Esclusiva

Febbraio 28 2024
Il ruolo degli Usa nel destino dei civili a Rafah

Gli Stati Uniti hanno approvato misure di sostegno ai civili palestinesi, ma una narrazione li accusa di aver dato il via libera a Israele per ucciderli

Il 14 febbraio 2024 il sito l’AntiDiplomatico.it ha pubblicato un articolo dal titolo POLITICO. Gli Usa hanno dato il via libera a Israele per uccidere i civili a Rafah, citando come fonte Politico.com

Si tratta di un titolo fuorviante, che potrebbe essere mal interpretato e portare a conclusioni errate. Parlare di un «via libera» americano potrebbe lasciare intendere che gli Stati Uniti abbiano approvato in sede legislativa un provvedimento a sostegno dell’operazione israeliana a Rafah. In realtà, non esiste alcun atto formale o sostanziale del Congresso degli Stati Uniti che provi un’apertura americana all’uccisione dei civili palestinesi. L’articolo di Politico.com, difatti, sostiene soltanto che gli Usa non hanno in programma sanzioni o conseguenze per Israele in caso di assalto. La testata americana avrebbe ricevuto queste informazioni da tre funzionari statunitensi, a cui è stato concesso l’anonimato.

L’articolo riporta informazioni imprecise, descrivendo in modo parziale il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto fra Israele e Hamas. Pur non presentando dati e dichiarazioni del tutto errate, gli autori si avvalgono di una strategia comunicativa chiamata “cherry picking”. Questa tecnica consiste nel selezionare soltanto determinate prove a sostegno di una tesi, omettendo quelle che potrebbero contraddirla.

L’articolo dell’AntiDiplomatico afferma che «il Congresso è d’accordo nel continuare a sostenere l’uccisione di massa dei palestinesi». Si tratta di un’affermazione che non trova riscontro nei registri delle sedute al Campidoglio. Al contrario, il sostegno statunitense ai civili palestinesi è stato più volte rimarcato negli ultimi dibattiti in Senato, la Camera alta del Congresso. Il 12 febbraio, ad esempio, durante una discussione al Senato, Peter Welch, senatore per lo Stato del Vermont, ha dichiarato: «Sostengo fermamente il finanziamento degli aiuti umanitari per i palestinesi e per le catastrofi umanitarie in tutto il mondo. Ma la situazione a Gaza mi preoccupa molto. È orribile».

Il ruolo degli Usa nel destino dei civili a Rafah
Bedouins in a camp in South Hebron Hills. Palestine 2011.

Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno più volte richiamato l’attenzione di Israele sul destino degli abitanti della Striscia di Gaza. L’8 febbraio, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha espresso preoccupazione per un eventuale attacco a Rafah da parte dell’esercito israeliano: «Qualsiasi grande operazione militare in questo momento, in queste circostanze, con un milione e mezzo di palestinesi che cercano rifugio, senza la dovuta considerazione per la loro sicurezza, sarebbe un disastro e noi non la sosteremmo». In una conferenza stampa del 12 febbraio, Kirby ha anche sottolineato che gli Stati Uniti non avrebbero accettato altre «morti di civili innocenti, israeliani o palestinesi». Una posizione ribadita lo stesso giorno dal portavoce del Dipartimento di Stato statunitense, Matthew Miller, che ha escluso un appoggio americano all’offensiva militare a Rafah finché il presidente israeliano Netanyahu non chiarirà il destino degli 1,1 milioni di sfollati palestinesi: «Serve un piano credibile prima di intraprendere qualsiasi campagna militare a Rafah».

L’invasione di Rafah da parte di Israele è considerata imminente, nonostante le pressioni diplomatiche di Stati Uniti, Qatar ed Egitto, che nelle ultime settimane hanno cercato di favorire un accordo fra le parti per una tregua. In questo contesto, l’esercito israeliano ha comunque presentato domenica sera al gabinetto di guerra un piano di evacuazione dei civili del sud della Striscia di Gaza. Lo ha comunicato l’Ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu, che non ha però fornito dettagli su dove saranno trasferiti i palestinesi, oggi accampati alle porte di Rafah. 

L’AntiDiplomatico menziona inoltre un pacchetto di aiuti da 95 miliardi di dollari approvato dal Senato statunitense lo scorso 12 febbraio. L’articolo, però, fa riferimento soltanto ai 14 miliardi di dollari riservati a Israele. Il piano, il “bill” numero H.R.815, prevede anche 60,1 miliardi destinati all’Ucraina per la guerra contro la Russia, 8 a supporto di Taiwan e dei partner nell’Indo-Pacifico e 9,2 in assistenza umanitaria per i civili nelle zone di guerra, inclusi i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. 

Durante il dibattito per l’approvazione del “bill” al Senato, Chuck Schumer, senatore per lo Stato di New York, ha detto: «Con questo disegno di legge, il Senato mantiene la parola agli ucraini in disperato bisogno di forniture e munizioni, ai civili palestinesi innocenti che hanno bisogno di aiuto, agli israeliani che hanno bisogno di sostegno e ai militari degli Stati Uniti in pattuglia in Indo-Pacifico, Mar Rosso e in tutto il mondo». 

L’articolo dell’Antidiplomatico è stato rilanciato dal sito Radio Bullets, che, nel giornale radio del 14 febbraio, condotto dalla direttrice responsabile Barbara Schiavulli, lo riporta in maniera testuale. La notizia è stata condivisa sugli account Instagram, X e Telegram di Radio Bullets, oltre che sui profili social personali della giornalista, che conta più di 10mila follower.