Flavia Restivo, autrice del libro “Gli Svedesi lo fanno meglio”, analizza il divario nell’educazione sessuale in Italia rispetto alla Svezia, sottolineando la necessità di un cambiamento culturale. Attivista politica e femminista, crede nella politica come strumento di progresso sociale. E’ stata, inoltre, inserita dall’Espresso tra gli Under 30 che stanno cambiando l’Italia.
Con il suo libro, Flavia offre un’analisi lucida e provocatoria sull’importanza dell’educazione sessuale e affettiva nella costruzione di una società più equa e consapevole. Attraverso un confronto tra la Svezia e l’Italia, l’autrice mette in evidenza il divario esistente tra un modello progressista e inclusivo e un contesto ancora intrappolato in tabù e resistenze culturali.
Uno degli aspetti più apprezzabili dell’opera è l’approccio multidisciplinare di Restivo, che unisce dati statistici, riferimenti storici e culturali con uno stile narrativo quasi ironico. Questa scelta permette di affrontare tematiche complesse, come la discriminazione di genere, la violenza nelle relazioni e la rappresentazione della sessualità.
Non si tratta solo di una riflessione teorica, ma di un’analisi che parte anche dall’esperienza personale dell’autrice: «L’idea mi è venuta sulla base della mia esperienza personale e di quella di molte persone che mi hanno circondato. Noi millennials e Gen-Z abbiamo vissuto un’adolescenza segnata da stereotipi di genere ancora troppo forti e da un bullismo sottovalutato» dice. Questo vissuto ha portato Restivo a interrogarsi su come altri paesi, come la Svezia, abbiano affrontato le stesse problematiche e su quali soluzioni abbiano adottato per superarle.
Il libro mostra come la Svezia abbia introdotto l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole già dal 1955, aggiornandola progressivamente per includere aspetti come il consenso, il rispetto e la parità di genere. I risultati di questo approccio sono evidenti: minori episodi di violenza di genere, una maggiore consapevolezza relazionale tra i giovani e un dibattito pubblico aperto sulla sessualità. Al contrario, l’Italia si distingue per una mancanza sistematica di educazione sessuoaffettiva nelle scuole, una lacuna che si riflette nei dati allarmanti riportati dall’autrice su stereotipi e comportamenti problematici tra gli adolescenti. Restivo sottolinea« L’assenza di una formazione adeguata porta molti giovani a cercare informazioni sulla sessualità attraverso canali non sempre affidabili, come la pornografia o i social media, contribuendo a una visione distorta delle relazioni e del desiderio».
Un altro punto di forza del libro è quindi l’analisi dell’impatto della pornografia come principale fonte di informazione sessuale per i giovani italiani. Restivo evidenzia come l’assenza di un’educazione sessuale adeguata lasci spazio a modelli distorti e dannosi, sottolineando l’urgenza di un intervento educativo che aiuti i ragazzi a sviluppare una visione sana e consapevole della sessualità. «Non si tratta solo di prevenire i rischi, ma di dare ai giovani strumenti per comprendere il proprio corpo, le proprie emozioni e il rispetto per l’altro», afferma. Questo aspetto risulta ancora più cruciale in un’epoca in cui i contenuti sessuali sono facilmente accessibili online e spesso trasmettono messaggi fuorvianti sulla dinamica dei rapporti interpersonali.
Restivo analizza anche le cause di questa arretratezza, individuando nella forte influenza della chiesa cattolica, nel conservatorismo politico e nella cultura del silenzio i principali ostacoli a un’educazione moderna e inclusiva. «Il problema principale è che l’Italia non è di fatto un paese laico. La politica, soprattutto quella di destra, usa la religione come strumento per consolidare il proprio elettorato, ostacolando riforme che potrebbero davvero fare la differenza», spiega. L’autrice evidenzia inoltre come la questione venga spesso affrontata con superficialità e pregiudizio, con alcuni politici che associano erroneamente l’educazione sessuoaffettiva a un’agenda ideologica volta a “cambiare il genere dei bambini”, ignorando il reale scopo formativo di questi programmi.
Il capitolo finale del libro è un vero e proprio appello all’azione. L’autrice propone soluzioni concrete per colmare il gap educativo italiano, come l’introduzione dell’educazione sessuoaffettiva obbligatoria, la formazione di docenti qualificati e una maggiore sensibilizzazione delle famiglie e delle istituzioni. Secondo Restivo, una delle soluzioni più immediate potrebbe essere «Sostituire questa materia all’ora di religione, che in Italia viene spesso utilizzata per l’indottrinamento cattolico anziché come occasione di apertura culturale». L’autrice evidenzia come in molte scuole italiane si continui a impartire solo l’insegnamento della religione cattolica, senza dare spazio ad altre prospettive o a una vera riflessione sulle diverse tradizioni culturali e filosofiche.
Ma il cambiamento non deve avvenire solo a livello istituzionale: «Ognuno di noi ha la responsabilità di portare avanti queste idee anche nel proprio piccolo. Parlare di questi temi con amici e parenti, anche con lo zio conservatore a Natale, può fare la differenza. Questo tipo di attivismo quotidiano può contribuire a creare un cambiamento culturale graduale, facendo sì che le nuove generazioni crescano con una maggiore consapevolezza e apertura mentale».
“Gli svedesi lo fanno meglio” non è solo un saggio informativo, ma un invito a ripensare il nostro approccio all’educazione sessuale, con la consapevolezza che una società più libera e consapevole nasce dalla conoscenza e dal rispetto reciproco. Un libro necessario per chiunque voglia comprendere il valore di un’educazione affettiva moderna e per chi spera in un cambiamento culturale in Italia. L’opera rappresenta un contributo fondamentale a un dibattito che, sebbene ancora ostacolato da pregiudizi e resistenze, è sempre più urgente e necessario per il futuro.
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