Esclusiva

Aprile 12 2024
Le pietre cantano nel giardino sonoro di Sciola

In Sardegna, in provincia di Cagliari, c’è un paesino dove le rocce suonano. Sono le opere di Pinuccio Sciola, artista di fama mondiale scomparso nel 2016

Poggiare l’orecchio sulla pietra e sentirla cantare, toccarla e vederla vibrare. Sembra assurdo, eppure in Sardegna, c’è qualcuno che è riuscito in questa impresa: basta solo qualche ora all’interno del Giardino Sonoro di San Sperate, un paesino a 10 minuti da Cagliari, per assistere all’arte di Pinuccio Sciola.

L’artista famoso in tutto il mondo, scomparso nel 2016, ha raccolto nell’agrumeto di famiglia tutte le sue opere. Oggi a portare avanti il suo lavoro ci sono i tre figli, Chiara, Tommaso e Maria, che con la Fondazione Sciola danno continuità e futuro alle sue creazioni.

Maria Sciola, la figlia più piccola, che si occupa di curare il giardino e di accompagnare i turisti in un percorso sensoriale ogni giorno, racconta: «È un museo a cielo aperto dove all’interno troviamo oltre 700 opere, alcune delle quali monolitiche. I principali materiali che utilizzava mio babbo erano calcare, basalto e granito per liberare la voce delle pietre o la loro luce».

Per riuscire a ottenere un suono dalla roccia Sciola, infatti, utilizzava solo una pietra locale che poi veniva trattata attraverso l’incisione di alcune linee: anche iconograficamente, dunque, l’artista rendeva omaggio alla sua terra creando oggetti che rimandavano ai megaliti preistorici ritrovati in Sardegna.


Ottenere musica da un masso non è quindi un’utopia, bensì una realtà tangibile: «Ogni anno abbiamo 20.000 visitatori, in quello che diviene un percorso senza tempo e senza direzioni, dove il fruitore è portato a interagire con l’opera in tutti i sensi» – racconta Maria – «quindi dalla mano all’orecchio, facendo diventare l’opera ancor più accessibile per i non vedenti o per i sordi. È un’arte davvero per tutti, per tutte le culture e per tutte le età».

La guida continua spiegando che l’obiettivo è quello non solo di ricordare il papà ma far rivivere quello che ha creato: «Noi come figli e come fondazione abbiamo la missione di portare avanti questa eredità, non solo materiale, ma anche filosofica. Uno dei grandi sogni è quello di riaprire al pubblico la casa museo che venne conosciuta per aver ospitato vari artisti, jazzisti e intellettuali come Jerome Richardson, Guccini e Benigni».

L’arte è a 360° gradi a San Sperate, e proprio per la sua fama di essere un paese museo, Pinuccio la scelse per celebrare Sant’Arte, un festival di arti visive e performative che purtroppo non ha mai visto prendere forma. Oggi questo evento ha raggiunto l’ottava edizione.

Le pietre cantano nel giardino sonoro di Sciola

«Questa manifestazione è il nostro grande omaggio a Pinuccio e lo si celebra l’ultimo weekend di maggio. La bellezza è quella di mettere in contatto artisti e performer con la comunità, lo spazio e l’ambiente» – spiega Maria Sciola – «per me portare avanti la filosofia e l’eredità di mio babbo è una missione ma anche una passione, speriamo che questo patrimonio viva oltre». 

E proprio nella lapide dell’artista c’è una frase che lo rappresenta appieno e che lui citava sempre nel corso della sua vita: “Pinuccio nato da una pietra, amante dei fiori, dell’acqua e della terra”. Una frase che oggi vediamo vivere in ogni pietra che suona. Meglio di uno strumento musicale.

Per approfondire: Uno e tutto, l’arte diventa ambiente