Esclusiva

Luglio 25 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 27 2024
Scampia, le conseguenze del degrado urbano

Dopo il crollo della vela celeste, le impressioni dei cittadini e i progetti per i piani di risanamento

La polizia sorveglia il perimetro delle case popolari di Scampia. Appostata tra le aiuole di cumuli di terreno sabbioso, impedisce agli abitanti di rientrare in casa. Gli edifici, i tre rimasti dei sette originari, hanno forma triangolare, larga alla base e sempre più stretta man mano che si sale. Da qui il nome “vele”. Lo scorso 22 luglio il ballatoio di una di queste ha ceduto. Sono tre morti e dodici feriti le vittime di quell’intreccio geometrico di linee oblique e vestiti stesi.

La periferia nord di Napoli accoglie i passanti con una scritta: “Quando la felicità non la vedi, cercala dentro”, ma le vele urlano un messaggio diverso. Sulla punta dell’edificio un murales: “Non siamo noi il problema”. I cittadini tra queste mura hanno subito per anni le conseguenze del degrado urbano ignorate da tutti.

Scampia, le conseguenze del degrado urbano
Scampia, Vela celeste

Negli anni Sessanta, i disegni dell’architetto Francesco Di Salvo progettavano una riproduzione dei vicoli di Napoli in un unico complesso di palazzi, le vele appunto. Un insieme di case comunicanti collegate da gradini e corridoi che vanno da una porta all’altra. Le condizioni di chi è sopravvissuto al recente disastro sono ancora critiche: «Li conosco», afferma una vicina di casa, «sono tutte persone che appartengono alla stessa famiglia, tra i feriti ci sono molti bambini. Spero si salvino, ma pensare che domani una di loro possa svegliarsi dal coma e scoprire di aver perso dei parenti mi fa rabbrividire».

Mentre la procura indaga per omicidio colposo, ottocento sono le persone sfollate in attesa di notizie sulle loro abitazioni. I cittadini non vogliono abbandonare i loro appartamenti e continuano a ritornare nel piazzale antistante alle case popolari, tra gli accampamenti organizzati dalla Protezione civile. «Stamattina sono ritornata qui, volevo rientrare in casa. Io abito al quinto piano, un poliziotto mi ha scortata -racconta una delle inquiline- guardando le passerelle mi sono resa conto per la prima volta di quanto fossero alte, venti metri. Abito qui da sempre, sono sempre stati venti metri ma immaginarli cadere giù mi ha paralizzato le gambe».

Intorno tutto è calmo. Le case continuano ad essere abitate, dai balconi delle vele non ancora rase al suolo un uomo si affaccia appoggiandosi al muro, dei bambini giocano tranquilli. Eppure, le condizioni di quelle strutture sono le stesse che qualche metro più avanti hanno ceduto. Anche le passerelle della vela rossa affacciano su pozze di acqua stagnante e montagne di pneumatici, ma non si percepisce agitazione.

«Siamo cinematografici, ma abbandonati. Senza più lacrime, così non si può», scrive su Instagram il rapper Geolier cresciuto poco distante da quei palazzi. Nei commenti al post, centinaia di utenti lasciano parole di tristezza e rassegnazione di chi esorta ad andare via, altri invece vedono nella tragedia il punto di inizio per una risalita. Sui social, Geolier non è l’unico a mostrare solidarietà dalla scena rap. Negli ultimi anni Scampia è diventata un luogo di riferimento per i rapper di tutta Italia. Dopo la fama legata alle riprese di Gomorra, è ancora palcoscenico. Da qualche anno in autunno il quartiere ospita il 64 bars, una competizione di rime rap improvvisate, freestyle, a cui partecipano artisti nazionali. L’anno scorso l’evento è andato subito sold out e i cantanti si sono esibiti a pochi passi dalle vele. Nello stesso quartiere, poco distante dalle case popolari, due anni fa, sulle macerie di una delle vele demolite nacque il complesso universitario di Scampia. La struttura ospita i corsi di alcune facoltà della Federico II di Napoli ed è stata occupata dai protestanti in seguito ai recenti avvenimenti.

Pnrr e bonifica del territorio periferico

Da Torino a Bari, in tutta Italia sono stati richiesti fondi per la bonifica di questi territori.  A Roma con i fondi del Pnrr, nel comparto R5 a Tor bella monaca, saranno investiti circa 95 milioni di euro, suddivisi in lavori edilizi e opere di mobilità e sistemazione aree verdi. I lavori sono iniziati da marzo con la sostituzione degli infissi e le modifiche per ottenere un risparmio energetico. Per Corviale, Gualtieri ha presentato un programma che prevede un investimento di 57,8 milioni.

Scampia, le conseguenze del degrado urbano
Lavori di riqualifica del territorio, Vela celeste

Anche la Campania procede con il risanamento del territorio. A Scampia, la Vela celeste è tra le poche che ancora oggi sopravvivono. Il progetto Restart prevede la demolizione delle opere dell’architetto Di Salvo. La vela rossa e quella gialla sono destinate all’abbattimento. L’unica da ristrutturare sarebbe stata quella celeste, simbolo della zona. I lavori per il recupero della struttura sono cominciati da qualche mese a partire dalle fondamenta. Il progetto si basa su un finanziamento di 159 milioni di euro provenienti da varie fonti, tra cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il progetto prevede tre fasi dal 2024 al 2027 e comprende anche la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati. Non si tratta dell’unica zona nella regione ad essere riedificata grazie ai fondi del Pnrr, nella provincia a nord di Napoli sono stati presentati dei progetti anche per le case popolari di Afragola e Frattamaggiore.

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