Esclusiva

Maggio 22 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 23 2024
Tremano i Campi Flegrei, «ci sentiamo in bilico»

Dopo il terremoto del 20 maggio, la testimonianza dei cittadini costretti a lasciare le loro abitazioni

La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha indetto un vertice interministeriale a Palazzo Chigi sulla situazione ai Campi Flegrei. Dopo lo sciame sismico della serata di lunedì 20 maggio e la scossa del giorno seguente, è stata dichiarata l’emergenza in varie zone dell’area flegrea. Quaranta famiglie sono state sgomberate e le scuole resteranno chiuse mentre gli interventi di vigili del fuoco e tecnici aumentano.

«Abbiamo sentito un boato fortissimo, la terra ha cominciato a tremare e siamo scesi in strada per trovarci nei punti di incontro. La notte è passata, ma ancora non riesco a sentirmi tranquilla». Queste sono le parole di Francesca, un’abitante delle aree flegree la mattina dopo il terremoto. «Sono sceso in strada ieri notte, – dice Alessandro – sono stato lì seduto per tre ore e poi sono ritornato su sul divano senza riuscire a dormire. Adesso sto sistemando casa, ma i muri sono pieni di crepe».

La zona flegrea è da sempre soggetta ed episodi di bradisismo, che negli anni sono diventati sempre più frequenti. L’ultimo è stato più intenso dei precedenti con un terremoto di magnitudo 4.4, la scossa più forte da 40 anni. Le abitazioni hanno subito danni, i cittadini di vari condomini sono senza corrente elettrica, anche telefonare i cari, in questo momento, è complicato: «Ieri è stata una serata surreale e anche oggi è una giornata assurda, perché, a differenza delle altre volte, le case sono state lesionate compresa la mia», afferma Francesca. «Io non sono in casa. Sono stata costretta dagli eventi. Appena dopo le scosse sono state chiuse le vie ferroviarie. Alle 2:00, sono stati allestiti i punti di incontro, ma io sono stata comunque in macchina». I disagi vissuti dai cittadini in queste ore sono tanti e la situazione d’emergenza ha reso complicato offrire l’assistenza adeguata a chi ne ha bisogno.

Sentire il terreno tremare, vedere le pareti creparsi è un’esperienza terrificante, ci racconta Francesca: «È stato uno spettacolo a dir poco spaventoso. Stiamo vivendo una situazione in bilico, abbiamo paura anche di fare una semplice doccia, perché c’è il pensiero di riuscire a scappare se arriva una scossa».

Le zone di accoglienza sono sei, ma arrivare ai punti d’incontro non è semplice per tutta la popolazione, ci sono casi in cui raggiungerli è impossibile. «Ho due bambini piccoli, ma il mio pensiero è andato subito a mia suocera. Quando sono arrivata da lei ho dovuto fare tutte quelle cose che avrebbe dovuto fare un infermiere, ma quando li ho chiamati mi hanno risposto dicendo che non sarebbero riusciti a dare aiuto ad ogni invalido. Ad oggi, però, nessuno mi ha ancora contattata».

Lo sciame sismico non si è ancora arrestato, alcune scosse sono state rilevate anche il mattino successivo e l’Osservatorio Vesuviano continua a monitorare il territorio. Si attendono, ora, i piani per il risanamento delle case e il rientro dei cittadini, ma il processo non sembra essere semplice: «È tosta. Per noi che non siamo abituati a questo tipo di eventi. Al momento non mi è stato ancora riferito nulla. Tra centralini intasati e le segnalazioni fatte già da ieri, non c’è niente in vista. Io sono ancora in strada. Attendo, ma non so quanto tempo dovrò restare fuori casa».

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