«Esistono tanti tipi diversi di famiglia. Alcune hanno una mamma, altre un papà o due famiglie. Qualche bambino vive con gli zii, altri vivono in case separate, in diverse parti del mondo e possono anche non vedersi per giorni, mesi, anche anni. Ma se c’è l’amore avrai una famiglia nel cuore, per sempre». Lo diceva Robin Williams in Mrs. Doubtfire, ma oggi è la realtà di molti, anche quella di Ginevra*. Aveva 9 anni quando i suoi genitori le hanno detto che avevano scelto di proseguire la loro vita separatamente. Nei suoi occhi prende forma il ricordo di quel giorno: «Me lo sentivo. Quel pomeriggio avevo inviato un messaggio a un’amichetta della scuola. Le scrivevo “i miei genitori stanno litigando per sempre”. Non so come ma nel mio cuore era già chiaro anche se, a quell’età, pensavo che il matrimonio fosse come un patto di sangue che non può essere rotto in alcun modo». Ginevra oggi ha 26 anni, ma riesce ancora a percepire l’odore della cena che bruciava in forno la sera del litigio che ha messo fine a quella storia d’amore durata vent’anni.
Negli ultimi decenni, il divorzio è diventato un fenomeno sempre più comune, soprattutto nei paesi occidentali. Secondo i più recenti dati ISTAT, in Italia nel 2023 ne sono stati registrati 80.000. Le separazioni invece contano 82.000 casi, con una diminuzione dei matrimoni del 2,6% rispetto al 2022. Nel caso di Ginevra, la fine dell’unione coniugale dei suoi genitori è stata una dei 54.456 divorzi avvenuti nel 2009.
Per la prima volta, quell’anno, ha visto un tribunale dall’interno. C’erano due avvocati, un assistente sociale e uno stenografo che «stava attento a scrivere persino il numero di lacrime che mi cadeva dagli occhi». Volevano conoscere il rapporto che Ginevra aveva con i suoi genitori per determinare se concedere l’affidamento esclusivo a uno dei due. Lei, però, in quel momento pensava che il suo intervento sarebbe servito a ricostruire il loro amore, come quando litigava con sua sorella maggiore e la mamma cercava di fare da mediatrice.
Se Ginevra è riuscita a superare tutti quei momenti difficili, a volte persino senza accorgersi di quanto lo fossero davvero, è proprio grazie a Vittoria*: «Mia sorella è stata il mio porto sicuro. A volte succedeva che anche dopo mesi o anni dal divorzio io mi sentissi persa, ma lei non ha mai avuto bisogno che spiegassi i miei momenti più neri». Quando ricorda come lei e la sua «compagna di vita» abbiano affrontato tutto fianco a fianco, gioca con gli anelli nervosamente, quasi come se il peso di quel racconto le schiacciasse ancora il petto dopo 17 anni. Oggi il padre di Ginevra e Vittoria vive in un paese lontano, in Asia, si è risposato e ha avuto un altro figlio. La madre, invece, ha scelto di proseguire la sua vita senza la compagnia di un uomo. Così, quando le figlie di Vittoria chiedono: «Perché la nonna non ha un nonno?» il racconto ricomincia da capo e le ferite bruciano ancora come nel 2008.
*Ginevra e Vittoria sono nomi di fantasia per preservare la privacy dei protagonisti della storia.
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