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Esclusiva

Aprile 17 2020
Fondi, venticinque giorni per tornare all’anormalità

Poche riaperture e controlli continui. La prima zona rossa del Lazio riparte dopo l’isolamento

Venticinque interminabili giorni. Trattenendo il fiato, prima di ricominciare a respirare. Passato il ponte pasquale, Fondi è tornata ad essere “una città come le altre”. Dopo settimane di chiusura totale, adesso cerca di rimettersi in moto. Con calma, ma con un po’ di tranquillità in più.

In centro si alzano poche saracinesche. Mentre qualcuno cerca, con malinconia, di dare nuova linfa alla quotidianità. Rimettere a posto vetrine impolverate e scrivanie disordinate è il primo passo per ricominciare. Perché la lotta, anche senza i riflettori dei media, continua. Le limitazioni restano tante, l’attenzione non diminuisce. Dopo il blocco, quello del ritorno all’anormalità è un percorso tortuoso e lento. Graduale.

Fondi venticinque giorni

L’ordinanza regionale del 10 aprile, eliminando i controlli delle forze dell’ordine ai varchi principali della città, mantiene misure di particolare allerta solo per il Mercato ortofrutticolo, uno dei motori dell’economia laziale. Una struttura immensa e che continua ad andare avanti senza sosta. Per assicurare distribuzione di beni primari all’intera nazione. «La fine della zona rossa è un sollievo per tutti noi, anche se qui non cambierà ancora nulla», spiega Aldo, operatore del MOF.

«Il mese appena trascorso — continua — è stato terribile per i motivi che sappiamo. Ora possiamo guardare al futuro con un briciolo di serenità»

Fondi venticinque giorni

Riaprono alcune attività. Qualcuno accetta la sfida. Qualcun altro decide di prolungare la fase di chiusura, in attesa di maggiori certezze. «Nonostante l’ultima ordinanza mi permetta di tornare al lavoro, ho deciso di evitare. Io e i miei figli staremo a casa, aspettando che si stabilizzi la situazione». La voce, è quella di un commerciante del posto. Per garantirgli l’anonimato richiesto, verrà chiamato Marco.

Fondi, venticinque giorni  per tornare all’anormalità

In questo periodo, soprattutto nei piccoli centri, le grandi piattaforme di E-commerce creano difficoltà alle imprese locali. La voglia di parlare è poca ma Marco, titolare di un’attività inclusa nella lista delle possibili riaperture, offre il proprio punto di vista per un confronto.

«Per chi gestisce un punto vendita al dettaglio, è una gara impossibile da vincere, ma anche da pareggiare. Le persone restano a casa, si esce soltanto per fare la spesa o per andare in farmacia e tutto il resto si compra online. Per tanti è una comodità, per lavori come il mio è un danno. Riaprire in questa fase, avrebbe poco senso».

Diverso è il pensiero di Luca, proprietario di un negozio di abbigliamento e costretto ancora alla chiusura. «Mi attengo alle decisioni del governo ma, ne avessi la possibilità, riaprirei subito. Mi manca il contatto con le persone e vedere i clienti soddisfatti dopo un acquisto».

Per lui, la situazione va affrontata con maggiore coraggio. «Bisogna avviare la ripartenza, non aspettarla. Penso poi che tra qualche mese tutto tornerà come prima, forse sarà anche meglio sotto certi aspetti. Ordinare su Amazon, può andar bene qualche volta. Alla lunga stanca».

Fondi venticinque giorni

Con la fine dei presidi ai confini del Comune, si intensifica la pressione nei punti nevralgici della città. Come già successo in diverse parti dello Stivale, i controlli serrati parlano di multe pesanti per uscite immotivate. 

Zona rossa o meno, la vita resta innaturale. Per tornare al “come prima” e per rivivere abitudini spesso sottovalutate servirà non poco tempo. Passeranno mesi e stagioni. Forse anni.

Fondi venticinque giorni

Dopo settimane tese, Fondi tira però un sospiro di sollievo e accenna un primo sorriso. E se nelle parole dei più «Cambia poco», il ritorno all’anormalità rassicura. Il cuore e la testa. Essere uguali agli altri, per una volta, tranquillizza.