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Esclusiva

Marzo 22 2020
Il racconto della solitudine in zona rossa

Pensieri, riflessioni, appunti. Una pagina di diario dall’isolamento

Ne leggevo, ne scrivevo, ne parlavo. Lo sottovalutavo. Partito dalla lontana Cina, il virus è però arrivato anche qui. È entrato nella nostra Italia dividendoci. Ha cambiato le nostre esistenze, le nostre esigenze. Ha sollevato un muro invisibile ma invalicabile. E adesso mette paura. 

Ha “chiuso” Fondi, la mia città, mettendo in un cassetto le vecchie abitudini. Si esce per andare al supermercato, niente di più. Per strada, rari sguardi solitari e transenne. Militari in divisa e agenti delle forze dell’ordine pattugliano la zona per assicurare il lockdown, la chiusura totale decisa da qualche giorno a causa di una situazione critica. Ed è strano osservare il vuoto di una città per natura caotica.

Sei solo. Con un computer, qualche libro da leggere e un cellulare. Il tempo, ora che anche le corse al parco sono vietate, lo passi scrivendo e riflettendo. A volte allenandoti in giardino. Immerso in pensieri che sembrano macigni. Tra lezioni telematiche, chat e videochiamate, cercando di vedere e sentire le “tue” persone ogni giorno. Rassicurandole, nonostante tutto.

Genitori e fratelli sono fuori per lavoro. Per loro la vita va avanti. Corre più di prima con guanti, mascherine e qualche preoccupazione di troppo. Rischiano ogni giorno, costretti agli straordinari da un’emergenza che ha fatto saltare i piani. 

Gli amici, quelli di sempre, vivono il tuo stesso film, provano le tue sensazioni, hanno le tue paure. Li senti, sono isolati come te. Ma si trova sempre il modo di scherzare per sollevare un po’ un morale altrimenti a terra.

Anche se pensi di non esserlo più, sei ancora uno “studente”. E sai che quello che sta succedendo e che ti sta mettendo alla prova segnerà la tua vita e il tuo futuro lavoro. E allora cerchi di pensare positivo. Ma nella solitudine diventa sempre più difficile.

Quelli trascorsi sono stati giorni di emozioni, ansie, paure. Di ricordi e sofferenze. Giorni strani, monotoni e confusi. Che iniziano senza un perché e che finiscono allo stesso modo. Nella zona rossa la vita va avanti a fatica. Con uno occhio al pc e uno alla tv, fissa da giorni sull’all news. Per conoscere sempre gli ultimi sviluppi dell’epidemia in Italia e nel resto del Mondo. Ma cambia poco rispetto a un dramma che stiamo vivendo insieme e che accomuna davvero tutti per la prima volta. 

Sono giornate nemiche, ma per ogni cosa c’è una fine e arriverà anche in questo caso. Non sappiamo quando. Bisogna resistere, stringere i denti. Non gioca la Nazionale, non ci sono Mondiali o Europei, ma siamo tutti fratelli. Ora più che mai. La partita più difficile della nostra vita è questa e si vincerà facendo gruppo. Alternative non ce ne sono.