Esclusiva

Gennaio 18 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 9 2024
#MakeRussiaPay, la conferenza per sostenere l’Ucraina

La confisca dei beni russi e i meccanismi di risarcimento internazionale per la riparazione dei danni subiti nel corso del conflitto

ROMA, 17 gennaio. <<Chiudo la porta solo perché fa freddo, ma tutti i cittadini dovrebbero partecipare al dibattito di oggi>>. Con queste parole il senatore di Fratelli d’Italia ed ex ministro degli esteri Giulio Terzi apre la conferenza indetta dalla Federazione Italiana dei Diritti Umani (FIDU) a Palazzo Madama sui risarcimenti dovuti all’Ucraina per i danni subiti nel corso dell’invasione russa. Secondo le stime di Kiev la Russia avrebbe distrutto o danneggiato più di 100.000 edifici residenziali, 2.800 scuole, 600 ospedali, 700 musei e librerie. E, ancora, strade, ferrovie, aeroporti e infrastrutture chiave. Le Nazioni Unite stimano danni per un valore di 411 miliardi di dollari solo per il primo anno di guerra. 

<<A questi si aggiungono gli incalcolabili danni ambientali dovuti ai bombardamenti e agli allagamenti>> – dichiara la vicepresidente della Fidu, Eleonora Mongelli, nel corso del dibattito. 

I russi minano i campi di grano e tagliano i rifornimenti di beni primari. Controllano ciò che gli ucraini mangiano e bevono. Attaccano le centrali, lasciando al buio e senza internet milioni di cittadini. 

<<L’arma più temibile, però, è quella che non si vede>>, continua il senatore. <<Col controllo dell’informazione la Russia diffonde fake news e promuove la sua propaganda imperialista. Le mire espansionistiche russe si scontrano, però, con l’eroica resistenza di un popolo che afferma con coraggio il proprio diritto all’autodeterminazione>>.

Il politico ribadisce il pieno sostegno del nostro paese: <<La leader Giorgia Meloni ha fatto della difesa dell’Ucraina un caposaldo della sua campagna elettorale e rinnova il suo impegno adesso, nelle prime settimane di presidenza italiana del G7>>.

#MakeRussiaPay, la conferenza per sostenere l'Ucraina

Ospiti all’evento le due cofondatrici del Centro internazionale per la vittoria ucrainiana (ICUV) Hanna Hopko e Olena Haluska, che presentano un manifesto con una serie di obiettivi da raggiungere per una pace duratura e sostenibile. 

Il primo e non trattabile è la vittoria militare dell’Ucraina. <<Per uscire dal conflitto non c’è altra soluzione>>, affermano. <<I russi non si fermeranno: le mire espansionistiche sono parte integrante della loro cultura. Negli ultimi duecento anni hanno avviato quarantotto conflitti e destabilizzato quattro continenti>>. 

Il secondo punto chiave del documento è che la Russia deve pagare: #MakeRussiaPay l’hashtag ufficiale del movimento, che spera di ottenere un risarcimento diretto o indiretto per i danni materiali e morali subiti nel corso dell’aggressione. <<Stiamo già procedendo con le compensazioni mediante la confisca dei beni russi sul suolo ucraino>> – dichiara l’attivista Olena Haluska. <<Non sequestriamo solo proprietà dello stato russo, ma anche terreni e stabili di entità private che hanno contribuito alla campagna di aggressione>>. 

<<Il processo è lento e complicato – ammette. I ricavi ottenuti dalla confisca degli assets e dalla vendita dei beni non ammontano neanche all’un per cento dei danni subiti>>. Rappresenta, però, un segnale importante per i dittatori di oggi e di domani: <<Chiunque decida di invadere uno stato sovrano si prepari a pagarne le conseguenze>>. 

Nel manifesto anche altri obiettivi da raggiungere sul medio e lungo termine: l’accesso dell’Ucraina nell’UE e nella Nato, la denuclearizzazione della Russia e il ridimensionamento del suo ruolo internazionale. Previste anche misure culturali da applicare sul suolo russo nell’immediato post-guerra, come la riformulazione dei programmi scolastici, la cancellazione di ogni riferimento alla storia imperialista e la tutela e promozione delle lingue minoritarie.

La conferenza si conclude con il contributo dell’esperto di diritto internazionale Paccione Giuseppe: <<La Russia ha violato l’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite, che impedisce l’uso della forza militare contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di uno stato sovrano. Curioso come tale articolo sia stato voluto, all’epoca, dalla stessa Unione Sovietica>>. Per il professore le convenzioni internazionali rappresentano un faro di speranza: <<Solo con la cooperazione tra gli Stati e il rispetto dei protocolli si può fermare la prepotenza e ripristinare la pace>>. 

Vedi anche: https://ukrainianvictory.org