Esclusiva

Febbraio 12 2025
Con Trump, i nuovi servizi segreti americani sono pro-Russia

La direttrice del programma di sicurezza del Centro ucraino per le strategie di difesa ci parla dell’impatto che la nomina di Gabbard può avere sul futuro del conflitto

Il nuovo capo dell’Intelligence americana è una ex deputata democratica con posizioni favorevoli alla Russia. Non è una trama distopica, ma quello che è avvenuto quando il Senato ha confermato la nomina di Tulsi Gabbard, voluta da Donald Trump. Originaria delle Hawaii e tenente colonnello della Guardia Nazionale, all’inizio dell’invasione russa nel 2022 aveva postato su X: «Questa guerra e queste sofferenze avrebbero potuto essere facilmente evitate se l’amministrazione Biden/la Nato avessero semplicemente riconosciuto le legittime preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza».

Con Trump, i nuovi servizi segreti americani sono pro-Russia

Gabbard si è sempre mostrata contraria all’interventismo degli Stati Uniti e ha mosso critiche all’Intelligence americana. In queste settimane è una delle scelte più discusse dal presidente degli USA. Nel 2017, al tempo del primo mandato di Trump, si era detta scettica sul credere che il regime siriano di Bashar al-Assad avesse predisposto l’attacco con armi chimiche che ha ucciso decine di persone durante la guerra civile. Oggi, invece, preoccupano le sue posizioni sul confitto in corso tra Mosca e Kiev. «La scelta di Gabbard – spiega Victoria Vdovychenkov, Direttrice del programma di sicurezza del Centro ucraino per le strategie di difesa– pone degli interrogativi sul sistema di checks and balances (meccanismi istituzionali che assicurano la separazione dei poteri e il controllo reciproco ndr.) degli Stati Uniti. Cosa è mancato nel processo di check? Non è una considerazione che spetta all’Ucraina ma ci preoccupa».

In passato Gabbard ha sostenuto la propaganda russa sui presunti laboratori biologici in Ucraina e ha minimizzato la responsabilità di Putin nell’invasione. Il suo possibile ruolo come capo dei servizi segreti statunitensi assume un’importanza maggiore in vista di eventuali negoziati con il Cremlino. «La presenza degli Stati Uniti – afferma Vdovychenkov – così come quella di Gran Bretagna e Unione Europea è fondamentale per le trattative. Putin non accetterebbe un tavolo con Zelensky senza la presenza dell’America. Il presidente ucraino non è riconosciuto da Mosca come una delle parti della trattativa, per la Russia non è un capo legittimo». 

«So che Tulsi porterà lo spirito impavido che ha caratterizzato la sua illustre carriera alla nostra comunità di intelligence, difendendo i nostri diritti costituzionali e assicurando la pace attraverso la forza. Ci renderà tutti orgogliosi», aveva affermato Trump lo scorso anno. Adesso la sua nomina come direttrice dei servizi segreti ha ricevuto l’approvazione della Commissione Intelligence del Senato.

Quando all’inizio della guerra Mosca aveva accusato l’America di aver messo in funzione presunti laboratori segreti biologici in Ucraina, Tulsi Gabbard condivise le idee della propaganda russa accusando il suo stesso Paese. Le informazioni, vere o false che siano, online si diffondono alla velocità della luce e, nonostante le smentite di esperti e leader politici, l’eco di queste teorie ebbe grande risonanza, alimentando disinformazione. La realtà era però molto diversa. Parte della storia era vera, una rete di laboratori ucraini, con il supporto degli Stati Uniti, lavorava contro minacce biologiche, ma di segreto c’era poco e la ricerca cercava di prevenire epidemie e pandemie future.

A distanza di tre anni, Gabbard è capo dell’Intelligence nazionale. Sostenuta dal Senate Intelligence Committee del Congresso degli Stati Uniti, la sua nomina arriva in un momento molto delicato. Questa settimana sarà decisiva per l’Ucraina. Sabato la visita del presidente del comitato militare Nato, Giuseppe Cavo Dragone a Kiev ha anticipato l’arrivo del veterano fedele trumpiano Keith Kellogg. Già alla fine dello scorso anno il generale aveva attribuito la responsabilità della guerra in Ucraina all’incompetenza del governo dell’ex presidente Joe Biden e aveva promesso di convincere Kiev alla resa minacciando di bloccare gli aiuti militari. «Questi giorni sono cruciali – spiega Vdovychenkov- la Munich Security Conference sarà l’occasione giusta per presentare la proposizione europea sulla questione. Per gli investimenti nella sicurezza e nella difesa bisogna operare negli Stati europei, non puntare solo su quelli della Nato e degli Stati Uniti. Ciò che Trump vuole è che Europa lo ascolti in questo senso e, soprattutto nella settimana corrente, ci dirà come, quanto e quando».