Quando Elizabeth Jane Cochran scrive una lettera di risposta all’articolo A cosa servono le ragazze pubblicato sul Pittsburgh Dispatch Journal, la sua vita cambia per sempre. Ironico, dato che la sua vita era “cambiata per sempre” già diverse volte negli anni precedenti.
La morte del padre senza testamento riduce la famiglia di seconde nozze a una vita di stenti. L’amministratore dell’eredità usa i soldi per tornaconto personale e la priva dei fondi per l’istruzione. Il nuovo patrigno, pieno di debiti, dilapida quel poco di patrimonio rimasto e spinge i fratelli a cercare fortuna altrove, lasciando Elizabeth e la madre con lui. Queste esperienze segnano la giovane, ma la formano anche: è vedendo i soprusi che la madre e la sorella subiscono nei loro infelici matrimoni con uomini violenti che Elizabeth decide di scrivere della condizione femminile.
Da Apollo a Pittsburgh a Città del Messico a New York, dal Dispatch di George Madden al World di Joseph Pulitzer, Elizabeth vuole dare voce alle donne relegate al ruolo di mamme. Ci riesce diventando Nellie Bly: era usanza che i giornalisti si firmassero con uno pseudonimo e questo fu il suo.
Accanto al suo obiettivo principale, Elizabeth ne ha un altro: battere Phileas Fogg, protagonista del libro Il giro del mondo in 80 giorni dell’autore francese Jules Verne, e concludere il viaggio in meno tempo. Ci riesce e senza compagnia maschile.
«Se tu credi veramente in un sogno e lotti per realizzarlo, riesci a farcela, anche se ci impieghi vent’anni» è il principio di Melania Soriani, autrice del romanzo Bly (Mondadori, 2022). Il libro racconta della vita di Nellie, ma la sua esperienza è quella di tante donne: anche della scrittrice stessa, che ha dovuto aspettare tanti anni, dedicati al lavoro e alla famiglia, prima di riuscire ad avverare il suo desiderio di scrivere. Il messaggio che arriva è che Nellie può essere un’icona per le donne, ma anche per i giovani e per tutti perché la sua è una storia universale di voglia di riscatto.
Il romanzo non accompagna Elizabeth dalla nascita alla morte, arriva fino al 25 gennaio 1890. Solo 25 dei 57 anni che vivrà la giornalista: una scelta dell’autrice che vuole evidenziare come Elizabeth sia diventata Nellie Bly. Eppure, meno di tre decenni bastano per rendersi conto dell’impatto di questa figura, sia in ambito lavorativo che personale.
Nellie Bly fu pioniera del giornalismo investigativo, andò sotto copertura per scrivere articoli: fece l’operaia in una fabbrica per denunciare le condizioni di lavoro delle donne, pagate meno degli uomini e importunate dai loro superiori, e si finse pazza per entrare in un manicomio femminile e informare sulle sevizie che le pazienti subivano a opera di infermiere e medici.
La sua dedizione riuscì a cambiare anche la vita delle persone accanto a lei. Nei primi capitoli del libro, la madre di Elizabeth è pronta a sopportare le violenze del marito pur di non chiedere il divorzio e infangare il nome della famiglia, ma, più avanti nella storia, accompagna la figlia in Messico e si batte per liberarla quando un articolo contro il presidente Díaz la fa finire in prigione.
Il punto di vista del romanzo è quello di un’Elizabeth adulta che ricorda la sua storia, ci sono quindi alcune anticipazioni nel corso della narrazione che tengono alta l’attenzione del lettore. Sebbene questo faccia già sapere che Elizabeth sopravvivrà alle avversità che incontra e diventerà una giornalista, vivere in prima persona i soprusi e le violenze della giovane permette al lettore di immedesimarsi e comprenderne la rabbia e il dolore.
Il racconto presenta alcune licenze poetiche. Ad esempio, «era noto che Elizabeth avesse avuto un mentore nei primi anni, ma non si è mai saputo chi fosse» e allora nasce la figura di Miss Ghettisbury. Oppure, «era poca la conoscenza della sua vita privata sentimentale: era una donna non sposata e i tempi erano diversi, c’erano solo delle voci» e l’autrice ha scelto quella che riteneva più interessante: la relazione con lo scrittore Joaquin Miller, che Elizabeth davvero conobbe. Tuttavia, «tutto quello che riguarda la carriera e le esperienze di vita di Elizabeth è vero.»
Il romanzo esce in concomitanza con il centenario della morte della giornalista, ma l’idea è in lavorazione dal 2016, quando Melania Soriani lesse per la prima volta il nome della sua protagonista in un articolo su internet. L’autrice ha impiegato numerosi anni per documentarsi: ha consultato i registri della cittadina di Apollo, ha letto gli scritti della stessa Nellie e, soprattutto, il libro della giornalista Brooke Kroeger, che ha raccolto tutto il materiale disponibile in America su Bly.
L’autrice è interessata a raccontare storie di personaggi che sono stati importanti, ma purtroppo dimenticati: ha altri progetti in cantiere allo stesso scopo e spera di riuscire a ridare il giusto lustro a queste persone.
A cento anni dalla dipartita di Nellie Bly, tutti sanno chi è Pulitzer, ma pochi ricordano la prima giornalista investigativa che scrisse per il suo quotidiano. «Non si capisce come questa donna, che ha fatto una cosa così importante, sia sparita», soprattutto quando la sua battaglia è quanto mai attuale ed è «la lotta per sentirsi liberi ed essere chi si vuole essere.»
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