Esclusiva

Dicembre 5 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 7 2023
Chiara Boletti

«Inconsciamente ho sempre saputo che avrei voluto fare la giornalista, anche se non volevo ammetterlo a me stessa». Chiara parte da Prevalle, piccolo paesino sul lago di Garda da dove il non sentirsi all’altezza dei suoi sogni l’ha spinta a provare ad osare sempre di più. Chiara inizia a studiare lingue, culture e scienze politiche alla Ca’ Foscari, Venezia, da dove parte a Perth,  Australia occidentale, con una borsa di studio. Tornata in Italia, frequenta un corso all’ Accademia Teatro alla Scala di Milano dove, allo stesso tempo, lavora nell’ufficio stampa del teatro d’opera. Nel mezzo, un Safari in Botswana col padre seguendo la sua passione per la fotografia che la porta ad un incontro troppo ravvicinato con un leone. «Voglio dare voce a chi voce non ha». È questa la scintilla che brilla nello sguardo di Chiara quando sente la parola “giornalismo”. Mettersi al servizio dell’altro, offrire se stessa come utile intermediario tra l’anonimato e la verità. Questa è la responsabilità sociale che ha il giornalista.

Seguendo le ali della giustizia, come Spirit (il suo cartone animato preferito) segue l’aquila, vola a Londra dove frequenta il master in International Politics and Human Rights e lavora ad una tesi in Diritto penale internazionale. Tesi che racchiude le sue due passioni: giurisprudenza e giornalismo. Giustizia e giusto non sempre coincidono, ma lo spazio grigio in cui viviamo ogni giorno ci obbliga ad accettare anche una mezza giustizia piuttosto che la sua assenza assoluta. Il tirocinio presso l’ufficio stampa dell’Ambasciata italiana a Londra è un quasi naturale intermezzo che la conducono e fanno approdare al Master in Giornalismo e comunicazione multimediale a Roma.

Chiara Boletti

Il cammino di Chiara è giunto ad un punto, ma non si ferma: ciò che la fa andare avanti è la sua determinazione ad infrangere quella lastra di ghiaccio che vede costantemente sopra di sé. Una lastra che simboleggia l’umiltà di voler sempre dimostrare il suo valore, il timore di non essere all’altezza del compito, la voglia di mettersi sulle punte per poter guardare un po’ più in là.

La volontà di denuncia nasce in Chiara al termine della corsa di un treno, il Treno della Memoria, il treno diretto ad Auschwitz. In quel momento ha capito per la prima volta quanto le facesse paura il fatto che in un qualsiasi momento qualcuno possa essere privato di ogni cosa, anche della voce. «Quell’esperienza mi ha cambiato la vita» come l’incontro con il magistrato Di Matteo a Palermo con cui ha dialogato sulla figura di Peppino Impastato. Vedere quanto un singolo individuo possa fare per il bene di un’intera società, pensare a come il giovane Impastato abbia deciso di denunciare il padre per un’idea superiore di giustizia ha dato a Chiara un obiettivo. La vita avventurosa, sempre in movimento, non le impedisce di ritagliarsi dei momenti di quiete in compagnia di Breathe dei Pink Floyd, Interstellar di Nolan e i romanzieri russi. Musica, cinema, fotografia, letteratura, l’amore per le arti non poteva certo mancare in un animo dal forte sentire.

La velata timidezza non riesce a nascondere la voglia di mettersi alla prova, per sé e per gli altri. Per Chiara ciò che conta maggiormente è lo sforzo di darsi all’altro, di essere utile, di fare la cosa giusta. Due sono le direttrici del viaggio di Chiara: cercare una voce da far risuonare e trovare la propria. Venezia, Australia, Milano, Africa, Londra, ora Roma sono le tappe di un cammino più alto. Trovare se stessa per poter aiutare il prossimo. «Mi sembrava di non conoscere niente e non volevo aprire la bocca come i pesci rossi, ora forse la mia voce sussurra». Le voci urlanti si annullano a vicenda, basta, a volte, una voce gentile mossa dal giusto intento, con un obiettivo puro per fare la differenza. Lo dimostra la sua proposta di rubrica al Riformista dal titolo “La posta della prevenzione” in cui, in modo anonimo e in forma di lettera, sono da lei raccontate le storie di violenze e di abusi che le persone subiscono.

Essere veicolo di voci, farsi strumento di denuncia, viaggiare in cerca di storie seguendo il volo delle rondini, da lei tanto amate, sono Chiara e il suo giornalismo.