giorni da più di 10.000 persone in Italia e all’estero. Un dato in crescita, con il 34% di pubblico tra i 35 e i 44 anni. Insomma, per essere un format che arriva dal teatro ed uscito il 21 dicembre, la Bohème sta raggiungendo tutti: «Attirare pubblico giovane è lo scopo del lavoro. Solo così si riescono a riempire di nuovo le sale e generare cultura». 

Lo stesso Pitzianti ha raccontato a Zeta da dove è partita questa idea: «È stata un’intuizione in mezzo ad un processo creativo, per far tornare in vita il teatro. In quel momento dal 21 al 30 dicembre al Lirico di Cagliari andava in scena l’Opera di Puccini. Un tema azzeccato dalla sovraintendenza della città, in linea con il clima natalizio. Grazie all’uscita del Podcast, ma anche all’immortalità dell’opera, si è arrivati ad un sold out senza precedenti, con più di 11.000 mila spettatori». 

Pitzianti rivela che la linea del Teatro Lirico del capoluogo sardo per il 2024 lascerà spazio ad altri esperimenti come questo con l’intelligenza artificiale: sui canali Spotify si presenteranno i nuovi spettacoli. «Sviscereremo così le varie trame delle opere con uno storytelling accessibile a tutti. Il teatro non verrà più visto come un luogo noioso e per vecchi. Ma sarà concepito come un posto cool. Quello che si sta tentando è una rivoluzione culturale. Verdi dopotutto diceva “Guardiamo al passato e sarà un progresso”. E di cosa ha bisogno l’uomo oggi, incluse le nuove generazioni? Ha bisogno della novità. Il podcast ha solo anticipato al pubblico ciò che andava in scena a teatro, dando un grande aiuto con un linguaggio nuovo e tecnologico».

L’Intelligenza Artificiale per Pitzianti è una stretta collaboratrice del suo team, che lo aiuta nei lavori di “manovalanza”: «L’IA mi supporta nel lavoro creativo: velocizza il tempo progettuale. In passato avremmo dovuto chiamare uno speaker, vedere se il testo funzionava, se le musiche si allineavano. Invece ora hai un feedback immediato, e lei stessa suggerisce se funziona o non funziona, a seconda dei prompt che forniamo. All’interno del mio staff ho un ingegnere elettronico col quale stiamo cercando di far entrare l’IA emotivamente nei testi. Ci sono certi passaggi empatici su “In Scena” che abbiamo lasciato autentici per come li ha restituiti la tecnologia, con toni e pathos dove era necessario. L’interpretazione l’ha scelta lei, noi l’abbiamo solo educata. Ed è qui che parte la collaborazione tra uomo e tecnologia. Non penso che sia dannosa, anzi, è un valore aggiunto che può aiutare il creativo, ma non lo sostituisce».

Il podcast poi è stato il giusto mezzo per far vivere questa stretta unione tra macchina e uomo: «Come studio creativo noi vogliamo far provare emozioni. A differenza delle agenzie di comunicazioni facciamo un lavoro più sartoriale. In questo modo siamo riusciti a mettere insieme la narrativa, la musica e la tecnologia. Lo strumento più adatto, che potesse sviluppare l’immaginario e creare intimità, era senza dubbio il podcast. Un mezzo di tendenza che può semplificare qualsiasi storia».

I progetti futuri sono molto chiari per Giorgio: «Nel 2024 vorrei continuare su questa stessa linea: portare l’Intelligenza Artificiale nei miei lavori. In cantiere c’è un progetto su Caravaggio, col mio team ci lavoriamo da due anni. Faremo rivivere il personaggio tramite una serie podcast, e poi con un concerto teatralizzato di musiche e monologhi, racconteremo l’artista come mai prima d’ora. Tutto ciò sarà possibile solo grazie all’IA. Il mio auspicio è quello di coinvolgere emotivamente il pubblico, è lui il vero protagonista dei nostri lavori. Se riusciremo in questo avremo vinto».