Esclusiva

Dicembre 2 2024
«L’avanzata dei ribelli è molto veloce»: voci da Damasco

In Siria i ribelli jihadisti attaccano. Le parole di Andrea Sparro, rappresentante dell’associazione WeWorld che si trova a Damasco

«L’avanzata è molto veloce e i ribelli hanno cominciato a scendere verso sud, mentre Damasco al momento non è stata toccata», così Andrea Sparro, rappresentante dell’associazione umanitaria WeWorld in Siria, racconta da Damasco.

Il conflitto siriano, mai davvero sopito, si è riacceso con una violenta offensiva lanciata dai ribelli jihadisti nel nord-ovest del Paese. I combattenti, guidati da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e sostenuti dalla Turchia, hanno conquistato gran parte di Aleppo, inclusi l’aeroporto internazionale e il vicino aeroporto militare di Nayrab, prima di avanzare verso sud nella provincia di Hama.

Dopo anni di fragili tregue, l’operazione, definita dai ribelli una risposta all’intensificarsi degli attacchi delle forze governative e dei miliziani filo-iraniani, ha già provocato in soli cinque giorni di scontri 400 morti e la fuga di decine di migliaia di civili, secondo quanto riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. 

«I colleghi della nostra organizzazione che al momento si trovano ad Aleppo non possono uscire di casa e la difficoltà è procurarsi del cibo. Anche lasciare la città è al momento complicato», spiega Sparro.

Il regime siriano di Bashar al-Assad, sostenuto dalla Russia e dall’Iran, si trova a fronteggiare un’offensiva che i ribelli jihadisti non mettevano in campo dal 2016. 

Nonostante l’intervento con massicci bombardamenti da parte di aerei russi, l’avanzata dei combattenti jihadisti non è stata fermata ma mira anzi ad allargare il controllo verso sud, nella regione centrale del Paese della provincia di Hama, città della Siria centrale. «Stiamo valutando la situazione per capire fino a quando sarà sicuro poter rimanere nel paese. Allo stesso tempo, lavoriamo con le Nazioni Unite per capire come continuare a supportare la popolazione in queste zone, parliamo di milioni di persone che hanno bisogno di supporto umanitario», racconta Sparro.

La situazione in Siria riflette le tensioni dell’intera regione con l’annuncio del cessate il fuoco in Libano e gli attacchi di Israele contro Hezbollah. Con l’attenzione di Mosca rivolta al conflitto ucraino e l’Iran indebolito dagli attacchi israeliani contro Hezbollah, il governo di Damasco vede le proprie capacità difensive in crisi, e i ribelli trovano lo spazio per tentare un’offensiva di portata più ampia. Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito hanno rilasciato domenica una dichiarazione congiunta in cui si chiede la de-escalation della violenza in Siria.