Esclusiva

Aprile 9 2024
Fra scuole e alberi, il conflitto a Bologna

Amministrazione e comitato delle scuole Besta si sono incontrati per trovare una soluzione sul parco Don Bosco

La sera di lunedì 8 aprile un uomo esce da Palazzo D’Accursio, sede del comune di Bologna, sorride e prende in mano un megafono. «Allora», dice, «il cantiere è sospeso perché si è aperto un dialogo». Sintesi dell’incontro fra amministrazione, tecnici e cittadini del comitato che lotta contro l’abbattimento di circa trenta alberi nel parco Don Bosco, quartiere di San Donato. Intervento necessario alla realizzazione del nuovo edificio delle scuole medie “Fabio Besta”.

«Non ci aspettavamo certo di trovare un’intesa al primo incontro e siamo rimasti molto distanti rispetto alle nostre opinioni», dichiara dopo il confronto il sindaco Matteo Lepore, «per fare una scuola non deve servire la forza pubblica». Sul progetto si apre, quindi, la strada del dialogo dopo settimane di alta tensione.

Diciotto milioni di euro è quanto il comune vuole investire per la realizzazione del nuovo istituto. Un edificio più capiente, sostenibile e in linea con le nuove direttive antisismiche, ma che sarebbe «poco più piccolo della scuola attuale, pur avendo una conformazione per cui prenderebbe molto più spazio», dice a Zeta Daniela Rocca del Comitato Besta.

Da ottobre 2023 iniziano mesi di presidi, striscioni, slogan e catene, con cui i manifestanti si stringono alle piante. A gennaio il contrasto si inasprisce. Mentre arrivano le prime transenne per incominciare i lavori, il comitato rilancia: iniziano colazioni, laboratori ed eventi, fino all’annunciata occupazione, con barricate e case sugli alberi.

La tensione di questi mesi è esplosa la settimana scorsa. La mattina presto del 3 aprile una squadra di poliziotti in tenuta antisommossa scorta la ditta che deve abbattere gli alberi. Alle 9 la prima carica contro i circa trecento occupanti e solidali che si sono riuniti per impedire il taglio. Vengono sradicate sei piante, finché gli uomini della celere non si compattano e indietreggiano piano fino ad un varco nelle transenne del cantiere. Vola qualche oggetto mentre gli attivisti esultano. Un ritiro previsto, secondo la questura. Una giornata che lascia feriti da entrambe le parti e una tensione ancora maggiore.

Nella notte fra il 4 e il 5 aprile, i carabinieri arrestano il diciannovenne Giovanni, ex studente delle Besta e occupante del Don Bosco, usando spray al peperoncino e taser. La giudice, però, respinge le misure cautelari chieste dalla procura.

«Credo che in questa fase ci dobbiamo tutti fermare, ragionare su quello che sta succedendo e aprire un confronto», con queste parole venerdì 5 Matteo Lepore ha lanciato il percorso di riconciliazione.

«Vogliamo assolutamente che questo progetto sia visto per quello che è» ci dice Daniela, «un inutile spesa di tantissimi soldi». Diciotto milioni di euro contro gli undici che servirebbero per una ristrutturazione dell’attuale edificio. Inoltre, «per i ragazzi sarebbero tre anni con un cantiere fuori dalla finestra, non proprio una cosa salutare», conclude. Il progetto, però, è centrale per il comune. Potrebbe essere lungo e faticoso, ma il dialogo c’è.