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Esclusiva

Febbraio 22 2023
Sfogliare la storia d’Italia su Panorama

La presentazione del libro-raccolta del giornalista Stefano Brusadelli, Il settimanale che cambiò l’Italia, all’Università Luiss Guido Carli.

«Quando si abbandonano grandi miti, le conseguenze sono molto pesanti. Panorama ha contribuito ad allargare l’orizzonte dei fatti e delle opinioni. È stato lo strumento di formazione di una classe dirigente che non c’era. Lo sbriciolamento dei miti non ha provocato un vuoto, perché lentamente questo pilastro aveva formato una solida base». Giuliano Amato, ex premier ed ex presidente della Corte Costituzionale, è l’ospite d’eccezione alla presentazione del libro Il settimanale che cambiò l’Italia, che riunisce tutti gli articoli scritti fra il 1962 e il 1994 nella storica rivista “Panorama” e le testimonianze di chi ha vissuto e lavorato nel giornale.

Secondo Stefano Brusadelli, autore del libro e firma storica di Panorama, la raccolta è «un atto di giustizia nei confronti di un grande giornale che ha lasciato una traccia profonda nel Paese». È un’occasione per ripercorrere gli anni in cui il gli scontri politici e sociali rendevano l’opinione pubblica frammentata. Il settimanale ha coniugato e accompagnato la crisi e il crollo dei miti con leggerezza, ma allo stesso tempo ha fornito ai suoi lettori i mezzi per interpretare il cambiamento. Ha innovato il linguaggio del giornalismo dando spazio a temi come la medicina, la tecnologia, la scienza e il sesso.

Paola Severino, Vice Presidente dell’Università Luiss Guido Carli, regala alla platea il ricordo della sua tesi di Laurea sulla responsabilità penale del Presidente della Repubblica. «Panorama e l’Espresso mi hanno ispirato, erano settimanali in grado di raccontare, dare idee e costruire concetti». Severino enfatizza la carenza ai nostri giorni di un giornalismo sapiente che guidi i lettori nella formazione di un pensiero critico.

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Preziosa è anche la testimonianza di Paolo Franchi, giornalista del Corriere della Sera, che ricorda appassionatamente la capacità di quella rivista di creare un legame solido con il pubblico tanto da evolversi e cambiare insieme: «Il mondo a cui Panorama si rivolgeva, è cresciuto con il giornale stesso».

Fra il pubblico alcuni giornalisti condividono il ricordo: c’è chi vuole dare luce al ruolo rilevante delle donne in quegli anni e chi vuole ricordare gli insegnamenti di Lamberto Sechi, che è stato direttore di Panorama e maestro di grandi firme. Anche Amato ricorda con parole affettuose di aver imparato a «scrivere come si mangia» da lui, mettendo da parte la terminologia giuridica e scegliendo di tradurre i temi, che la sua esperienza gli presentava, in un linguaggio chiaro per tutti.

I presenti ricordano con nostalgia il giornalismo sublime che è stato colonna portante della società italiana e la cui mancanza oggi si fa sentire in maniera drammatica. «Le nostre democrazie si stanno autodistruggendo per l’eccesso di polarizzazione» conclude Amato, «vedo nel mio Paese giornali che con ferocia ambiscono alla polarizzazione dell’opinione pubblica, ma c’è bisogno di piattaforme comuni che possano portare i cittadini alla consapevolezza e alla strutturazione del pensiero critico».