Esclusiva

Marzo 3 2025
Viaggio tra le macerie nel bunker di Mussolini

Il rifugio antiaereo di Villa Torlonia ospita una mostra multimediale per commemorare i bombardamenti su Roma

Sei metri sotto terra, dove il tempo sembra sospeso. Scendere le scale di Villa Torlonia, fino al bunker di Benito Mussolini, mette i brividi. L’allestimento multimediale nella residenza romana del dittatore fascista, inaugurato ad aprile 2024, è un viaggio nella memoria dei bombardamenti sulla Capitale.

La storia del bunker inizia nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale. Il Duce, preoccupato dagli attacchi dell’aviazione nemica, decide di costruire un riparo più sicuro all’interno della sua casa. Già l’anno precedente era stato realizzato un rifugio antiaereo nel piano seminterrato della villa. I locali erano dotati di porte antigas e di un sistema di depurazione e ricambio dell’aria. Ma il nuovo progetto mirava a una struttura più resistente. Una planimetria a croce, con gallerie cilindriche protette da quattro metri di muratura in cemento armato.

Viaggio tra le macerie nel bunker di Mussolini

Oggi i cunicoli del rifugio antiaereo si possono visitare su prenotazione (nei weekend per i biglietti singoli, tutti i giorni tranne il lunedì per i gruppi). Sulle pareti sono proiettate le pellicole dell’archivio Luce, che raccoglie le immagini propagandistiche del ventennio fascista. Si parte dalla quotidianità di Mussolini a Villa Torlonia. Le foto in famiglia, gli eventi ufficiali a cui presero parte personalità come Mahatma Gandhi, Guglielmo Marconi, Enzo Ferrari. E poi le attività nel parco della residenza, dai giri a cavallo e al campo da tennis.

La narrazione si incupisce dalla seconda sala. I cinegiornali mostrano le macerie di Roma, colpita da 51 bombardamenti aerei tra luglio 1943 e maggio 1944. Il primo rase al suolo la basilica di San Lorenzo e le case del quartiere. 

Un sistema di proiezioni riproduce le scene di un attacco aereo visto dall’interno di un rifugio. L’angoscia di chi attende la fine del bombardamento viene rappresentata da attori vestiti con abiti dell’epoca. Due uomini giocano a carte, mentre un ragazzo sfoglia il giornale. C’è anche una signora con il cagnolino. Tutti cercano di ingannare il tempo, guardando nervosamente il soffitto. Le immagini della città bombardata chiudono il percorso nel seminterrato. Sui muri scorrono scene di distruzione, mentre a terra si vedono immagini di Roma girate sugli aerei alleati.

Viaggio tra le macerie nel bunker di Mussolini

Quando i visitatori raggiungono il bunker, dopo una seconda scalinata, si trovano in uno spazio spoglio, senza allestimento o proiezioni. I curatori hanno mantenuto la sobrietà richiesta dal Duce, che nel sotterraneo non voleva altro che viveri, acqua e un materasso. «Mussolini odiava l’idea di vivere sotto terra, non si addiceva a un superuomo», racconta la guida turistica Diletta Di Melchiorre, «mentre Hitler lavorava, studiava, ideava le operazioni di guerra all’interno del bunker, dove poi si tolse la vita». L’atmosfera claustrofobica è amplificata dalla simulazione di un’incursione aerea: il suono delle sirene e il rombo degli aerei in avvicinamento, poi le esplosioni che fanno vibrare il pavimento in legno. 

Mussolini faceva bene a temere che la sua casa venisse colpita. Il 13 luglio 1943 il comandante in capo della Royal Air Force, l’aviazione inglese, chiese al primo ministro britannico Winston Churchill il permesso di eliminare il Duce. Il piano era bombardare simultaneamente Palazzo Venezia, dove si trovava l’ufficio del capo del governo italiano, e Villa Torlonia. L’attacco non fu mai approvato. Pochi giorni dopo, il 25 luglio, il regime fascista cadde e Mussolini venne arrestato. La costruzione del bunker fu interrotta. Mancavano le porte, il sistema di aerazione e i bagni. Non venne mai usato.

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