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Esclusiva

Maggio 26 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 27 2020
Si torna in palestra tra mascherina e bilancieri

La riapertura dei centri sportivi con nuove regole e nuove modalità di allenamento, ma c’è chi preferisce allenarsi a casa

«Oggi abbiamo riaperto e la situazione era da panico: file di gente dall’entrata fino ai cancelli del parcheggio sotto il sole ad aspettare che venisse misurata la temperatura a tutti e che firmassero l’autodichiarazione, che non fossero stati in quarantena». Queste le parole di un’istruttrice di uno dei centri sportivi più conosciuti, che con il sorriso e la soddisfazione, spiega il rientro dopo due mesi di interruzione.

Palestre e piscine dal 25 maggio hanno ricominciato le loro attività, chiuse a causa del lockdown. La ripresa però è stata difficile e non è tornata alla normalità: «È stata dura e non ce l’aspettavamo, non siamo preparati a gestire tante persone in poco tempo».

Dopo due mesi di pizze fatte in casa si può tornare tra bilancieri e tapis roulant, mettendo a tacere i sensi di colpa e riconquistando mano a mano la vecchia quotidianità. Niente più video su YouTube per esercizi a casa o corsa al parco, quando e se si può.

riapertura palestre

Se da una parte la voglia di tornare a allenarsi è tanta, dall’altra non è facile seguire le nuove regole e molte attività sono cambiate: «I corsi hanno cercato di tenerli tutti, anche se le lezioni non sono più di 60 minuti ma di 45, in modo tale che in quel quarto d’ora disinfettano i locali. Nel mio caso, visto che insegno pre pugilistica, la lezione è cambiata: stiamo facendo un lavoro funzionale, uno a uno e non si lavora in coppia. I corsi in piscina, invece, sono tranquilli, mentre per la sala pesi bisogna prenotare la fascia oraria in cui ci si vuole allenare e non si può stare più di 90 minuti. Noi istruttori abbiamo guanti e mascherina anche quando facciamo lezione. Le persone sono ben disposte ma bisogna capire che è cambiato il modo di allenarsi».

I centri sportivi hanno anche trovato delle modalità per rimborsare i mesi persi ai loro clienti. È il caso della palestra “Icon” di Viale Cortina d’Ampezzo, come spiega Andrea, ragazzo che si allena abitualmente lì: «Appena sono arrivato mi hanno chiesto cosa volessi fare con il mio abbonamento e c’erano varie opzioni. Io ho deciso di allungarlo di 76 giorni e mi hanno congelato l’abbonamento nel periodo del lockdown, per prolungarmelo ora. Tra le altre opzioni c’era anche la possibilità di farsi fare un buono, che si può dare a un amico». 

Per Andrea, come per molti, il rientro in palestra è stato soddisfacente: «mi ha fatto molto piacere, perché non mi allenavo bene da tempo. A casa sei costretto ad allenarti con quello che trovi, se non hai attrezzi usi le casse d’acqua, e ero molto meno motivato, stando da solo». Della stessa idea è Nina, che dopo due mesi è tornata a fare pole dance con il suo gruppo, anche se ha dovuto fare i conti con due mesi di stop: «Sono stata contenta di tornare perché mi piace questo sport e è un modo per sfogarsi e sono stata felice di rivedere le altre, anche se è stato strano salutarsi senza abbracci. È stato divertente allenarsi insieme, anche se faticoso. È stato intenso, perché il riscaldamento mi è pesato: sì mi ero allenata a casa ma non con la stessa intensità, per cui sono arrivata un po’ con il fiato spezzato e alcune figure che mi venivano facili adesso me le devono riconquistare».

C’è, però, chi ancora non se la sente di tornare in palestra con il rischio di contrarre il virus, come Sofia e Elisabetta, e se possibile di fare attività fisica non al chiuso.

«I ragazzi del CrossFit – spiega Sofia- hanno costruito due box all’aperto: uno vicino al campetto da calcio dove mi allenavo prima e uno al mare, proprio perché per loro non ha senso ricominciare al chiuso con quattro persone e per fare CrossFit serve spazio. All’aperto ci sono meno restrizioni. Ricomincio per questo, al chiuso non so come l’avrei gestita».

Diversa invece è la decisione di Elisabetta, che per il momento non se la sente di tornare in palestra: «preferisco usufruire ancora del servizio online del mio centro sportivo. Ho deciso così, non perché non mi fidi, o di come hanno sanificato, ma è lo stesso principio per cui non vado a un ristorante o non prendo i mezzi pubblici: non mi sento sicura nonostante le misure adottate. Non sono pronta a riprendere la mia quotidianità, normalità, compresa la palestra».

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