Esclusiva

Febbraio 2 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 4 2024
«Bisogna allenare i giornalisti» convegno sul calciomercato

Durante gli ultimi giorni di calciomercato all’Hilton Hotel ci si prende del tempo per analizzare il fenomeno della comunicazione nell’ambito sportivo

Giornalisti e fotografi preparano l’attrezzatura per le interviste e i servizi, chiacchierano seduti al bar dell’hotel in un’atmosfera di tranquillità. Il fragrante odore proveniente dal bar si mescola al profumo della hall invasa da ex calciatori e dirigenti sportivi invitati ai numerosi eventi. All’Hilton Hotel del quartiere Eur di Roma sud, si svolgono gli ultimi giorni della sessione invernale di calciomercato della stagione 2023-24.

«Quale società al mondo non ha il dirigente sportivo?», si chiede Alfonso Morrone, presidente dell’associazione nazionale dirigenti sportivi. Questa figura è diventata essenziale nell’economia di una squadra di calcio, anche dal punto di vista della comunicazione.

Molti gli argomenti trattati, tra cui il problema dei social, il ruolo del dirigente sportivo (ds) nel nuovo millennio, la fuga di notizie e il mercato saudita che si conclude dopo quello italiano. «Non è una concorrenza corretta: bisogna uniformarlo», sottolinea il presidente Morrone, «In più stiamo portando in parlamento una legge che riconosca il ds come professione regolamentata. Non ci si può improvvisare direttori sportivi». Morrone ricorda le parole di Fabio Capello, ex allenatore di serie A: il modello italiano è il migliore, per fare il ds di squadre come Roma, Juventus e Inter, devi essere abilitato, all’estero no.

Oggi, deve affrontare il problema della comunicazione con i giornalisti: «Ci sommergono di telefonate, c’è un numero di addetti ai lavori altissimo, scrivono anche su Whatsapp», lamenta Pierpaolo Marino, ex ds di Udinese, Atalanta e Napoli soprannominato “sottomarino” per l’abilità di sgusciare via dai giornalisti. «Per colpa di alcune notizie apparse sui giornali, ho perso dei colpi importanti di mercato: ero a cena con alcuni intermediari per portare Diego Milito al Napoli dal Saragozza, un cameriere ci ha sentito parlare e ha chiamato le testate. Preziosi, ds del Genoa, ex squadra dell’attaccante argentino, saputa la notizia, ha contattato Milito e lo ha riportato al Genoa».

Massimo Taibi, ex dirigente sportivo della Reggina e giocatore di Atalanta e Milan, ricorda che «Come ci sono direttori bravi e meno bravi, così esistono giornalisti migliori e peggiori», ma viene interrotto da Marino che racconta il goal di Massimo. Il 1 aprile 2001, da portiere, ha segnato nella partita tra Reggina e Udinese, squadra allenata allora da Spalletti che, dopo l’incontro, ha detto a Marino di licenziarlo perché portava sfiga.

Niccolò Ceccarini, direttore di Tuttomercatoweb, sito di news, interviste e dettagli sul calcio, afferma che «Comunicare bene è importante, ma essere credibili lo è di più. Il miglior complimento è sentirsi dire di essere una buona testata, non bisogna farsi prendere dall’ansia e una verifica in più è meglio di una falsa. I giornalisti devono essere educati». «Bisogna allenare i reporter», aggiunge Taibi, «Perché la fuga di notizie sui giornali è pericolosa: fa lievitare i prezzi dei giocatori».

Da Ceccarini arrivano anche alcune anticipazioni su possibili trattative: «Baldanzi potrebbe andare dall’Empoli alla Roma, Belotti è quasi sicuro di andare a Firenze. Darei un occhio anche a Guðmundsson del Genoa che ha mercato. Quanto agli allenatori, Allegri è probabile che rimanga alla Juventus anche per il prossimo anno, mentre a rischiare è l’allenatore del Milan Pioli».

A margine della conferenza, Ceccarini riprende il tema del rapporto tra riservatezza e giornalismo: «Ci vuole il rispetto dei ruoli tra chi fa le operazioni di mercato e chi le deve raccontare: il giornalista deve scoprire la notizia e verificarla due volte, l’addetto ai lavori deve tenerla il più nascosta possibile. Una volta scoperto il colpo di mercato, il direttore sportivo non può non confermare la notizia al giornalista».

Il discorso sull’Intelligenza artificiale (IA) è aperto dall’ex calciatore Taibi che afferma: «Gli algoritmi servono per scremare i potenziali acquisti, ma i giocatori andrebbero osservati e valutati dal vivo». Sull’IA si è espresso anche il presidente Morrone: «Ora al centro dell’attenzione c’è il video assistant referee (var), non possiamo ignorare che la tecnologia entrerà nel mondo del calcio, ma non deve snaturarlo. Il gioco del pallone non è una scienza esatta, vive di emozioni e di episodi: basta un palo all’ultimo minuto e un rigore non dato per cambiare le sorti della partita. L’IA questo non lo può prevedere».