Più di tremila ragazzi affollano l’aeroporto JFK di New York per accogliere l’unica band “più famosa di Gesù” per loro stessa ammissione: i Beatles. È il 7 febbraio del 1964, l’inizio della beatlemania. Come scrisse Ernesto Assante:”Se gli americani avevano tardato a capirli, quando lo fecero fu una resa senza condizioni”. E da quella resa non si sono più ripresi. I Fab Four, più di sessant’anni dopo, hanno invaso di nuovo l’America con Now and Then. È il primo brano restaurato con il machine learning a essere premiato ai Grammy, il settimo nella loro carriera.
La voce di John Lennon ritorna e vince, batte Green Day, The Black Keys, Pearl Jam. Sono band vive, vivissime. Eppure, anche i Beatles tornano vivi, a modo loro. Nei servizi televisivi dell’arrivo trionfale in America, i giornalisti si chiedevano se la loro musica fosse diatonica o pentatonica, mentre i genitori scuotevano la testa e i ragazzi impazzivano per loro. Oggi Sean Lennon sale sul palco per ritirare il Grammy per Now and Then, l’ultima canzone con la voce di suo padre. Stringe il grammofono d’oro, guarda la platea e chiede al mondo di “non dimenticare i Beatles”.
Sean è stato fondamentale per la realizzazione del brano, chiamato anche dai profili social della band “l’ultima canzone dei Beatles”. È sua la cassetta della demo originale registrata dal padre alla fine degli anni ‘70, di qualità superiore rispetto alla copia che avevano i Beatles. Negli anni ‘90 Ringo, George e Paul provano a completare la canzone, ma le limitazioni tecnologiche non permettono risultati soddisfacenti.
Il brano resta in soffitta fino al 2021. Durante la produzione del documentario Get Back, Peter Jackson e il suo team sviluppano una tecnologia di machine learning capace di isolare singoli elementi all’interno di una traccia audio. Riescono a separare la voce di Lennon dal pianoforte e a ottenere il vocale pulito. Da lì, Paul McCartney e Ringo Starr aggiungono un nuovo arrangiamento strumentale e nel 2023 Now and Then rinasce e nel 2025 vince il Grammy.
«Nulla è stato creato artificialmente o sinteticamente. È tutto reale e suoniamo noi. Abbiamo ripulito alcune registrazioni esistenti, è un processo che va avanti da anni», sottolinea Paul McCartney in un’intervista. Ha sempre sognato di finire quella canzone e di toglierla da un limbo di 27 anni. Grazie al machine learning, c’è riuscito. Now and Then chiude un cerchio. Ora tutta la loro discografia è nelle mani del mondo e non apparterà al passato finché ci sarà qualcuno che l’ascolterà.