Esclusiva

Febbraio 21 2025
Finché divorzio non ci separi

Ripercorrere gli stati d’animo dei figli dopo la fine di un matrimonio, la storia di Ginevra

«Esistono tanti tipi diversi di famiglia. Alcune hanno una mamma, altre un papà o due famiglie. Qualche bambino vive con gli zii, altri vivono in case separate, in diverse parti del mondo e possono anche non vedersi per giorni, mesi, anche anni. Ma se c’è l’amore avrai una famiglia nel cuore, per sempre». Lo diceva Robin Williams in Mrs. Doubtfire, ma oggi è la realtà di molti, anche quella di Ginevra*. Aveva 9 anni quando i suoi genitori le hanno detto che avevano scelto di proseguire la loro vita separatamente. Nei suoi occhi prende forma il ricordo di quel giorno: «Me lo sentivo. Quel pomeriggio avevo inviato un messaggio a un’amichetta della scuola. Le scrivevo “i miei genitori stanno litigando per sempre”. Non so come ma nel mio cuore era già chiaro anche se, a quell’età, pensavo che il matrimonio fosse come un patto di sangue che non può essere rotto in alcun modo». Ginevra oggi ha 26 anni, ma riesce ancora a percepire l’odore della cena che bruciava in forno la sera del litigio che ha messo fine a quella storia d’amore durata vent’anni.

Negli ultimi decenni, il divorzio è diventato un fenomeno sempre più comune, soprattutto nei paesi occidentali. Secondo i più recenti dati ISTAT, in Italia nel 2023 ne sono stati registrati 80.000. Le separazioni invece contano 82.000 casi, con una diminuzione dei matrimoni del 2,6% rispetto al 2022. Nel caso di Ginevra, la fine dell’unione coniugale dei suoi genitori è stata una dei 54.456 divorzi avvenuti nel 2009.

Per la prima volta, quell’anno, ha visto un tribunale dall’interno. C’erano due avvocati, un assistente sociale e uno stenografo che «stava attento a scrivere persino il numero di lacrime che mi cadeva dagli occhi». Volevano conoscere il rapporto che Ginevra aveva con i suoi genitori per determinare se concedere l’affidamento esclusivo a uno dei due. Lei, però, in quel momento pensava che il suo intervento sarebbe servito a ricostruire il loro amore, come quando litigava con sua sorella maggiore e la mamma cercava di fare da mediatrice.

Se Ginevra è riuscita a superare tutti quei momenti difficili, a volte persino senza accorgersi di quanto lo fossero davvero, è proprio grazie a Vittoria*: «Mia sorella è stata il mio porto sicuro. A volte succedeva che anche dopo mesi o anni dal divorzio io mi sentissi persa, ma lei non ha mai avuto bisogno che spiegassi i miei momenti più neri». Quando ricorda come lei e la sua «compagna di vita» abbiano affrontato tutto fianco a fianco, gioca con gli anelli nervosamente, quasi come se il peso di quel racconto le schiacciasse ancora il petto dopo 17 anni. Oggi il padre di Ginevra e Vittoria vive in un paese lontano, in Asia, si è risposato e ha avuto un altro figlio. La madre, invece, ha scelto di proseguire la sua vita senza la compagnia di un uomo. Così, quando le figlie di Vittoria chiedono: «Perché la nonna non ha un nonno?» il racconto ricomincia da capo e le ferite bruciano ancora come nel 2008.

*Ginevra e Vittoria sono nomi di fantasia per preservare la privacy dei protagonisti della storia.

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