Dei pannelli colorati con versi poetici – come «Scrivere è sognare» e «Linked by love» – circondati da figure geometriche e disegni astratti, da appendere in casa per decorare qualsiasi ambiente e tenere a mente la frase scelta. La serie di poster Le parole contano nasce dall’idea di Claudio Corrivetti, fondatore di Postcart Edizioni, di utilizzare dei giornali ormai letti per trasformarli in arte. Lo scopo è indurre una riflessione sul significato profondo di alcuni termini.
Questa intuizione, spiega l’inventore, è sorta durante il lockdown causato dalla pandemia di Covid-19, nel 2020: «In quel periodo, avevo più tempo a disposizione e leggevo i giornali con maggiore attenzione. Rimanevo colpito da alcuni titoli. Rispetto al passato, erano più “urlati” e stampati in caratteri grandi. Per me rappresentavano una sorta di grido, per ricordarci che eravamo vivi e avevamo ancora voglia di stare al mondo».
E continua: «Così mi venne in mente di conservare quei momenti, selezionando alcune frasi e nascondendo tutto il resto con un colore. Ho iniziato con il rosso, il giallo e il blu per coprire l’articolo e la pubblicità, lasciando solo il titolo in evidenza. Ogni settimana ne facevo due o tre, li lasciavo asciugare durante la notte e il mattino dopo li osservavo».

Ciascun quotidiano, con elementi particolari e stili diversi, gli offre spunti da poter cogliere. Dagli inserti del Sole 24 Ore, alle prime pagine di Repubblica e Corriere della Sera, passando per i pezzi in apertura del Manifesto e il New York Times. Ma l’idea di mettere in vendita le sue creazioni non è stata di Corrivetti: «Un giorno, avevo già accumulato un centinaio di questi lavori e li stavo sistemando nel mio studio per conservarli. Mia figlia, che all’epoca aveva vent’anni, venne a trovarmi con un’amica e, vedendo i miei disegni, si entusiasmarono. La loro reazione mi ha fatto capire che c’era qualcosa di speciale in quello che stavo progettando. Io pensavo di organizzare al massimo una mostra, ma quel momento mi ha acceso la lampadina sulla possibilità di renderli accessibili al pubblico».
La tecnica consiste nel coprire il foglio di giornale con la vernice acrilica, «che è brillante e ha una gamma cromatica ampia», chiarisce l’autore. E aggiunge: «Uso un pennello medio per occultare le parti che non mi interessano, lasciando emergere il grassetto centrale. A volte, i colori più chiari come il giallo o il bianco lasciano intravedere parte del testo sottostante, producendo un effetto filigrana interessante». Con il tempo, Corrivetti ha iniziato ad avvalersi anche dei pastelli a cera, che gli permettono di disegnare in modo più dettagliato e preciso.
La scelta del colore da impiegare non è mai casuale: «È collegata alla frase. Ad esempio, per “La rivoluzione non è finita” ho adoperato il rosso. Per frasi più intime, il blu scuro o il nero. Per qualcosa di poetico, il bianco».
«C’è qualche opera, tra quelle realizzate finora, che ti è rimasta particolarmente nel cuore?» A questa domanda, Claudio Corrivetti sorride e tentenna un attimo. Poi risponde, citandone più di una: «L’ultimo poster che ho creato mi affascina molto: “Cambio casa, cambio vita, cambio tutto”. Un altro molto venduto è “L’arte di trasformare la caduta in un tuffo”, con sfondo blu. Quando l’ho scelto, sapevo che avrebbe trasmesso un messaggio forte e non serviva altro che un colore scuro per enfatizzarlo. Poi c’è “A passi di danza verso la libertà”, in cui ho abbozzato dei ballerini in un flusso di sfumature, ispirato ai pittori Chagall e Matisse [esponenti della corrente artistica dei Fauves, ndr]».