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Esclusiva

Dicembre 14 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 17 2023
«L’allarme fuffa della Commissione Europea»? Vediamo i dati

Secondo byoblu.com i quotidiani nazionali stanno cercando di provare un inesistente aumento dell’evasione in Italia

«L’allarme fuffa della Commissione Europea»? Vediamo i dati

L’articolo pubblicato sul sito byoblu.com il 9 dicembre 2022 dal titolo «miliardi persi in evasione: l’allarme fuffa della Commissione Europea» richiama i risultati del “VAT GAP REPORT 2022“ redatto dalla Commissione Europea, sminuendone l’importanza. Il report analizza e quantifica la differenza tra il gettito IVA previsto e l’importo riscosso, ovvero è la differenza tra quanto la Commissione europea prevede come incasso e quanto poi viene riscosso dagli Stati.

La tesi dell’articolo è che «i giornali italiani stanno strumentalizzando il rapporto della Commissione nel tentativo di dimostrare un inesistente aumento dell’evasione in Italia» per mettere in difficoltà le recenti decisioni del Governo su tetto del contante e sull’uso del pos. In particolare, l’articolo cita alcune testate, chiamate «mainstream», come Il Post, Open e Il Manifesto. Secondo questa tesi, gli articoli usciti sul tema avrebbero interpretato in modo non corretto l’analisi di Bruxelles, indicando l’Italia come principale responsabile dell’evasione IVA in Europa.

‘Il Post’ infatti il 9 dicembre 2022 ha pubblicato un articolo dal titolo: «L’Italia è il primo Paese in Europa per evasione dell’IVA. È responsabile di quasi un terzo di tutta l’evasione europea ed è così da anni». Lo stesso giorno su ‘Open’: «L’Italia è prima per evasione dell’Iva» e su ‘Il Manifesto’: «Italia record europeo di evasione. L’avvertimento della Commissione». L’ “IVA GAP” non dipende, come sembra sostenere l’articolo, se non in minima parte da errate previsioni, ma da frodi fiscali, evasioni, elusioni, bancarotte e insolvenze. 

Dal report citato emerge che il gap nell’Unione europea si è ridotto di 31 miliardi e di due punti percentuali, dall’11 al 9 per cento. Tale dato, enfatizzato da byoblu.com, era stato correttamente citato sia nel report, sia negli articoli in questione. Non c’è stato quindi un aumento dell’evasione. Peraltro il 2020 è stato un anno in cui a un calo rilevante dei consumi è corrisposto un calo dell’IVA complessiva, mentre le misure governative di sostegno alle aziende, basate sulla propria fatturazione, possono avere fatto emergere somme maggiori rispetto al passato.

Con particolare riferimento all’Italia, il gap è migliorato di un punto percentuale rispetto al 2019 (31,08 miliardi di euro, pari al 21,8%). Secondo la Commissione, ha influito positivamente l’introduzione nel 2019 dell’obbligo di fatturazione elettronica ad alcune transazioni. 

Resta il dato che, in termini assoluti, l’Italia è il paese in cui l’IVA è più evasa, dove nel 2020 non è emersa IVA per oltre 26 miliardi di euro, sui 93 miliardi complessivi dei paesi dell’Unione. È seguita dalla Francia, con un valore che  però rappresenta circa la metà di quanto evaso in Italia, e dalla Germania.  In termini percentuali, dato più interessante in quanto dovrebbe rappresentare la reale propensione all’evasione. Nel 2020 gli Stati con percentuale maggiore sono: la Romania (35,7 per cento), Malta (24,1 per cento) e quindi l’Italia (20,8 per cento). 

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