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Esclusiva

Febbraio 17 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 19 2020
Luca Sacchi, a fine marzo inizierà il processo

Sul caso Luca Sacchi, Reporter Nuovo ha intervistato un amico di famiglia. Il processo per i sei indagati comincerà il 31 marzo

«Vedevo Luca ai compleanni, alle cresime, ai matrimoni, in questo genere di occasioni. Era un ragazzo semplice, come tanti altri. Quando Anastasiya lo ha chiamato, la sera in cui è stato ucciso, era a casa in pigiama perché aveva mal di schiena. È uscito per incontrarla, ed è morto per difenderla». Così un amico d’infanzia di Alfonso, padre di Luca Sacchi – 24enne romano ucciso con un colpo di pistola alla testa il 23 ottobre 2019 – ha dichiarato a Reporter Nuovo. Anch’egli ristoratore, come il padre e il nonno di Luca, conosce la famiglia Sacchi perché originario dello stesso paese in provincia dell’Aquila. «Abitavano di fronte a me. È una famiglia di ristoratori come la mia, fatta di persone buone, spontanee e autentiche. Quando sono stato al funerale e ho riabbracciato Alfonso, lui mi si è buttato al collo e non smetteva di piangere». E poi aggiunge: «Sono sicuro che Luca non sapesse nulla dei giri di droga. Era un ragazzo buono. Solo nell’ultimo periodo si era reso conto che tra la sua ragazza Anastasiya e il suo amico Giovanni Princi c’era qualcosa».

È proprio su questo aspetto, infatti, che si sono concentrate le ultime indagini. I tabulati telefonici tra la ragazza, babysitter ucraina, e Luca mostrano un rapporto sempre più turbato dopo le vacanze estive, quando il legame tra lei e l’amico di Luca si sarebbe stretto. «Non conosco personalmente Anastasiya, ma secondo me lei non ha mai detto la verità. Credo che avesse una relazione con Princi, e comunque non può essere normale camminare con 70mila euro nello zaino», ha detto l’amico del padre di Sacchi.

Secondo quanto emerge dalle ultime chat della coppia, Luca aveva dei sospetti. Scrive lei l’11 settembre: “Mi hai stufato. Non perché voglio che tu lo sappia, ma d’ora in avanti, te l’avevo già detto, faccio quello che voglio e non una relazione di costrizioni”. Lui, come appare chiaro dai messaggi pubblicati da Il Messaggero, la accusava di tradirlo con diversi amanti, mentre lei gli rinfacciava di essere un “mammone”. Scriveva: “Quindi tu starai sempre dalla parte di tua madre e mai dalla mia, giusto? Se ti dice: scegli me o lei, tu dirai mammina, vero?”. Infine, Luca: “Non mi sono mai fidato troppo perché eri un po’ fatta e avevo paura di qualsiasi cosa”.

La Procura di Roma ha ora ottenuto il giudizio immediato per i sei indagati. Si tratta dei pusher Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accusati di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, del presunto grossista Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio per aver procurato la pistola, e del padre Armando, che deteneva la droga. A processo anche Anastasiya e Giovanni Princi, che avrebbe messo in contatto gli spacciatori e la comitiva dell’Appio Latino. I due dovranno rispondere di tentato acquisto di sostanza stupefacente.

Il processo inizierà il prossimo 31 marzo e il procedimento si svolgerà davanti alla prima corte d’assise della Capitale.