Esclusiva

Marzo 18 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 20 2024
L’unicità di Libraccio, grande libreria di quartiere

L’unica catena italiana organizzata per la vendita di libri nuovi e usati deve affrontare alcune cause per difendere il marchio

«Da un po’ di tempo avevamo verificato che c’erano usi illeciti del marchio in diverse situazioni a livello nazionale», così parla Edoardo Scioscia, socio fondatore e amministratore delegato (ad) della più grande catena italiana di libri usati e scolastici: Libraccio.

Nato nel 1979, Libraccio è presente sul territorio con 61 punti vendita in 7 regioni e oltre 500 dipendenti. Specializzata in libri nuovi e usati, testi scolastici, remainder, libri fuori catalogo, rarità editoriali e modernariato. L’offerta delle sue librerie si completa con un ampio assortimento di cartoleria, dvd, cd, vinili, giocattoli e una linea di prodotti low cost, a marchio Libraccio, dedicati al corredo scolastico. Dal 2009 Libraccio è anche online con il sito Libraccio.it, leader in Italia nella vendita di libri di seconda mano e di testi scolastici.

Una decina sono i casi in cui i legali sono dovuti intervenire per impedire che alcune librerie utilizzassero in maniera impropria il trade-mark registrato alla fine degli anni Settanta che vanta un’autorità indiscussa sia a livello nazionale sia in Europa. Fino al 2023, per risolvere il problema era bastata una diffida anche verso i mercatini studenteschi. Invece, nel recente caso di Padova, il ricorso ad una transazione amichevole, senza ricorrere ad avvocati, con cui la controparte ha rinunciato all’utilizzo del segno distintivo.

Il caso di Urbino di inizio 2024 è diverso perché il negozio era già stato denunciato: «Siamo stati silenti per un po’, ma, quando hanno portato il termine “Libraccio” anche su internet, abbiamo avviato e vinto la causa -afferma Scioscia- rinunciando alla richiesta di pubblicare i fatti sui siti nazionali perché sarebbe stata danneggiata la loro attività». Al momento, sono ancora pendenti le azioni legali contro due punti vendita di un comune del sud Italia che «sono sì realtà piccole, ma danno fastidio. È come se uno si alzasse la mattina e decidesse di usare il marchio Mondadori o Giunti senza averne alcun diritto: devi tutelarti», chiarisce l’ad.

Le parole di Edoardo Scioscia risuonano nella grande sala principale attorniata da colonne corinzie, alcune ben visibili, altre nascoste dai testi, come il pilastro in un angolo che poggia sulla sezione dei classici greci e latini. Il bianco candido delle pareti fa risaltare i colori delle copertine e dei vestiti di chi entra. Anziani, studenti con zaino, blu jeans e sneakers, una signora di mezz’età china per scorgere un titolo chiama casa per chiedere è già stato comprato.

Libraccio ha una caratteristica unica nel panorama letterario: è la sola catena ad essere organizzata per vendere non soltanto libri del primo mercato, trade, ma anche quelli usati, seguendo l’idea di circolarità del prodotto e mantenendo alta la qualità. Appena sopra le scale della sala principale, sono esposti alcune opere usate, ma di alto valore: la prima edizione del Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944), Indignazione firmato dall’autore Alberto Bevilacqua (1934-2013), Francesco, canto di una creatura e Magnificat, un incontro con Maria con l’autografo della poetessa Alda Merini (1931-2009). L’unica altra catena europea che può vantare i numeri di Libraccio sul secondo mercato è Gibert Joseph a Parigi, Francia.

L’irriproducibilità del marchio è data anche dagli eventi che si organizzano nel negozio. L’ultimo è del 21 febbraio 2024: Laura Buffoni, autrice del documentario Ferrante Fever, finalista ai Nastri d’argento 2017, ha presentato il romanzo Un giorno ti dirò tutto con gli scrittori Mario Desiati e Veronica Raimo e gli attori Valerio Mastrandrea e Valentina Fois. «Organizziamo eventi con personalità e autori poco conosciuti, -continua il socio fondatore- ma graditi al quartiere: la libreria costituisce un momento di vita importante e di aggregazione culturale per chi abita vicino».

«Questo posto è un’occasione: entrando qui i ragazzi scelgono un testo che può segnare il destino perché ti trasmette quelle emozioni e quei contenuti che un manuale scolastico non può dare», conclude Scioscia sulle note di Paint it black dei The Rolling Stones. La forza dirompente della rock music impatta sull’immobile silenzio che centinaia di migliaia di pagine emanano.