Esclusiva

Gennaio 18 2024
Roma, le sedi del Pd morose per oltre 200mila euro

Molte delle sedi date ai partiti dall’Ater sono morose, il Pd ne ha 19 in ritardo. Su 54 locali, sono due quelli destinati a formazioni non di sinistra

Sono 19 le sedi del Partito Democratico romano in ritardo nel pagamento dei canoni dovuti all’Ater, l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale del comune di Roma. Il debito totale del partito guidato da Elly Schlein, aggiornato al 31 dicembre 2023, ammonta a poco meno di 227mila euro.

L’ente che si occupa di edilizia popolare ha messo a disposizione ai partiti politici 54 locali extra residenziali per portare avanti le loro attività. Le formazioni con più sedi Ater sono il Pd che ne ha in gestione 21 e Rifondazione Comunista che ne ha 13, di cui 10 morose. Nella stessa condizione tutti e quattro i locali assegnati a Sinistra Italiana e due delle tre sezioni del Partito Comunista. In ritardo con i pagamenti per una somma di 261mila euro anche Sinistra Ecologica, secondo i dati del 2021.

Su oltre 50 luoghi, sono due quelli che non sono stati destinati a formazioni di sinistra o centrosinistra: uno in via Guendalina borghese, sede di Fratelli d’Italia alla Garbatella dove si è formata politicamente l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e una in via Anagni, dell’Unione dei Democratici Cristiani (Udc). Il primo è in regola con i pagamenti, il secondo no. «Già questo dato dovrebbe farci riflettere su chi ha avuto la possibilità di avere in affitto immobili dell’Ater che sappiamo avere canoni molto bassi e chi no», afferma Federico Rocca, presidente della commissione trasparenza del comune di Roma e consigliere eletto con Fdi.

Diverso il punto di vista di Nicola Passanisi, tesoriere romano della formazione di centrosinistra che ribadisce il fatto che si tratta nella quasi totalità dei casi di seminterrati «a prezzo praticamente di mercato, senza nessun tipo di sconto». Leggendo i canoni si va da 164 euro di via Grotta di Gregna, nel quartiere collatino, e i 165 euro di via dell’Archeologia a Tor Bella Monaca, ai 1000 euro di via Lorenzo Ghiberti a Testaccio passando per i 750 euro di via Giannone nei pressi del Vaticano.

«Il Partito Democratico è uno dei pochi che ha ancora così tante sedi fisiche. Si tratta – continua Passanisi – di posti storici affittati quaranta o cinquanta anni fa. Quando decade il finanziamento pubblico ai partiti tutte queste sedi hanno iniziato ad autofinanziarsi. Questo autofinanziamento negli anni ha subito varie vicissitudini». L’accumulo di questa serie di debiti viene imputata dal partito alla fine del finanziamento pubblico e il Covid. «Solamente con l’autofinanziamento molti circoli non sono riusciti a essere regolari con gli affitti. In tutti questi casi, però, abbiamo fatto un piano di rientro che stiamo regolarmente onorando ogni mese», spiega il tesoriere.

«Se dovessimo fare una classifica dei morosi all’interno degli immobili dell’Ater – risponde Rocca – sicuramente primo classificato il Partito Democratico. Su 21 sezioni detenute 19 sono morose. Una morosità che parte dal 2007, rinegoziata nel 2017 e rinegoziata nuovamente nel 2021 e che vede ancora il partito democratico in debito con l’Ater di oltre 200mila euro». Una situazione definita dal consigliere «imbarazzante e vergognosa”.

Sulla questione si trova un’incongruenza tra le versioni dei due quando il membro Pd afferma: «Nel 2008, alla nascita del Pd, quando le sezioni contavano 500 iscritti non avevamo debiti». Il consigliere di Fratelli d’Italia denuncia, invece, che secondo i documenti dell’Ater la prima morosità risale al 2007.

Passanisi, inoltre, denuncia che negli ultimi venti anni chi si è occupato della manutenzione sono stati «i volontari e i compagni che hanno aziende o i circoli stessi». Ora la nuova segreteria sta raccogliendo la documentazione riguardante i lavori fatti e le spese «per renderlo presente all’Ater e chiedere un nuovo rateizzo».

«Credo che i cittadini romani – conclude il presidente della commissione Trasparenza in quota Fratelli d’Italia – oltre a pagare i danni della gestione della città di Roma del Pd non possano pagare anche le loro sedi. Quindi la smettano con questa arroganza, rispettino le regole e soprattutto: o pagano il conto delle sedi che detengono oppure sarebbe opportuno lasciarle».