Nel progetto fotografico Emozioni binarie di Mattia Lucia de Nittis e Francesca Fiore, del collettivo Ammodo Studio, il ritratto racconta emozioni attraverso uno sguardo, un sorriso e la profondità della luce, mentre la fotografia virtuale ricostruisce e dà forma in uno spazio tridimensionale. Pensieri, emozioni o scene del mondo reale attraverso i modelli 3D e le grafiche sembrano essere immortalate da un obiettivo.
La fotografia virtuale costruisce attraverso modelli 3D,materiali, grafiche e immagini 2D forme tridmensionali in un spazio virtuale. I software permettono di costruire oggetti e ambienti, rendendoli vivi con texture e luci, e di creare set fotografici e ambienti in cui inserire il protagonista dello shooting. Questo genere di fotografia sta diventando sempre più diffusa nelle immagini pubblicitarie perché permette di rendere il prodotto al meglio: non sono ammesse imperfezioni con questa tecnologia.
«Ma il nostro corpo è imperfetto, così come le nostre emozioni», dicono quasi all’unisono Mattia e Francesca. La fotografia virtuale può rendere visibili spazi o idee di cui non conosciamo la forma, come nel progetto Emozioni binarie. Lo sviluppo tecnolgico che stiamo vivendo cambierà , e lo sta già facendo, il nostro modo di vivere ed esprimerci. Ma per ricreare le imperfezioni di cui parlano le due giovani fotografe avremo bisogno di un occhio umano dietro l’obiettivo, o almeno in questo caso.
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