Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Marzo 31 2020
Self-Quarantine a New York

Le strade sono vuote ma la città non si ferma. Il numero delle persone positive al coronavirus si moltiplica e il Presidente degli Stati Uniti estende le restrizioni. Bollettino di un’epidemia a New York

«L’aria è surreale, New York sembra una città fantasma» racconta incredulo Alessandro, un fotografo italiano di trentuno anni, bloccato dal virus in città e ora residente sull’Ottava Avenue, a pochi passi dal Javits Center, i padiglioni fieristici trasformati in ospedale da campo. «New York è New York, le auto passano ancora, ma non riesco a riconoscere la città che esplode di energia, in cui tutto può succedere. Sembra come in standby».

Il silenzio è rotto solo dal lamento delle sirene di ambulanza, una ogni pochi minuti, e dai clacson dei rari conducenti Uber a caccia di clienti. I taxi gialli non corrono più lungo le grandi avenue di ManhattanIl Metropolitan Taxicab Board of Trade, che rappresenta 5.500 yellow cab, dichiara al New York Times che le corse sono scese del 91% in tre giorni. 

Self-Quarantine a New York
ph: Alessandro Cinque

Sotto i grattacieli persi nel cielo grigio passano i militari che, in una settimana, hanno costruito un ospedale da battaglia al Javits, «L’atmosfera è strana, calma e spaventosa» dice Alessandro.

Un altro ospedale con tende e brandine è allestito, in queste ore, al Central Park, malati e agonizzanti sui prati dei bambini, delle coppiette, della pallavolo. All’aeroporto Kennedy atterra il primo aereo di soccorsi, milioni mascherine, guanti, camici e materiale sanitario. La nave militare Comfort attracca lungo fiume Hudson, confine tra gli stati del New York e del New Jersey, al Molo 90 e aspetta i malati non-covid per liberare i posti di terapia intensiva, già stracolmi. Secondo il Wall Street Journal, al picco dell’epidemia ci vorranno fino a 110 mila posti d’ospedale, contro i soli 53 mila di qualche giorno fa.

La tragica contabilità del coronavirus registra ormai una vittima ogni nove minuti. Dopo Wuhan e la Lombardia, l’epicentro della pandemia si muove a New York. Ieri sera i contagiati erano 59.513, i morti 965; 33,768 i casi positivi in città e 239 i deceduti a causa del Covid19. 

Le cifre inducono il presidente Donald Trump a desistere, non riaprirà “il paese per Pasqua” come aveva promesso la scorsa settimana. Prolunga invece le restrizioni in vigore fino al 30 aprile ed invita i residenti di New York, New Jersey e Connecticut “ad evitare i viaggi”. Negli Usa, finora, il lockdown resta infatti volontario. « Si tratta di self quarantine, autoreclusione» spiega Clara, giornalista italiana che vive nell’Upper West Side «Ci raccomandano di non uscire di casa se non per le attività essenziali e di mantenere la social distance di 2 metri gli uni dagli altri, ma nessuno controlla. Sono proibiti anche gli assembramenti». Anche volendo mancherebbero gli uomini per vigilare sulla metropoli, senza l’autorizzazione del governatore Andrew Cuomo, democratico, non ci sono abbastanza pattuglie. La Guardia Nazionale è mobilitata, come l’esercito -la Comfort è nave militare- ma alla fine la quarantena totale, ipotizzata da Trump, non è venuta.

«Mi preoccupa che in tanti pensino di lasciare la città ed è difficile ipotizzare una chiusura totale dello Stato. Ci sono lavoratori che, ogni giorno, devono trascorrere ore su metro e bus per tornare a casa. Gente che ha paura».

Self-Quarantine a New York
ph: Alessandro Cinque

La subway, l’unica al mondo aperta 24 ore, resta in funzione, i treni semideserti nelle aree turistiche, ancora affollati in periferia. A bordo chi deve lavorare. Le occupazioni considerate essenziali sono tante, ci sono gli operai nei cantieri rimasti aperti che, come racconta Matthew Haag per il New York Timesnon riescono a rispettare la distanza di sicurezza, condividono lo stesso bagno e raramente hanno a disposizione sapone o igienizzante per i le mani. Ci sono i farmacisti, i corrieri che consegnano i pacchi a domicilio, gli impiegati delle banche, dei supermercati, molti negozianti. «Hanno paura di esser contagiati ma non possono rimanere a casa perché nel giro di una settimana non avrebbero più soldi per affitto e spesa» racconta Amanda, italoamericana, nata e cresciuta a Brooklyn. 

Self-Quarantine a New York
ph: Alessandro Cinque

Ci sono i proprietari di ristoranti che, anche se chiusi, preparano cibo da asporto, «Il salario minimo è minuscolo, senza mance tanti non campano.  Adesso, come faranno? Siamo allarmati, non sappiamo come pagare le bollette e non sono chiare le misure di sostegno varate da Trump e Cuomo». La scorsa settimana negli Stati Uniti son state presentate 3,3 milioni di richieste per i sussidi di disoccupazione, record (cinque volte più del massimo storico di 695.000, nel 1982) che svela, in anteprima, l’impatto covid19 sull’economia americana. «Non tutti qui si rendono conto della situazione – conclude desolata Amanda – venerdì sera ho fatto un giro, locali aperti malgrado i divieti. Offrono drink in bicchieri di carta ai ragazzi che, invece di stare a casa, bevono, assembrati fuori dagli ingressi in capannelli dove il virus può diffondersi».