Esclusiva

Maggio 3 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 7 2024
Perché l’Unione europea indaga su Meta?

La Commissione ha avviato una procedura per violazione del Dsa. Ai Forensics accusa Facebook di non fermare la campagna Doppelganger del Cremlino

Truffe, fake news e propaganda russa. L’Unione europea ammonisce le piattaforme di Meta, che non arginano la disinformazione. A cinque settimane dal voto per l’Europarlamento, la Commissione ha lanciato un’indagine sul colosso tecnologico per violazione del Digital Services Act (Dsa), normativa che fissa i paletti su pubblicità online e contenuti illegali. «Abbiamo creato mezzi per proteggere i cittadini dalla disinformazione mirata e dalla manipolazione da Paesi terzi», ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, «soprattutto in periodi di elezioni democratiche». L’azienda rischia una multa fino al 6 per cento del proprio fatturato annuale.

L’accertamento è partito dopo che il ministro francese per Affari europei Jean-Noel Barrot ha denunciato la campagna mediatica Doppelganger, manovrata da Mosca per distorcere il dibattito pubblico prima del voto di giugno. Tra le strategie utilizzate, la creazione di notizie online che replicano il design dei giornali tradizionali, diffuse sui social media. Già nel 2023 erano stati chiusi siti web clone di testate tedesche, come Der Spiegel e Bild, e francesi come Le Monde e Le Parisien, che pubblicavano propaganda contro la Nato e l’invio di armi in Ucraina. Barrot ha dichiarato che venticinque membri dell’Ue su ventisette sono stati colpiti negli ultimi mesi.

«Il pubblico di Francia e Germania è preso di mira con annunci politici filorussi su Facebook», si legge nel report No Embargo In Sight di Ai Forensics, agenzia indipendente che monitora le violazioni dei diritti digitali. L’organizzazione ha identificato una rete di «oltre 3800 pagine» attive nelle inserzioni, «che hanno raggiunto oltre 38 milioni di account, tra agosto 2023 e marzo 2024». Nonostante l’intervento dei moderatori, «Meta non è riuscita a neutralizzare la campagna in modo sistematico» e la Doppelganger è ancora attiva, «con un’audience 5-10 volte più ampia rispetto a quanto osservato in precedenza», prosegue lo studio. 

Oltre alla propaganda di Mosca, i social vengono inondati da truffe finanziarie. Ai Forensics segnala operazioni coordinate che, tra gennaio e febbraio del 2024, «hanno raggiunto almeno 128 milioni di account in dieci paesi dell’UE». Il report si conclude esortando la Commissione ad aprire una procedura d’infrazione contro Meta. «Il Dsa affronta il suo primo grande test, specialmente contro l’influenza straniera», ha detto il direttore della ong Marc Faddoul, «le piattaforme devono prendere sul serio queste responsabilità legali». Altre ong si sono unite all’appello, come Eu DisinfoLab: «È più chiaro che mai, le dichiarazioni di intenti non sono sufficienti per rispettare le attuali normative europee», ha commentato il direttore esecutivo Alexandre Alaphilippe. «Le mancate azioni dei social media, non solo Meta, nel contrastare in modo significativo le campagne di disinformazione mettono a rischio le elezioni europee e la democrazia», ha aggiunto.

Le preoccupazioni degli esperti non sono state trascurate dall’Ue, che ha concesso sei giorni all’azienda tech per rispondere alle accuse, prima che le indagini si intensifichino. Secondo Ben Scott, direttore della fondazione Luminate, l’obiettivo è «applicare regole chiare che mirano alla prevenzione del rischio sulle grandi piattaforme online». 

Un’iniziativa simile era stata lanciata contro X, già Twitter, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele, quando il social di Elon Musk era stato sommerso di disinformazione. «Non abbiamo una dichiarazione formale dalla Commissione sui risultati dell’indagine dell’anno scorso», spiega Scott, «tuttavia la ricerca indipendente, che monitora i contenuti illegali ed estremisti su X, indica che la piattaforma ha ottemperato ai requisiti degli enti regolatori». In attesa delle contromisure di Facebook, le elezioni europee si avvicinano tra truffe, fake news e propaganda russa.

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