Esclusiva

Marzo 26 2025
“Confessioni in rete” il nuovo numero di Zeta

Chat GPT che diventa psicologo, un Gesù virtuale che ti confessa e i teologi che diventano influencer su Instagram. Questo e molto altro nel nuovo numero di Zeta

Editoriale di Gennaro Tortorelli

Otto anni, un anfratto buio e l’imposizione di scavare in una coscienza nuova di pacca alla ricerca di chissà quali nefandezze. Per chi, volente o nolente, ha avuto un’educazione cattolica, il primo approccio con il concetto di confessione è arrivato già in terza elementare. Tra le grate in chiaroscuro del confessionale, erano chiusi a doppia mandata tutti i segreti più turpi. Prezzo da pagare: tre Ave Maria, due Padre nostro e il dubbio bruciante che il prete non sia poi così discreto. 

Per quanto scintillanti ci sembrino, anche app, siti e motori di ricerca hanno un armadio oscuro in cui sono impilati i dati degli utenti, i loro desideri, le loro paure, tutto ciò che non raccontano, tutto ciò che prima sapeva solo il prete. Così il desiderio di spiritualità diventa una piattaforma online, come «Deus in machina», in cui un Gesù virtuale creato con l’IA confessa i fedeli. Il dilagare dei chatbot ha permesso di avere un confidente virtuale in tasca sempre disponibile e ChatGPT è diventato il punto di approdo per chi cerca supporto psicologico gratuito. Per soddisfare la stessa domanda, sono nate intere costellazioni di app di psicologia e benessere digitale. Prezzo da pagare: profilazione e uso di informazioni sensibili a scopo di lucro. 

È il capitalismo della sorveglianza, bellezza. Shoshana Zuboff lo definisce come “un nuovo ordine economico che sfrutta l’esperienza umana come materia prima per pratiche commerciali segrete di estrazione, previsione e vendita”. Dalla pandemia in poi, la salute mentale non è più un tabù, ma le soluzioni emerse finora sembrano tutte fornire risposte individuali a problemi collettivi. La politica non è andata oltre i bonus psicologo e si tiene alla larga da misure universali. Il mercato fa il mercato: sfrutta il disagio per farci profitto, cuce a misura di utente un algoritmo che non soddisfi mai del tutto i suoi bisogni, ma massimizzi il tempo di permanenza sulla piattaforma. È il meccanismo alla base dei cicli di dipendenza e solitudine creati dalle app di incontri e di scommesse online. Le confessioni presuppongono fiducia e per qualche ragione è più facile fidarsi dell’algida indifferenza di una macchina o una divinità. Ma quando si trova una persona disposta ad ascoltarci senza giudizi o tornaconti, allora no, non c’è nessun prezzo da pagare. 

Leggi anche il numero precedente su amore e guerra