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Esclusiva

Marzo 10 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 16 2020
La solidarietà può vincere la paura del contagio

Nonostante le limitazioni imposte per il contenimento del coronavirus, la solidarietà è più forte della paura. Sfidando l’incertezza, sono molte le associazioni che continuano le loro opere di bene

«Sugli anziani, i senza fissa dimora, le persone malate o con disabilità oltre al virus incombe anche un grave pericolo: l’isolamento». Così ha detto Andrea Riccardi, ex ministro per la Cooperazione internazionale fondatore della Comunità di Sant’Egidio, organizzazione umanitaria da oltre 50 anni al servizio dei senzatetto, dei rifugiati e degli indigenti in tutto il mondo.

Già dal giorno dopo il decreto emergenziale del 7 marzo col quale il governo aveva decretato la Lombardia intera e altre 11 province italiane come zona rossa Sant’Egidio ha fatto partire una staffetta di solidarietà per non lasciare indietro nessuno, in primis i più vulnerabili: «Anche offrirsi per portare la spesa a domicilio è un’azione preziosa per limitare il disagio di chi è più solo e vulnerabile».

Nei prossimi giorni i volontari di Sant’Egidio continueranno a visitare anche le persone che vivono per strada portando loro non solo il cibo ma anche prodotti utili per proteggersi dal contagio (come gel e fazzolettini per disinfettarsi). Le mense per i poveri resteranno aperte osservando le misure di precauzione richieste dall’ultimo decreto governativo sull’estensione della zona rossa a tutto il territorio nazionale.

Il mondo della solidarietà è minacciato dalla diffusione del virus anche in quelle città dove i contagi non sono ancora elevati. Con circa tremila persone senza fissa dimora, Palermo è la terza città d’Italia e la prima del Meridione per numero di homeless costretti a vivere in condizioni di vulnerabilità sociale.

Sono i primi a subire le conseguenze di un’interruzione delle catene di solidarietà, troppo spesso l’unica forma di welfare capace di assicurare loro un’assistenza di base. «Già prima dell’istituzione della zona rossa in tutta Italia i nostri operatori hanno cominciato a ridurre la loro presenza nei dormitori, ma non abbiamo rinunciato alle ronde notturne per distribuire coperte e alimenti a chi vive in strada». Lo racconta Silvia Modica, presidente della Perla Rosa di Palermo, associazione di 25 volontari che si occupa di garantire pasti ai senza fissa dimora della città, consegnare la spesa alle famiglie indigenti e aiutare i più deboli.

Nei giorni scorsi, i volontari dell’associazione hanno continuato il loro prezioso lavoro rispettando le precauzioni necessarie per evitare il contagio: lasciando cioè le buste del supermercato sul pianerottolo delle famiglie in attesa della spesa e limitando i gesti di affetto con le persone che vivono in strada, molto spesso amici più che uomini e donne bisognosi di aiuto. «Adesso però regna l’incertezza – continua Modica – e se fino a una settimana fa non avrei immaginato che la solidarietà si potesse fermare, adesso non sappiamo più come muoverci. Le nostre ronde continuano, ma non sappiamo fino a quando. Così si rischia che molte persone vengano abbandonate».